TRISOBBIO (AL) - Castello Carpaneto
Trisobbio è uno dei borghi più antichi del Monferrato,
forse di origini etrusche. In epoca medioevale aveva un proprio sistema di pesi
e di misure, e intensi commerci con Tortona e con la Liguria. Incluso nel
dominio feudale degli aleramici, marchesi Del Bosco, verso l’anno Mille, passò
poi ai Malaspina e ai Lodrone per via di matrimonio. Il Castello esisteva già
all’inizio del XIII secolo, anche se non nelle fattezze attuali. Nel primo
Medio Evo, la proprietà di Trisobbio era divisa in tre: tra i Marchesi Del
Bosco, quelli De Uxecio, cioè di Belforte, e quelli di Occimiano. Nel 1217 il
marchese Ottone Del Bosco e i suoi nipoti del fu Bonifacio donarono Trisobbio
al comune di Genova. La situazione di condomino tra Alessandria, che vantava
diritti marchionali, in nome della cessione degli Occimiano, e Genova, erede
dei Del Bosco, sfociò nel 1224 in una guerra. Trisobbio fu occupato dalle
milizie alessandrine che si insediarono nel Castello. Nelle trattative di pace,
la fortificazione dovette essere riconsegnata ai Del Bosco, quindi
indirettamente a Genova. Federico II, alla ricerca di alleati, convalidò gli
antichi diritti dei marchesi di Occimiano e poco dopo investì di Trisobbio il
Marchese del Monferrato, nel 1240. Il paese così continuava a stare in
condomino. La questione si risolse quando i Malaspina, che erano subentrati ai
Del Bosco per via ereditaria, ricevettero riconoscimenti sia dai marchesi del
Monferrato, sia da Genova. Ulteriori modifiche al maniero risalgono alla fine
del XV secolo, in concomitanza con lo stabilirsi dei Malaspina e il necessario
rafforzamento del luogo. Nel 1418-19 Trisobbio fu occupata dai milanesi, nel
corso della guerra con Genova e da questi consegnata al Monferrato, loro
alleato. Nel 1536, dopo il passaggio ai Duchi di Mantova, il Monferrato, venne
privato di piccoli feudi che i Gonzaga misero in vendita, concedendo titoli
nobiliari a ricchi signori, mantovani o genovesi. Così Gian Battista Spinola,
genovese, divenne signore di Trisobbio. All’inizio del ‘700, dopo anni di “guerre di successione”,
il Monferrato passò ai Savoia e nel 1748 ai Francesi, con la Pace di
Aquisgrana. Con loro arrivarono le idee riformatrici che in poco più di
cinquant'anni portarono all’unità politica d'Italia. Nell’anno 1862, l’edificio
si trovava in stato di degrado e rovina. Nel 1913, il 29 marzo, l’architetto
Terenzio, architetto della R. Sovrintendenza ai monumenti della Liguria, scrisse
all’architetto Commendator Alfredo D’Andrade, per conto del marchese Carpaneto
Spinola, padrone del Castello, affinché venissero inviati gli incartamenti
riguardanti detto Castello, dall’Ufficio di Torino a quello di Genova, perché,
come da accordi presi con l’illustre architetto, si potessero iniziare i lavori
di restauro. Tali ingenti opere, su progetto del d’Andrade,
portarono il Castello all’aspetto esterno attuale. Il complesso è costituito da
un massiccio parallelepipedo dominato dalla torre merlata d'angolo e sovrastato
da apparato a sporgere. Nel 1989, il castello ed il parco annesso, sono
diventati di proprietà del Comune: l'allora proprietaria, la marchesa Carolina
Gavotti Finocchio, ha agevolato l'acquisto dell'edificio da parte
dell'Amministrazione, mentre la somma necessaria è stata interamente donata
dalla signorina Elena Bianchi. Il Comune ha poi provveduto al recupero e al restauro
del castello, che oggi è sede di un suggestivo ristorante, riservato ad eventi,
matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, con 5 camere da letto (3 matrimoniali
e 2 triple), ed il parco aperto al pubblico. Nel luglio del 2002 la Sopraintendenza
Regionale per i Beni e le Attività Culturali per la Regione Piemonte ha
inserito nell’elenco dei Beni di interesse storico-artistico, presso la
Conservatoria dei Registri Immobiliari il Castello Carpaneto di Trisobbio, che
rappresenta un esempio di fruibilità delle notevoli possibilità di sviluppo
nell’ambito del turismo sostenibile. I vigneti, i castelli, la salubrità
dell’aria nella loro semplicità rappresentano una ricca risorsa, l’ospitalità
degli abitanti rende ancora più appetibili. Fa parte del sistema dei "Castelli
Aperti" del Basso Piemonte. Altri link per approfondire: http://comune.trisobbio.al.it/turismo-e-folclore/trisobbio-un-castello-per-appassionati,
http://www.ilmonferrato.info/ov/trisob/trisob1.htm, oltre al sito ufficiale: http://www.castellotrisobbio.com/
Fonti: http://www.castellipiemontesi.it, http://it.wikipedia.org,
http://www.castelliaperti.it/pagine/ita/scheda.lasso?-id=26
Foto: da www.castellotrisobbio.com e da http://www.mediacomm.it
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