LEONFORTE (EN) – Palazzo Branciforti
Iniziato a costruire nel 1610, con maestranze romane e
palermitane che lavorarono sotto la direzione dei tre capomastri ennesi Gianguzzo,
Inglese e Calì, il suo completamento si protrasse per mezzo secolo. In
posizione dominante il paese, fu la dimora del Principe fondatore Nicoló
Placido Branciforti e della sua famiglia sino al 1850, quando l’ottavo ed
ultimo Principe, Giuseppe Branciforti, lasciò per sempre la città per
trasferirsi definitivamente a Parigi. Si presenta con una mole inconsueta e
stupefacente per un centro agricolo di nuova fondazione. Ha pianta quadrangolare
e tre elevazioni, è dotato di ampio cortile interno quadrato e presenta una
fila di finestre a piano terra e balconi simmetrici con mensole scolpite al
primo piano. Elegante il manieristico portale a bugne (simile a quello del
palazzo che il Principe possedeva a Palermo), con motivi figuranti sui
pennacchi e sulle mensole del sovrastante balcone centrale, sul quale sono
scolpite armi e trofei da guerra attribuite allo scultore romano Fabio
Salviati. Il lato sud del Palazzo presenta due bastioni di fortificazione circoscriventi
una villetta, realizzata nel 1878 dal Comune, che si affaccia sulla via
Garibaldi e che ha come magnifico scenario la suggestiva zona storica della
città. Internamente l’ampio cortile presenta al centro una profonda cisterna
anch’essa di forma quadrata come l’intero complesso architettonico. Ai lati si
aprono i magazzini, l'arsenale e altri ambienti. Sull' ala centrale, in
corrispondenza del portone d'ingresso, si erge uno scalone di accesso ai due
piani superiori del palazzo che costituivano la residenza del principe. Le sale
di rappresentanza, di cui una che poteva accogliere circa 400 persone, sono decorate
con pregevoli stucchi e sono state restaurate di recente. I sotterranei infine
erano adibiti a magazzini per conservare l'olio e a carcere. Il deterioramento
di questo edificio, purtroppo, è stato costante e progressivo nel tempo, sia
all’interno che nel prospetto. Acquistato nell'Ottocento dai Conti Li Destri subì
infatti diverse manomissioni, mentre un crollo negli anni Cinquanta ha
irrimediabilmente cancellato l'ala est, oggi parzialmente ricostruita. Venne
distrutta la galleria che collegava il Palazzo con la chiesa di S. Antonino,
che fungeva da cappella palatina della famiglia Branciforti; con essa venne
anche distrutto il giardino con alberi secolari per lasciare il posto ad un
edificio scolastico. Nel 1980 si è provveduto al consolidamento del tetto,
mentre nel 1988 è stato pavimentato il cortile interno con cotto a taglio. Il
palazzo è stato sede di fastose mondanità documentate in testamenti ed altre
scritture e ha ospitato illustri personalità tra cui Giuseppe Garibaldi che,
tra il 15 e il 16 agosto 1862, da uno dei balconi parlò al popolo di Leonforte
e Amedeo di Savoia, duca di Aosta, che nel 1923 si trovava a Leonforte per una
battuta di caccia, ospite dell'amico Giovanni Scelfo ufficiale di artiglieria. Oggi,
la parte ancora abitabile è di proprietà privata. Nel marzo del 2010 è stata
attivata la nuova illuminazione artistica sulla facciata del glorioso palazzo.
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