SAN MAURO FORTE (MT) – Torre normanna
Unico elemento superstite dell’antico complesso fortilizio
che proteggeva l’abitato, la torre ha forma circolare con la base inglobata in
bastione a perimetro stellato probabilmente aggiunto successivamente. La
tipologia dell’impianto strutturale porta alcuni storici a ritenere la torre di
epoca primo-angioina anche se la fortezza originaria è ritenuta di impianto
normanno-svevo. Infatti, in età normanna (inizi del XII secolo) il nucleo
abitato, diventato parte della contea di Montescaglioso, fu ampliato e munito
di un castello dal conte Loffredo, le cui tracce residuali ancora si
riconoscono al di sotto della chiesa parrocchiale. Il fortilizio aveva,
probabilmente, la forma di un parallelepipedo con una corte centrale, simile a
quello di Gioia del Colle in Puglia. Poi passò ai Del Balzo e agli Orsini, ai
Sanseverino, ai Della Marra, ai Carafa ed ai Colonna. La vera crescita del
paese si registrò, tuttavia, nel periodo angioino, allorché l’abitato si
espanse in modo eccezionale con un tessuto edilizio pianificato secondo moduli
costanti, seguendo un ordinamento per piccoli isolati rettangolari e quadrati.
In questa fase, forse tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, al
castello fu accostata una torre cilindrica coronata da mensole, beccatelli e
merli. La nuova struttura restava collegata a quella antecedente attraverso un
pontile o un ponte levatoio e costituiva il centro delle difese fisse secondo
una logica difensiva più evoluta applicata in varie località tra cui S. Agata
dei Goti in Campania (sistema che presenta evidenti analogie) e Corigliano
Calabro. Gli eventi bellici che travagliarono il Mezzogiorno tra il 1435 ed il
1486, con la lotta per la successione al trono del Regno di Napoli e la guerra
civile culminata nella congiura dei baroni, indussero a migliorare le
fortificazioni sia dei centri costieri, sia dei centri interni, in particolare
di quelli collocati in posizione geografica strategica. In tale arco temporale
fu realizzata una contro-torre a scarpa, modellata a festoni, che tuttora
circonda alla base la torre cilindrica. Dalle caratteristiche architettoniche
si può desumere che ricalchi la tipologia introdotta dall’architetto Guglielmo
Sagrera a Napoli in Castel Nuovo nel 1456. Rientra in un più generale processo
di adeguamento tecnico delle fortificazioni avvenuto in varie zone del
Mezzogiorno nella cosiddetta età di transizione. Trova analogie tecniche con i
rimodellamenti del castello di Ortucchio, realizzato nel 1488 da Antonio
Piccolomini, che presenta un simile processo di riconversione di strutture
medievali, includendo all’interno di un recinto una torre preesistente, del
fortilizio di Calascio in Abruzzo e della torre di Adrano in Sicilia che
costituiscono esempi di trasformazione di una semplice fortificazione
preesistente in un presidio militare vero e proprio. Rispetto a questi
riferimenti la torre di San Mauro dimostra di possedere, tuttavia, un più
singolare connubio di elementi medievali e moderni, oltre ad una straordinaria
dotazione di mezzi di difesa, poiché doveva contare su almeno undici bocche da
fuoco di lunga gittata. Si tratta di un’eccezionale concentrazione di armamenti
che ne fanno una delle più complete postazioni del Mezzogiorno. L’interno si
sviluppa su tre livelli oltre al basale, composti da un unico ambiente. Al
primo piano, che si raggiunge attraverso una porta sita sul camminamento basale,
si riconoscono un grande camino e il boccapozzo di una cisterna ricavata nella
roccia su cui è fondata la struttura. I principali elementi di architettura
militare si riconoscono nelle feritoie distribuite sia sul bastione che sul
perimetro della torre, nei beccatelli di coronamento della struttura che in
origine reggevano archetti pensili e nelle feritoie per cannoniere presenti sia
sul camminamento del bastione che all’ultimo livello. Probabilmente il lato
occidentale della struttura, dove oggi si estende la piazza, era protetto da un
fossato successivamente colmato, mentre il lato orientale era difeso dalla
rupe. Alla fine del XVIII secolo il feudo fu acquistato da diversi acquirenti
(già amministratori dei feudatari): Arcieri, Lauria e Acquaviva, i quali
s’investirono del titolo di baroni, si stabilirono nel paese e si costruirono i
propri palazzi. La torre per secoli è stata riprodotta in dipinti e stemmi
familiari del luogo e, negli anni '80, nella serie filatelica dei castelli.
Fonti: http://www.hevelius.it/webzine/leggi.php?codice=191,
Testo del cartello che si trova nei
pressi della Chiesa e riportato su http://www.basilicata.cc,
http://it.wikipedia.org, http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/cultura/percorsi/pdf_comuni/san_mauro.pdf
Foto: da www.hevelius.it
e una cartolina della mia collezione
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