mercoledì 23 ottobre 2013

Il castello di mercoledì 23 ottobre





PANNARANO (BN) – Palazzo Cocozza Campanile

Le origini di Pannarano sono incerte. Anticamente il suo nome era Ponderano, che sembra derivi da tre definizioni: "ricco di grano", "pantano", oppure da un vocabolo greco indicante "luogo posto in alto, dal quale é possibile ammirare il sottostante panorama". Le ultime due definizioni potrebbero essere all'origine del nome perchè oggi il centro del paese é a 350 metri sul livello del mare, ma il borgo originario si trovava ed in parte ancora si trova, affacciandosi sulla Valle Caudina, molto più in alto, ai piedi della montagna di Basso o Monte Milone. Un manoscritto del 1500 di G.B. Formichelli, presbitero della terra di Panderano, colloca la fondazione di questo paese intorno alI' anno 295 a.c. Da documenti ufficiali più attendibili l'esistenza di questo piccolo centro risale già ai secoli XIII e XIV con la denominazione di "Casali Ponderani". Pannarano venne infeudato ai Della Leonessa, i quali l’ebbero dalla famiglia Stendardo per il matrimonio di Guglielmo Della Leonessa con Isabella Stendardo. Sarebbe stato proprio Guglielmo della Leonessa ad erigere il castello di Pannarano come utile difesa. Fu durante il dominio del figlio Marino, che questo centro subì gravi danni a causa delle lotte Aragonesi, così come riporta un famoso diario anonimo. Nel 1456 l'ebbe Gabriella della Leonessa come dote di matrinonio, poi in seguito venduto a Francesco De Lagonissa. Lo Stato delle Rendite presentato da Fabrizio della Leonessa alla Regia Camera della Sommaria il 25 Settembre 1465 riporta il feudo di Pannarano tra i possedimenti della sua casata. In seguito gli eredi di Gabriella della Leonessa fecero annullare la vendita prima descritta ed alienarono il feudo a Martino Marziale di Napoli, Regio Consigliere di Ferdinando I° d'Araragona con atto stipulato nel castello di Pannarano il 19 Aprile 1485. Con la morte del Marziale senza che egli avesse lasciato eredi legittimi, il feudo passò di diritto alla Corona di Spagna. Federico d'Aragona lo donò al suo "paggio" Giovannantonio Caracciolo il 5 maggio 1498, che morì il 10 maggio 1543, e a cui successe il figlio Giovan Francesco senior. Giovan Francesco junior divenne barone di Pannarano nel 1605. Il barone Benedetto Caracciolo nel 1690 invitò presso il suo castello di Pannarano un noto avvocalo Napoletano, Niccolò Amenta, uomo di lettere e professore di diritto, che descrisse le bellezze del paese nella sua opera "I capitoli". Il feudo rimase ai Caracciolo fino al 1846 e solo qualche anno più tardi fu venduto per 3200 fiorini al Sig. Eustachio Abate, il quale provvide a restaurare il palazzo marchesale. La sua unica figlia sposò il marchese Carlo Cocozza Campanile da San Martino Valle Caudina. Gli eredi di Carlo Cocozza Campanile, morto prematuramente, tra il 1925 ed il 1935 gradualmente alienarono tutti i beni di cui erano proprietari a Pannarano. Anche il castello restò smembrato da più vendite e le sue caratteristiche di maniero feudale risultarono, soprattutto in seguito, profondamente compromesse. Ma se l'aspetto architettonico lo imponeva all'ammirazione dei cittadini non meno interessante era il suo patrimonio interno. Aveva una cappella privata i cui arredi, tra cui alcune tele di Santi di notevole valore, vennero donati alla congrega del SS. Rosario, ma oggi di essi non vi è più traccia. Vantava anche un salone di grosse dimensioni che ancora nel 1923 era stato fatto affrescare dal pittore napoletano Di Lisio. Le esigenze idriche del castello erano servite da un acquedotto in tubi di terracotta che dalla sorgente "Tavella" vi adduceva acqua a profusione. Potete trovare altre informazioni al seguente link: http://dsgsgis.units.it/OL/progetti/Partenio/pdf/Storico.pdf


Foto: da www.terredelsannio.it (d'epoca) e da http://digilander.libero.it/pannarano.benev/moderne.htm e



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