SAN COSTANZO (PU) - Castello Malatesta
Nel V-IV secolo a.C. San Costanzo era un pagus o vicus, un
villaggio di campagna dove agricoltura e pastorizia formavano la maggiore
occupazione; vista però la posizione strategica ai confini della Gallia
cisalpina è assai probabile che vi fossero stanziate guarnigioni romane,
incaricate del controllo di questa zona cuscinetto. La cittadina conserva i
resti di tre importanti cinte murarie. Le prime fortificazioni furono erette
intorno al VI secolo d.C., a completamento di una posizione geografica
militarmente favorevole, in un periodo che potremmo collocare dopo la
devastante guerra gotico-bizantina e prima della venuta in Italia dei Longobardi.
Molte genti delle zone costiere andavano ad accrescere i primi insediamenti
collinari, che offrivano una maggiore possibilità di difesa dalle continue
invasioni barbariche. Nel 1283 (Codex Diplomaticus Dominii Temporalis S.
Sedis) San Costanzo era uno dei castelli che formavano il Comitato di Fano,
le fonti del periodo sono tuttavia mute quanto ad informazioni sulla
costruzione e conformazione della cinta muraria. Con i Malatesta gli interventi
a favore delle mura si fecero frequenti e finalmente suffragati da riscontri di
archivio. Nel 1349 il castello venne riparato sotto la supervisione del
capitano Cello di Chompangniuccio per i danni subiti durante un incendio demmo e paghammo a Cello di Chompangniuccio di XXII d'aghosto perché
fue mandato a Sanghostanzo per chapitano quando il chastello arse per fallo
chonciare... libre XV (SASFa, ASC, Depositaria, reg.6,
c.87r), circostanza da ricondursi comunque ad eventi non bellici visto che San
Costanzo, in quell'anno, non fu coinvolto in alcuna azione militare. Nel 1429
Galeotto Roberto Malatesta, responsabile amministrativo per conto dei più
giovani fratelli, in linea con una deliberazione del Consiglio generale di Fano
del 17 dicembre, acconsentì alla ristrutturazione delle mura diroccate del castello,
che avevano risentito delle frequenti ribellioni e conseguenti riconquiste dal
1410 al 1416. I lavori del 1429 furono certamente fra i più importanti e, molto
probabilmente, delinearono l'assetto definitivo con struttura scarpata del
perimetro che, pur con innumerevoli rimaneggiamenti, è giunto fino a noi. In
tale occasione venne costruita una magnifica torre, da utilizzare contro la
temuta invasione dei milanesi Visconti. Si è ipotizzato un intervento, nella
fortificazione delle mura di San Costanzo, da parte dell'architetto Francesco
di Giorgio Martini. L'intervento del famoso architetto militare, al servizio della
corte feltresca, verrebbe a collocarsi durante la signoria di Giovanni Della
Rovere che, nel 1474, fu infeudato dallo zio Sisto IV della Città di Senigallia
con relativo contado e del vicariato di Mondavio che includeva anche il
castello di San Costanzo. Tuttavia l'ipotesi di un diretto coinvolgimento di
Francesco di Giorgio Martini relativamente alle mura di San Costanzo, peraltro
non confortata da nessuna fonte storica, deve essere criticamente rivista.
Alcuni preziosi documenti, rinvenuti nell'archivio vescovile di Fano hanno
permesso di stabilire con certezza che il complesso torre-chiesa venne
edificato solo a partire dal 1570, circa settanta anni dopo la morte
dell'architetto senese. Nella concezione antropomorfa martiniana verrebbe
quindi a mancare un elemento fondamentale che, al tempo dell'ipotizzato
intervento, non era ancora in essere. Tra la fine del XVI e gli inizi del
XVII secolo, nel settore meridionale della cinta muraria, quello prospiciente
l'attuale piazza Perticari, venne costruito il palazzo del Pubblico o palazzo
della Comunità dove prese stabile residenza il Podestà. Da alcune missive,
conservate nell'archivio parrocchiale di San Costanzo, sappiamo che nell'anno
1899 i torrioni e gran parte delle mura conservavano intatta la loro forma
primitiva. Nella prima metà del ventesimo secolo, la quasi totalità della cinta
muraria compreso il torrione nord-orientale, quello sud-occidentale (Torrione
Tomani) e la porta settentrionale del castello, hanno subito dei radicali e
sconsiderati interventi che hanno completamente alterato l'architettura e la
funzione originaria della struttura. È stato invece risparmiato il torrione
nord-occidentale ed un piccolo tratto di mura adiacenti. Le mura di San Costanzo
hanno una pianta irregolare e tre torri cilindriche ed una imponente Torre
civica di oltre quaranta metri di altezza. Due delle torri si affacciano sul
Metauro e sono il classico esempio di difesa della porta del castello, che si
trova proprio in mezzo a queste (una torre è privata, le due verso il fiume
sono visitabili). La Torre Nord permette di vedere un panorama straordinario,
dalla Gola del Furlo al Monte Carpegna. Nella Torre Sud si accede attraverso
una scala elicoidale, che collega le mura alla sottostante piazza della
Vittoria. All'interno dell'antico bastione scarpato che sorge all'ingresso del
castello fu ricavato nel corso del sec. XVIII il piccolo Teatro della Concordia
dove furono rappresentate in anteprima le tragedia del Monti. Altri link
consigliati: http://castelli.qviaggi.it/italia/marche/torrione-di-san-costanzo/
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.unionevalcesano.pu.it/index.php?id=12667,
http://www.turismo.pesarourbino.it/elenco/comuni/san-costanzo.html
Foto: da http://www.prolocofano.it/vg_fanoedintorni_sancostanzo.asp
mentre la seconda è una cartolina postale
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