PRALORMO (TO) - Castello Beraudo
Poco distante da Piazza Vittorio Emanuele II, lungo via
Umberto I, si trova il Castello Beraudo la cui origine risale al XIII secolo, quando era una fortezza a
pianta quadrata per la difesa del territorio. Dal Medioevo sino all'inizio del
XIX secolo l'edificio era circondato da un fossato e vi si accedeva attraverso
un ponte levatoio. La storia del maniero si intreccia naturalmente con quella
delle famiglie che lo possedettero nel corso dei secoli. I fondatori furono i Signori di Anterisio, poi lo
possedettero i Gorzano, i Pelletta, i Biandrate e dopo la definitiva vittoria
di Asti, la residenza passò nell'orbita dei Roero (con Manfredo prima e i suoi
discendenti poi). Nel 1680 giunse da Barcellonette Giacomo Beraudo, capostipite
della famiglia attualmente proprietaria, quella dei Conti Beraudo di Pralormo,
il quale acquisì il terzo del castello posto verso sud e venne investito del
titolo di conte dalla reggente Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. I
suoi eredi amarono molto questa residenza e vi operarono grandi trasformazioni:
fecero costruire nel 1730 la bella
cappella dall'architetto Galletti, poi una sopraelevazione della stessa
con saloni e camere decorate con affreschi. Nel 1840 avvenne la ristrutturazione
dell’intero edificio, affidata all’architetto di corte Ernesto Melano. Eliminato
il ponte levatoio, venne costruito il portico d'ingresso, un grandioso scalone
e coperto il cortile centrale, trasformato in un salone d'onore, alto tre
piani. Il Conte Carlo Beraudo chiamò anche il famoso architetto paesaggista Xaver
Kurten che trasformò il piccolo giardino di rose, sul lato sud citato già nel
XVI sec., in un magnifico parco
all'inglese. Sul finire del secolo il nipote del ministro fece edificare
l’Orangerie, la grandiosa cascina e la serra in vetro e ferro opera dei
fratelli Lefevre di Parigi. Molto ricchi gli interni che ricreano ancora oggi
l'atmosfera della vita nel castello, in particolare quella dell'epoca cui si
riferisce l'attuale sistemazione, cioè quella che va dalla metà dell'Ottocento
ai primi decenni del Novecento. La cantina, dedicata alle attrezzature per la
vendemmia e la vinificazione; la vicina grande sala ad archi e mattoni dove
sono radunati gli arredi essenziali per le persone che abitavano il maniero,
con i primi sistemi per riscaldarsi, per lavare, per illuminare gli ambienti
nelle ore notturne. Quindi l'Office con i grandi armadi e i cassettoni dove si
conservano i servizi di porcellana e ceramica, la stanza dei domestici con le
loro livree, la grande cucina, ricca di ogni tipo di attrezzatura e con
l'angolo dello chef pasticcere, le dispense, il pozzo, la sala da bagno, il
grande salone d'onore illuminato da un magnifico lucernario in vetro. A seguire
la camera da pranzo, apparecchiata per dodici ospiti per rievocare un famoso
pranzo che diede il trisnonno degli attuali proprietari allestito con
porcellane di Meissen e con esposto anche il menu di diciotto portate, la
camera di Carlo Beraudo di Pralormo (1784-1855) che fu Ambasciatore a Vienna e
a Parigi, Ministro delle Finanze e che ricevette dal Sovrano il Collare
dell'Annunziata, massima onorificenza di allora. Infine il salotto azzurro,
dove si radunavano le dame con i figlioletti per esercitare le arti femminili
del ricamo, della musica, della conversazione. Al termine della visita si può
ammirare la Serra, arrivata da Parigi a fine Ottocento, e la zona denominata
"giardino". Nel mese di aprile, ormai da dodici anni, si visita anche
il grande parco per ammirare la fioritura di più di 50.000 bulbi di tulipani e di narcisi che fanno parte dell'evento Messer Tulipano. L'edificio attuale ha
pianta quadrilatera a corte chiusa ed è dominato da torri cilindriche d'angolo.
E' proprietà privata. Altri link consigliati: http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/5,
http://www.dimorestoricheitaliane.it/dimore/piemonte/castello-di-pralormo ma,
soprattutto, il suo sito ufficiale: http://www.castellodipralormo.com/
Fonti: http://www.comune.pralormo.to.it, http://www.castellilangheroero.it/pagine/ita/castello.lasso?id=570ED59A163e625D3CQkYs2D2A18,
Foto: da www.dimorestoricheitaliane.it e da eventi.langhe.net
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