CASTELFORTE (LT) – Castello di Suio
Il nome Suio è legato al castello, Castrum Suji, sorto per il controllo
della foce del Garigliano nel decimo secolo d.C. La fortificazione infatti è posta
su una altura, a circa 150 metri s.l.m., a ridosso della sponda settentrionale
del fiume da cui si ha una visuale da Monte Orlando (Gaeta) al Monte Massico.
Il ruolo del castello, realizzato prima del 1040 (data del primo documento che
fa riferimento a
Castrum Suji) quando il territorio era di proprietà del
conte Ugone di Gaeta, era importante per il controllo delle incursioni dei
corsari saraceni e dei loro insediamenti nella valle. Proprio in quell’anno metà
del castello venne donato alla potente Abbazia di Montecassino, che in seguito
a successive donazioni parziali ne ottenne il completo controllo nel 1078. Nell’ottobre
del 1079 l’abate
Desiderio
concesse agli abitanti di Suio le “
Chartae
libertatis”, delle Carte di franchigia, come aveva già fatto nel 1061
per Traietto, che includevano una serie di diritti e privilegi molto moderni.
Desiderio ampliò anche le fortificazioni, e lo stesso fece l'abate Gerardo (1115
– 1125). Suio entrò nell'orbita normanna nel 1140 insieme a Gaeta. Agli inizi
del Duecento nel castello nacque Tommaso da Suio, maestro e notaio alla corte
dell’imperatore Federico II di Svevia. Nel XVI secolo sia il castello che il
borgo videro un rapido spopolamento, andando così a dipendere, insieme al
vicino borgo di Castelforte, alle sorti del ducato di Fondi e di conseguenza
della famiglia Caetani. Con la signoria della famiglia Caetani, Castelforte e
Suio attraversarono un periodo di relativa pace e di tranquillità anche se
nella famiglia stessa si ebbero dissensi sia per lo scisma d’occidente con
l’elezione a Fondi nel 1374 dell’antipapa Clemente VII patrocinata e sostenuta
da Onorato I e sia per le contrapposizioni dei vari membri della famiglia negli
schieramenti dei pretendenti al trono dell’Italia meridionale. Ai Caetani nel
1497 nella contea di Fondi subentrò Prospero Colonna che in seguito alla
battaglia del Garigliano ebbe rinnovato il possesso. Vespasiano Colonna
successe al padre Prospero nel 1503 e dopo la sua morte il feudo fu ereditato
dalla figlia di primo letto Isabella. Nel 1570 ad Isabella subentrò il figlio
Vespasiano II nato dalle nozze con Luigi Gonzaga ed a questi la figlia di
Vespasiano Isabella che sposò nel 1591 Luigi Carafa, principe di Strigliano, a
cui portò in dote la Contea di Fondi e quindi anche Castelforte e Suio. A Luigi
Carafa di Stigliano e Isabella Gonzaga che governarono queste terre dal 1591 al
1602, dopo alterne vicende di famiglia successe nel 1624 la nipote Anna Carafa
figlia del premorto figlio Antonio. Questa sposò nel 1636 don Filippo Raniero
Guazman (viceré di Napoli dal 1637 al 1644) a cui successe il figlio don Nicola
Carafa Guzman, principe di Stigliano che governò sino al 1689. Morto senza
lasciare figli o altri legittimi necessari, i “suoi feudi furono devoluti alla
Regia Corte”. Questa mise in vendita le terre cadute in successione
(Castelforte, Suio, ecc.) che nel 1691 furono aggiudicate al Conte don Antonio
Carafa della Spina, la cui famiglia ne mantenne il possesso sino al principio
del 1800 quando sotto la spinta della rivoluzione francese fu abolita la
feudalità. Il castello nella sua forma originaria risalirebbe agli inizi del
Duecento. Di pianta quadrata era composto da mura in pietra locale con torri
angolari cilindriche con beccatelli e merlature, oggi quasi completamente sparite.
Nella parte sud delle mura di cinta c'era una porta, non più esistente, che
veniva aperta la mattina e chiusa la sera, per la quale gli abitanti uscivano
per accudire ai lavori dei campi e per altre attività. Al centro del castello
si ergeva maestosa una torre, simile a quelle di Castelforte e di Ventosa (
frazione del vicino Comune di SS. Cosma e Damiano) che serviva per sorvegliare
la piana del Garigliano. Questa torre andò distrutta in parte dal terremoto del
settembre 1349 e totalmente nel 1912 dai bombardamenti. Buona parte delle mura
perimetrali e del manufatto interno è stato completamente modificato con la
costruzione avvenuta nella metà del Novecento di edifici di carattere abitativo
che hanno ormai irrimediabilmente danneggiato le antiche strutture. Durante la
Seconda Guerra Mondiale, trovandosi sulla Linea Gustav, il castello è rimasto
in parte danneggiato. Negli ultimi anni il castello è stato oggetto di lavori
di restauro (da ricordare un finanziamento concesso dalla Regione Lazio nel
2006), nel corso dei quali sono stati ritrovati i frammenti di alcuni affreschi
di età desideriana di particolare pregio.
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