martedì 29 gennaio 2013

Il castello di martedì 29 gennaio






VILLASIMIUS (CA) – Fortezza Vecchia

E’ un monumento di notevole interesse, sia dal punto di vista architettonico, in quanto presenta forme e tipologie che testimoniano interventi succedutisi nel tempo, sia dal punto di vista storico, per essere stato testimone e protagonista di vari periodi della storia di Villasimius. Sorge su un promontorio poco distante dal Capo Carbonara, posto all’estremità orientale dell’ampio Golfo di Cagliari. Ha una struttura complessa, il cui primo nucleo risale probabilmente al XIV secolo, ipotesi rafforzata dall’analisi delle strutture murarie e delle vicende storiche del periodo. E’ in quel periodo che Carbonara, l’antica Villasimius, passò agli aragonesi, i quali la concedettero come feudo alla famiglia Carroz come ricompensa per il ruolo fondamentale avuto durante la conquista della Sardegna. I primi innesti spagnoli risalgono all’incirca al 1580-1590 e sono imputabili alla politica di fortificazione delle coste sarde attraverso torri fra loro collegate, voluta da Filippo II Re di Spagna, con l’obiettivo di difesa dagli attacchi turco-barbareschi, che saccheggiavano da decenni le coste sarde. In origine, sotto il dominio aragonese, la fortezza presentava pianta triangolare equilatera, con i lati di circa 11 m, spessore murario di circa 1,20 m e altezza di circa 10 m. L'ingresso sopraelevato era rivolto verso il mare, protetto alla base da un rivellino, cioè da un opera addizionale più bassa, a forma di V. All'interno di questa muraglia, già alla fine del Cinquecento venivano ricoverate le barche dei corallari, dei pescatori di tonno e veniva custodito il pescato. Tra il 1590 ed il 1591 nella fortezza fu insediata una guarnigione che doveva vigilare sulla tonnara. Da questo momento essa acquisì un ruolo fondamentale nella difesa costiera. In epoca sabauda la torre non venne abbandonata, mantenendo dunque la sua funzione di sorveglianza. Per quanto riguarda la sua manutenzione, dal 1720 furono necessarie diverse riparazioni. Restaurata nel 1769-70 su progetto dell'ingegnere Belgrano da Famolasco, nel 1790 ebbe un secondo intervento più radicale. Su disegno dell'ingegner Quaglia, il mastio triangolare venne trasformato in un piccolo complesso a quattro lobi a spigolo vivo, innestando dei minibastioni ai vertici del triangolo. Questo schema permetteva l'eliminazione degli angoli morti al fuoco di fucileria negli scontri ravvicinati. Nel complesso lo schema planimetrico di base non venne variato, conservandosi inalterato sino ai nostri giorni. Documenti scritti ci informano che nel 1767 ospitava un capitano, tre soldati e due cannoni, e nel 1812, riuscì a resistere ad un attacco barbaresco sotto i colpi del quale, erano cadute la torre di Serpentara e quella dell’ Isola dei Cavoli. Nel 1847 l’ultimo capitano della torre, l’alcaide, venne licenziato. La struttura cadde in uno stato di abbandono e divenne riparo dei pastori, fino al 1968, data dalla quale partirono i primi restauri della torre (a cura della Soprintendenza ai BAAAS di Cagliari) e si riscoprì interesse per la struttura. Nel 1987 furono inoltre realizzate altre opere di manutenzione e scavi nell'area del recinto. E' caratterizzata da diverse sale e da vari passaggi che permettono di spostarsi all'interno della torre tra i diversi punti di osservazione; attraverso una scala semicircolare si accede alla terrazza soprastante, dove venivano posizionate le armi e le munizioni. Oggi la fortezza è divenuta Museo. Di particolare fascino è un documento risalente al 1788, nel quale si invita l’Ammiraglio della torre ad allontanare la moglie dalla fortezza, in quanto la struttura non doveva essere esattamente idonea alla vita di una signora. La seconda foto è stata presa dal sito http://www.sardegnadigitallibrary.it

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