QUATTRO CASTELLA (RE) – Castello Canossa di Bianello
Il castello di Bianello è l'unica fortificazione rimasta in piedi dei 4 torrioni che già nell'VIII secolo si collocavano allineati sui quattro colli, partendo da ponente, Monte Vetro, Bianello, Monte Lucio e Monte Zane (anche Monte Zagno o Mon Giovanni), che attualmente sovrastano il paese di Quattro Castella. I primi cenni storici riguardo l'origine dei 4 torrioni, da cui il nome del borgo di Quattro Castella, sono incerti. La fonte attendibile più antica si colloca nel 835: si riporta infatti che la regina Cunegonda notifica la cessione di una "Curte de quatuor arcas" a favore del Monastero di Sant'Alessandro a Parma. In seguito la proprietà dei quattro castelli fu acquisita dal casato dei Canossa. Il loro vasto regno si estendeva dal Po alla Toscana. L'Appennino, come cinta muraria naturale agli invasori dal nord, si trovava fortificato con un sistema ininterrotto di castelli, del quale sono parte i quattro torrioni e il castello di Bianello. La storia del castello è inevitabilmente legata al vicino castello di Canossa e soprattutto all'età dell'oro del dominio dei Canossa, ovvero la reggenza della contessa Matilde di Canossa. Secondo diverse fonti storiche, Matilde riservava una preferenza particolare per questo maniero, ove risiedeva frequentemente, nel quale venne ospitato Enrico IV penitente, durante la famosa umiliazione di Canossa, prima dell'incontro del 1077. Sempre qui, nel 1111, Matilde di Canossa ricevette anche il figlio primogenito di Enrico IV, l'imperatore Enrico V, di ritorno da Roma ove era stato incoronato imperatore, sanando la frattura politica consumatasi fra il Papato e l'Impero Germanico durante la reggenza del padre. Nel castello lo stesso Enrico V proclamò Matilde di Canossa "Viceregina d'Italia" e vicaria imperiale in Italia, un evento storico di grande portata, che condusse ad una stagione di pace, culminando dieci anni dopo nel concordato di Worms. Ogni anno, a primavera inoltrata, nel paese si rievoca un'importante episodio medievale: il "Corteo Storico Matildico di Quattro Castella" che vive nell'incoronazione di Matilde il suo momento topico e che impegna centinaia di comparse in costumi medievali oltre che richiamare migliaia di spettatori. Nel 1160, con la cessione della fortezza da parte del duca Guelfo a favore di Guido da Canossa, si dette origine ad un nuovo e separato ramo della dinastia dei Canossa, un ramo per l'appunto detto Bianello. Nei primi anni del XIV secolo tal Gilberto da Correggio riuscì ad impossessarsi del castello di Bianello e del castello adiacente, ovvero Monte Lucio. Il controllo dei 4 colli ritornò sotto il casato dei Canossa solo nel 1342. Come fonti storiche testimoniano infatti, nel 1358 un discendente dei Canossa, Gabriotto da Canossa, ottenne l'investitura direttamente dall'imperatore Carlo IV. Tale investitura ottenne la conferma nel 1459 per mano dell'imperatore Federico III a favore di Nicolò Canossa, figlio di Alberto. Questo ramo della dinastia Canossa conservò il castello fino al 1742, anno in cui venne venduto al conte Giovanni Gabbi. Il feudo di Bianello, ufficialmente soppresso nel 1796, fu riacquistato dalla famiglia Gabbi nel 1803 e il casato degli Estensi, in conseguenza agli avvenimenti della Restaurazione, scelse il castello come prima sede del municipio di Quattro Castella. Con la nascita del Regno d'Italia e la conseguente unificazione, il castello fu prima adibito ad un impiego essenzialmente militare, in quanto vi venne collocata una caserma, poi fu venduto tramite asta pubblica nel 1867, e fu acquisito dal dott.Luigi Caggiati, originario di Parma, che ne trasformò la struttura, adeguandolo all'impiego come residenza estiva. Nel 1881 venne nuovamente venduto dalla famiglia Caggiati all'armatore genovese Giovanni Battista Bacigalupo, ereditato dal figlio Carlo. Nel 1897 fu acquistato dalla famiglia del conte Girolamo Cantelli (famiglia Cantelli-Cremonini) che ne rimase proprietaria fino all'acquisto nel 2003 da parte del comune di Quattro Castella. Una pietra all'ingresso delle mura dice Comitissae Matildis opus (ovvero “opera della Contessa Matilde”), anche se gli storici sono concordi nel ritenere l'origine molto precedente. Costruito a pianta poligonale con basamento a scarpa, è strutturato come un corpo principale quadrangolare con corte interna e da una appendice che si sviluppa sul fronte nord-occidentale; la sua struttura evidenzia sviluppi ed aggregazioni in successione cronologica a partire dal nucleo originario costituito dalla torre maestra (o mastio) collocata sul lato occidentale articolata su cinque livelli e protetta da una cinta presumibilmente quadrata di cui occupava l'angolo nord-est. Dopo il crollo avvenuto nel 1285, come attesta la Chronica di Salimbene de Adam, la torre è stata ricostruita con l'inserimento di una scaletta a chiocciola centrica in pietra a sostituzione di quelle lignee che originariamente collegavano i diversi livelli. Il perimetro dell'iniziale cinta quadrilatera ha suggerito l'allineamento dei primi corpi di fabbrica, a sud e a nord, che si sono andati man a mano edificando all’interno del mastio, lasciandone scoperto solo il lato di ponente. Il libero svolgimento delle più ampie cortine medioevali ha condizionato la giacitura dei manufatti successivi in una progressiva involuzione strutturale del castello. Sul lato nord, che fa angolo in mezzeria, sono chiaramente identificabili quattro interventi. Più antica è la fascia centrale, che conserva ancora impronte di finestre a bifora e che si allineava al mastio sul fronte di ponente (dove è tutt'ora il portale archiacuto in grossi conci lapidei). Dal portale si accede a un lungo camminamento dalla pavimentazione in mattoni a spina di pesce e per l'orditura lignea del soffitto. Esso conduce all'ala d'angolo di esecuzione appena successiva, che conserva pure tracce di bifore, impostate a quota differente. L'ala di ponente è decisamente quella più tarda e realizzata, a sua volta, in due tempi diversi. Nella fascia sud-orientale del castello, a un livello inferiore parzialmente interrato nella roccia, sono stati ricavati altri ambienti. La copertura a padiglione con unghie perimetrali, l'ariosa spazialità e la calibrata proporzione ne attestano un’esecuzione tardo quattrocentesca, probabilmente concomitante al potenziamento della cinta difensiva. Appena oltrepassato l’ingresso del castello, vi è una piccola e raffinata corte interna che contiene la cisterna di raccolta dell’acqua e di grande interesse sono le cucine completamente ristrutturate. Dallo scalone neobarocco si accede al piano nobile sul quale si apre l’appartamento con varie stanze affrescate, sale da ballo e ricevimento. Gli ambienti di maggior pregio artistico sono quelli realizzati nel 1644 da Gaetano da Canossa, il quale fece anche affrescare numerose stanze da Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi. Gli affreschi si trovano in sette stanze. Tra gli ambienti di maggior pregio si segnala la piccola cappella ricavata nel vano della torre con raffinate pitture e arredi sacri. Al piano terreno, nella stanza che fu camera da letto della Contessa si può ancora ammirare un dipinto che rappresenta Matilde che tiene in mano il fiore del melograno (simbolo della sua reggenza e saggezza) ed il motto "tuetur et unit". Il dipinto è opera ottocentesca del pittore reggiano Ugolini. L’edificio mantiene le caratteristiche della grande dimora storica e nel percorso di visita si possono comprendere i diversi adattamenti degli ambienti interni e la cura nel tempo della residenza, con stanze in cui è conservato arredo di diverse epoche. Sono presenti le prigioni con originali iscrizioni dei prigionieri nelle varie epoche storiche. Il contesto nel quale si colloca il sistema dei castelli della collina reggiana è segnato da una mirabile integrazione tra forme del costruito medievale ed assetto geologico, che dà origine ad un insieme paesaggistico con caratteri di eccezionalità nel contesto paesaggistico regionale: uno stretto connubio tra valori naturalistico - ambientali ed interventi architettonici che ha prodotto nei secoli un’immagine unica ed irripetibile. Nel suo insieme la proprietà, estesa per 1.337.696 mq. occupa una significativa porzione del Comune di Quattro Castella. Tutto il complesso, acquisito nel 2002 alla proprietà pubblica da parte dell’Amministrazione Comunale, è sottoposto a vincolo di tutela del vigente Codice dei Beni Culturali. Al suo interno offre intrattenimento e laboratori a gruppi di bambini e ragazzi (da 1 a 15 anni) o ad intere scolaresche. Altri link suggeriti:
http://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/castelli/index.jsp?id=3445&pagina=8,
https://www.youtube.com/watch?v=5BJhkLgGYmQ (video di Flying Cat),
http://www.raiscuola.rai.it/articoli/il-castello-di-bianello-le-bellezze-reggiane/9607/default.aspx,
https://www.youtube.com/watch?v=VDRdMLFDG0w (video di Canale 27 Videovaldenza),
https://www.youtube.com/watch?v=U6Jz7sFCdwI (video di galmodena).
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Bianello,
http://www.bianello.it/,
https://turismo.comune.re.it/it/quattro-castella/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/castello-di-bianello,
https://www.icastelli.it/it/emilia-romagna/reggio-emilia/quattro-castella/castello-di-bianelloFoto: la prima è presa da
http://www.sentieromatilde.it/en/dt_gallery/castello-di-bianello/, la seconda è presa da
http://reggionelweb.it/2016/03/tante-novita-alla-riapertura-del-castello-di-bianello/
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