MONDAINO (RN) – Rocca Malatesta
Di forte impatto, visibile dal fondovalle con la sua
imponenza di un tempo, è la Rocca Malatestiana, pregevole architettura del XIV
secolo. Da una bolla di papa Sisto IV si legge che la costruzione del forte fu
opera dei mondainesi. Nel 1289 Mondaino, assieme a Santarcangelo, Saludecio,
Meleto e Montepettorino, si ribellò al comune di Rimini e passò dalla
parte dei Malatesta.
Così il castello divenne un importante baluardo nello scacchiere difensivo
malatestiano, proprio al confine con i territori degli acerrimi
nemici Montefeltro. Attorno al 1330 venne costruita la rocca, o meglio
il palatium, data la sua funzione sia difensiva che
residenziale. Poi, in seguito a lotte intestine, il castello passò in mano a
Ferrantino, che lo tenne fino al 1348. In quegli anni iniziarono le guerre
e gli assedi al castello. Mondaino ne subì ben sette, tra il 1331 e il 1517, da
parte della Chiesa, dei Malatesta stessi e delle truppe feltresche, riuscendo
quasi sempre a resistere e a respingere gli assalitori. Proprio per questo
Francesco Sforza, duca di Milano, lo riteneva inespugnabile e Federico da Montefeltro
lo definì "Luogo forte et importante, che a nessun patto può essere
conquistato". Con la signoria di Sigismondo Malatesta il
castello venne ingrandito e fortificato tramite la costruzione di 13 torrioni
poligonali, per contrastare proprio il "nemico" Federico da
Montefeltro. Sigismondo inoltre la dotò di una elegante merlatura ghibellina. Ma
anche questo non bastò a salvare il lungo domino malatestiano che terminò con
la dura sconfitta patita da Sigismondo nel 1462 contro l'esercito pontificio e
feltresco. Da quel momendo Mondaino passò sotto l'autorità ecclesiastica, che
durò per diversi secoli, interrotta solo per brevi periodi da quella di Cesare
Borgia, del principe di Macedonia e dei Medici di Firenze. Durante il periodo
malatestiano, Mondaino divenne sede privilegiata anche per importanti incontri
diplomatici, tanto da essere ricordato come il "paese dei
patti". In particolare i Malatesta e i Montefeltro si
incontrarono due volte per siglare paci più o meno brevi. La prima nel 1389 tra
Carlo Malatesta e il conte Antonio da Montefeltro, e la seconda il 29 novembre
1459, quando Sigismondo Pandolfo e il duca Federico si trovarono, per un
incontro amichevole, nel convento di Monteformosino. Vi sono due elementi
caratteristici nella fortificazione: la splendida terrazza, posta nel suo punto
più alto, dalla quale si domina tutta la Romagna, il litorale pesarese e il
Montefeltro, mentre nel suo punto più basso i passaggi e condotti segreti,
scavati nel tufo, sotto il maschio e pronti per essere utilizzati in caso di
assedio come cisterne o in caso di disfatta come sicura via di fuga. Tali
camminamenti sotterranei sono stati scoperti nel 1987. Alla Rocca è legata
anche la figura del poeta mantovano Giovanni Muzzarelli, amico dell'Ariosto e
del Bembo, che fu governatore della rocca dal 1509 al 1514 per volere di papa
Leone X. Tra le sue opere principali si ricordano le Rime e l'Amorosa
Opra, dedicata ad Elisabetta Gonzaga duchessa di Urbino. Durò poco il suo
governo, poichè vittima di un misterioso assassinio, durante un agguato, e poi "buttato
nel fosso insieme con la mula e il garzone". La Rocca fa da sfondo a
tutte le manifestazioni che si svolgono in paese; la principale è il
"Palio de lo Daino", rievocazione rinascimentale tra le più
importanti, apprezzate e visitate del panorama locale e nazionale che si tiene
a cavallo del ferragosto di ogni anno. La manifestazione rievoca la pace
firmata da Sigismondo Malatesta e Federico da Montefeltro nel 1459. All’interno
della rocca si possono ammirare, oggi, la Madonna del Latte, bell’affresco (XV
sec.) di Bernardino Dolci di Castel Durante. Attualmente l'edificio è sede del
municipio e del Museo Paleontologico, allestito fin dal 1981, che espone un
campionario dei fossili di fauna e flora rinvenuti nel territorio di
Mondaino, risalenti alla fine del Miocene (circa 5 milioni di anni
fa). I fossili di Mondaino sono celebri per la varietà dei pesci, appartenenti
a 21 specie diverse, e per rari resti di uccelli. Attraverso la lettura
del Grande Libro dell'Evoluzione Terrestre, il visitatore riscopre la
natura intima di queste terre di Romagna e gli sconvolgimenti che ne mutarono
la fisionomia nel periodo miocenico (da 26 milioni a circa 5 milioni di anni
fa).
Fonti: http://it.wikipedia.org,
http://www.mondaino.com, http://www.cattolica.info,
http://www.altraromagna.net
Le foto sono due cartoline della mia collezione
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