SELVAZZANO DENTRO (PD) – Castello Capodilista della
Montecchia
Tra Selvazzano e Saccolongo una
deviazione porta verso Montecchia dove, sul colle sulla destra, è ubicata la
Villa Emo Capodilista, risalente al XI secolo e più volte rimaneggiata. L’edificio
che si può ammirare attualmente venne progettato da Dario Varotari, con
giardino all’italiana e parco alberato situato sul declivio. In questa zona -
dove era facile organizzare una difesa e la fauna abbondava - sorse nel
Medioevo un sistema fortificato. La sua storia è legata al nome di grandi
famiglie padovane che qui avevano uno dei loro feudi. E' a partire dal 1472,
anno in cui Annibale Capodilista fu investito del feudo di Montecchia, che il
luogo lega la sua fama al nome dell'antica e illustre casata che ne è, ancora
oggi, proprietaria. Della famiglia Capodilista si trovano tracce già all’epoca
di Carlomagno. Quando questo Re, alla fine dell’VIII secolo scese in Italia
contro Desiderio ultimo Re dei Longobardi, i fratelli Transalgardo – così come
si chiamavano allora i Capodilista – appartenevano al suo esercito. Entrambi si
distinsero nelle azioni che culminarono con la cattura del condottiero
dell’esercito avversario. Uno di loro Carlotto, era il capitano di una
compagnia contraddistinta da una fascia (lista) e così fu chiamato capo di
lista. Gli fu concesso di mantenere questo nome e gli venne dato il titolo di
conte. I Capodilista si stabilirono nei dintorni di Padova e occuparono
posizioni di potere civili e militari o come principi della Chiesa, tra questi
ultimi emerse il beato Giordano Forzatè fondatore del convento di San Benedetto
a Padova.
Nel 1783 Beatrice, l’ultima discendente della famiglia Capodilista, andò in sposa a Leonardo Emo, patrizio veneto, appartenente ad una delle più antiche famiglie della Serenissima. Da quel momento la famiglia portò il nome Emo Capodilista. Il sistema fortificato, anche a causa delle diverse proprietà, ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli. Dell'articolazione difensiva di un tempo, oggi solo il mastio evoca le atmosfere belliche (essendo andato distrutto nel tempo anche il castello troneggiante sull'altura della Montecchia). All'inizio del '900 il conte Lionello Emo-Capodilista intraprese una complessiva opera di rinnovamento: restaurò, con la suggestione del linguaggio decorativo dell'epoca, l'ala con le alte finestre ad arco che era stata costruita nel '500 a ridosso della torre, sul lato occidentale; costruì inoltre, un nuovo complesso di edifici di atmosfera medioevale, frutto dell'ispirazione a diversi modelli di castelli, e adattò il tutto a luogo di villeggiatura. In questi luoghi, secondo una pia tradizione, avrebbe avuto luogo un difficile incontro tra Ezzelino da Romano e Antonio, il Santo di Padova, alla presenza del Beato Giordano Forzatè, antenato dei Capodilista e Priore di San Benedetto. La caratteristica di questo torrione, comunque, è data dal suo rapporto con il terreno circostante che rende palese quanto già evidenziato nei documenti: la vocazione rurale della postazione, ricca di vigneti e di prati per il pascolo delle pecore. Un destino rafforzato allorquando nel '500 sul colle della Montecchia venne costruita la Villa (a pianta quadrata, su due piani di quattro stanze ciascuno, con doppio loggiato sulla facciata), nata quale casino di caccia su progetto di Dario Varotari, al quale si deve anche il maggiore apporto alla ricca decorazione ad affresco. Oggi i conti Emo-Capodilista hanno intrapreso un'attività imprenditoriale che ha conservato tale vocazione. Nel contesto della Montecchia (che unisce la visita alla Villa a quella del castello) è stato realizzato un Museo di vita rurale con lo scopo di ricordare il lavoro della terra che ha contraddistinto l'area. L’accesso alle sale è permesso da una splendida scala di quattro rampe a croce greca. Ampie logge si affacciano dall’alto della collina sul giardino e sull’ameno paesaggio della campagna circostante. La tenuta comprende anche una chiesetta del XVI secolo ed è circondata da un campo da golf di 27 buche. La Montecchia può ospitare congressi, matrimoni, meeting d'affari e ricevimenti; nell' agriturismo si possono assaggiare e comperare i vini D.O.C. e i prodotti aziendali. Altre notizie e, soprattutto, foto su http://www.golfmontecchia.it/images/stories/remote/capodilista.pdf ma vi è anche un sito dedicato che è il seguente: http://www.lamontecchia.it
Nel 1783 Beatrice, l’ultima discendente della famiglia Capodilista, andò in sposa a Leonardo Emo, patrizio veneto, appartenente ad una delle più antiche famiglie della Serenissima. Da quel momento la famiglia portò il nome Emo Capodilista. Il sistema fortificato, anche a causa delle diverse proprietà, ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli. Dell'articolazione difensiva di un tempo, oggi solo il mastio evoca le atmosfere belliche (essendo andato distrutto nel tempo anche il castello troneggiante sull'altura della Montecchia). All'inizio del '900 il conte Lionello Emo-Capodilista intraprese una complessiva opera di rinnovamento: restaurò, con la suggestione del linguaggio decorativo dell'epoca, l'ala con le alte finestre ad arco che era stata costruita nel '500 a ridosso della torre, sul lato occidentale; costruì inoltre, un nuovo complesso di edifici di atmosfera medioevale, frutto dell'ispirazione a diversi modelli di castelli, e adattò il tutto a luogo di villeggiatura. In questi luoghi, secondo una pia tradizione, avrebbe avuto luogo un difficile incontro tra Ezzelino da Romano e Antonio, il Santo di Padova, alla presenza del Beato Giordano Forzatè, antenato dei Capodilista e Priore di San Benedetto. La caratteristica di questo torrione, comunque, è data dal suo rapporto con il terreno circostante che rende palese quanto già evidenziato nei documenti: la vocazione rurale della postazione, ricca di vigneti e di prati per il pascolo delle pecore. Un destino rafforzato allorquando nel '500 sul colle della Montecchia venne costruita la Villa (a pianta quadrata, su due piani di quattro stanze ciascuno, con doppio loggiato sulla facciata), nata quale casino di caccia su progetto di Dario Varotari, al quale si deve anche il maggiore apporto alla ricca decorazione ad affresco. Oggi i conti Emo-Capodilista hanno intrapreso un'attività imprenditoriale che ha conservato tale vocazione. Nel contesto della Montecchia (che unisce la visita alla Villa a quella del castello) è stato realizzato un Museo di vita rurale con lo scopo di ricordare il lavoro della terra che ha contraddistinto l'area. L’accesso alle sale è permesso da una splendida scala di quattro rampe a croce greca. Ampie logge si affacciano dall’alto della collina sul giardino e sull’ameno paesaggio della campagna circostante. La tenuta comprende anche una chiesetta del XVI secolo ed è circondata da un campo da golf di 27 buche. La Montecchia può ospitare congressi, matrimoni, meeting d'affari e ricevimenti; nell' agriturismo si possono assaggiare e comperare i vini D.O.C. e i prodotti aziendali. Altre notizie e, soprattutto, foto su http://www.golfmontecchia.it/images/stories/remote/capodilista.pdf ma vi è anche un sito dedicato che è il seguente: http://www.lamontecchia.it
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