venerdì 11 ottobre 2013

Il castello di venerdì 11 ottobre






SANT’ALESSIO CON VIALONE (PV) – Castello

Noto come Sancto Alexjo fin dal XII secolo, appartenne alla nobile famiglia Canepanova di Pavia, cui fu tolto dai Beccaria nel XIV secolo. Un ramo di questa casata prese nome da Sant'Alessio, poi Beccaria di Montebello. Dopo l'estinzione di tale ramo (1629) il paese non fu più infeudato. Sant'Alessio nacque come fortezza. L'edificio originario consisteva in una vasta cinta muraria quadrata, al centro della quale sorgeva l'alta e possente torre, priva al piano terreno di qualsiasi entrata o finestra, ad eccezione del pertugio che si può ancora osservare al centro della volta. Mura e torre vennero innalzate intorno all’anno mille (o anche prima), sul luogo di un insediamento bizantino-longobardo, e sono rimaste praticamente intatte attraverso i secoli. Nel 1413 il condottiero Franceschino Beccaria acquistò o usurpò l’antica fortezza dalla famiglia Canepanova. Nel 1481 Girolamo Beccaria, figlio di Franceschino, trasformò la fortezza in castello, rispettando sostanzialmente la volumetria originale, forse per usarlo come casa di caccia, data la vicinanza del Parco Visconteo. Importanti decorazioni architettoniche e pittoriche abbracciano gli stili romanico, gotico e rinascimentale. Nel Febbraio del 1525 Giovanni delle Bande Nere assediò le forze dell’Imperatore Carlo V, acquartierate nel castello di Sant’Alessio, che subì rilevanti danni ma non fu espugnato. Nella notte del 24 febbraio gli spagnoli lasciarono il fortilizio e andarono a vincere la Battaglia di Pavia, dopo la quale il castello venne restaurato e riprese la vita cortese. Probabilmente nell’ambito di un più vasto programma, che dovette interessare tutto il contado, il castello fu trasformato in ospizio per i pellegrini romei. Affreschi di grande importanza iconografica sono presenti nella torre ristrutturata. Tra il 1796 e il 1973 il castello, in stato di degrado, ebbe diversi utilizzi: come stalla, adibito a uffici, come scuola, come granaio. Dopo il 1973 avvenne il suo restauro, con la riapertura del fossato interrato, e il castello tornò parzialmente all’antico splendore e si riappropriò di una delle antiche funzioni dei castelli, diventando il centro nevralgico di un’attività di grande rilievo sociale. Infatti dal 1994 è sede dell’Oasi di Sant’Alessio, nata per la reintroduzione degli animali selvatici. Sant'Alessio è uno dei rari castelli lombardi ad aver mantenuto il merlo di tipo quadrato, di origine romanica, e a non aver mai adottato quello a coda di rondine, detto ghibellino. L'importanza dell'edificio consiste anche nell'essere testimonianza di una forma molto primitiva di castello di pianura. Presenta un impianto "a simmetria zenitale", ossia costituito da un'alta torre centrale posta all'interno di un cortile delimitato da un edificio articolato su quattro corpi di fabbrica. I rispettivi profili di pianta sono tutti contenuti entro tre quadrati concentrici. Questo impianto di perfetta simmetria, geometricamente di alto livello, ne fa una realizzazione di alto interesse, e tradisce forse la mano di un architetto, o almeno di maestranze, di vaglia, di cui però non sappiamo nulla. La torre è un massiccio parallelepipedo in mattoni, conclusa alla sommità da un loggiato-vedetta costituito da tre fornici per lato. Poderosa e alta, è veramente il perno non solo militare, ma anche visivo, di tutto il complesso. Le quattro fronti del castello hanno basamento scarpato. L'edificio sorge in posizione isolata nella campagna e ciò ne aumenta l'effetto visivo.

Foto: da http://www.paviaedintorni.it (di p@trizia) e di ergopower su http://rete.comuni-italiani.it

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