giovedì 1 marzo 2018

Il castello di giovedì 1 marzo



BIBIANA (TO) - Castello in frazione Famolasco

La prima documentazione storica di Bibiana è data da un atto del 1027 del "cartario di Cavour" che designa la località col nome di Villa Bibiana. Nel 1259 passò sotto la signoria dei Savoia - Acaja.
Al 1335 risale la grandiosa costruzione delle mura di cinta che circondavano tutto il territorio comprendente il castello di Castelfiore e le decine di case ai piedi della collina. Bibiana contava allora poche centinaia di abitanti, non così pochi se si pensa che Torino ne contava solo 5.000. Poi, per secoli, epidemia di peste causò molte vittime; il 22 settembre 1592 le soldatesche francesi del Lesdiguierès scesero dal Monginevro e con furia distruttrice si avventarono su Bricherasio, Cavour e Bibiana, ove rovinarono case, mura e l'antico castello dei Luserna di Castelfiore. Altre morti, distruzioni e saccheggi un secolo dopo: il 7 novembre 1690 le truppe francesi capitanate dal generale Catinat rovinarono case e chiese e bruciarono il prezioso archivio storico della chiesa di San Bernardino. Avvenimento di rilievo nella storia di Bibiana è il soggiorno del Duca di Savoia e futuro I° Re di Sardegna Vittorio Amedeo II°: nel 1706 in piena guerra di successione spagnola il duca, lasciata Torino assediata dai francesi, fu ospitato nel convento di Castelfiore il 7 e il 25 Luglio. Ivi, recatosi sul vicino colle di San Bernardo per ispezionare la pianura sottostante, avrebbe pronunciato il solenne voto di far erigire la basilica di Superga se Torino fosse stata liberata. Al '700 risale la costruzione certamente su insediamenti precedenti, delle numerosissime cascine che con la loro caratteristica architettura costellarono tutto il territorio di Bibiana, specie la prospera pianura coltivata da secoli con passione e tenacia: esempi di capacità, di iniziativa e di sicuro progresso economico e sociale dei bibianesi, malgrado le ripetute distraziate vicende storiche. Per secoli, distruzioni e ricostruzioni: contrasti tra le politiche distruggitrici dei potenti e la costruttiva tenacia dei sudditi. La tranquilla secolare fedeltà a casa Savoia terminò con la guerra di liberazione. Il territorio di Bibiana fu sede di sanguinose vicende belliche con atti di valore e tragiche morti. Nel 1037 la prima carta in cui si trova il nome di “Famolasco” è un documento denominato Cartario di Cavour, per un atto segnato in “Ville Bibiana”. Nel 1064 “Adalasia, Magnifredi filia, Oddonis uxor” (la Marchesa Adelaide di Susa) donò all’ordine dei Benedettini (“Benedettini neri”, dall’abito nero che indossavano) dell’Abbazia di Santa Maria Pinerolo, da lei stessa fondata, le terre di Famolasco. A quel tempo la fortificazione era solo una casa-torre, probabilmente edificata nel X secolo, di forma quadrilatera di circa 9 m di lato, con scarpa e muri spessi 2 m. Aveva quattro piani ed un pozzo. I Benedettini abitarono la torre fino al XIII secolo, quando infeudarono consignori di Famolasco i Rorenghi. Nel 1272 era già presente un ampliamento dell’edificio: la torre era stata inglobata in una costruzione di circa 9 x 13 m, di tre piani, con un ponte levatoio di cui restano ancor oggi i segni. A questa costruzione venne addossata una torre quadrata sul lato sud. Sino al 1561 il castello fu baluardo contro i Valdesi, poi continuò la sua funzione difensiva in appoggio alla vicina Rocca di Cavour. Fu residenza della Famiglia Ferrero di Buriasco, Famolasco e Piobesi, della quale l’ultimo erede era noto col soprannome di Conte Codino. Modifiche di lieve entità vennero fatte, soprattutto nel cortile e negli edifici attorno al castello (stalle ecc.) nel XIX e XX secolo. Nel 1993, acquistato da privati, venne accuratamente ristrutturato. Accanto al castello vi era la coeva chiesa dedicata a San Biagio, trasformata in stile barocco nel XIX secolo. Dell’edificio originario resta solo l’ingresso sul lato a monte, ora tamponato. Posto in posizione panoramica, il castello ha conservato le sue caratteristiche originali. Costruito in pietra, ha tre saloni in ciascuno dei tre piani, cui si accede con una scala a chiocciola all’interno della torre. Vi è un bel caminetto del ‘500. La torre quadrata, caratterizzata da apparato a sporgere, presenta muratura in pietra sino ai beccatelli, con 54 feritoie. La parte aggettante è in mattoni pieni e presenta caditoie, cornice a dentelli sottogrondaia e quattro aperture ogivali da cui era possibile controllare a 360° il territorio circostante. Altri link suggeriti: http://atlante-operefortificate.blogspot.it/2015/05/il-castello-di-famolasco-bibiana.html, http://www.comune.bibiana.to.it/Home/Guida-al-paese?IDDettaglio=13790, http://www.portalebf.it/valp_04/da_cd/cast_bib/tx_cabib.htm

Fonti: http://www.comune.bibiana.to.it/Home/Guida-al-paese?IDPagina=13775&IDCat=2133, http://archeocarta.org/bibiana-to-castello-di-famolasco/,

Foto: la prima è di maxaimone su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/304971/view, la seconda è presa da http://www.latabarina.it/wp-content/uploads/2010/11/03-Castello-Famolasco-_1_02.jpg

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