lunedì 17 marzo 2014

Il castello di lunedì 17 marzo






TRECENTA (RO) - Palazzo Pepoli

Detto anche "Palazzon", è posto appena fuori del centro cittadino, ma affacciato al corso d’acqua. L'edificio, a tre piani ed esternamente molto semplice, corrisponde esattamente alle tipologie architettoniche delle ville emiliano-toscane. I giochi di luce delle vetrate alternate alle colonnine aggettanti che piacevano ai veneziani, lasciano il posto ad un aspetto più severo di fortezza militare, con tanto di torri. Un corpo centrale e due torrioni sporgenti ai lati in mattoni: così si presenta la struttura di Trecenta i cui unici elementi decorativi sono la scalinata semicircolare, il portale d’ingresso e il cornicione dentellato. Risale al XVI secolo, già possedimento della famiglia dei Contrari, poi ereditato dalla Famiglia Pepoli di Bologna nell'ambito del Ducato di Ferrara. La storia del Palazzòn resta per molti aspetti ancora un enigma. Durante il restauro, terminato alla fine degli anni Novanta, il ritrovamento di quattro basamenti circolari di torri ha fatto ipotizzare che l’edificio fosse stato edificato su ciò che restava di un castello medioevale. L’interrato ha rivelato, invece, la presenza di una chiavica, sopra la quale i Pepoli vollero edificare il loro palazzo signorile. L’architettura idraulica corrisponde ad una esigenza della famiglia Contrari impegnata a rendere produttiva la propria tenuta. Studiosi e storici si stanno interrogando se prima del Palazzòn ci fosse un castello o solo una chiavica. Qualunque sia la verità, è certo che palazzo Pepoli alla fine del ‘500 doveva essere completato. Nel 1687 l’architetto bolognese Giuseppe Antonio Torri fu incaricato di un intervento di restauro. Con lui lavorò anche lo scultore bolognese Bezzi. Ai due si deve lo scenografico salone d’onore centrale con il ballatoio dotato di ringhiera lignea, raffinato esempio di gusto barocco. L’architettura si fa quinta teatrale e dai quattro angoli del soffitto calano lo sguardo i cigni dell’emblema della casata dei Pepoli. Ai lati delle pareti l’iniziale della famiglia Pepoli si intreccia con quella della famiglia dei Contrari in un gioco ornamentale e celebrativo insieme. Degna di nota anche una scala a chiocciola in marmo. Decaduti i Pepoli, nel ’700 subentrarono i banchieri toscani Spalletti. L’edificio, per anni fu destinato ad essiccatoio e magazzino. Solo nel 1987 fu donato alla Regione Veneto che con un importante opera di restauro gli restituì il suo antico splendore. Il palazzo si può definire il più interessante fra gli edifici nobiliari della zona; presenta caratteristiche tipicamente ascrivibili ai moduli costruttivi del secondo Rinascimento. Attualmente, a seguito degli interventi di restauro effettuati ai sotterranei ed ai piani nobili, viene impiegato a livello locale e polesano per ospitare iniziative a carattere turistico-culturale. Per approfondire consiglio il seguente link: http://www.prolocotrecenta.it/trecenta%20pillole/pubblic%20storia%20Palazzo%20Pepoli.pdf

Fonti: http://www.comune.trecenta.ro.it/il-comune/la-citta/palazzi-e-chiese/palazzo-pepoli, articolo di Micol Andreasi su http://www.rovigooggi.it, http://it.wikipedia.org, www.itinerariveneti.it
Foto: da http://www.itinerariveneti.it e di Threecharlie su http://it.wikipedia.org

1 commento:

Lenny ha detto...

altro link per approfondire l'argomento...http://www.ventaglio90.it/articolo.php?id=472