venerdì 28 marzo 2014

Il castello di sabato 29 marzo






SULBIATE (MB) – Castello Lampugnani Cremonesi

Nel corso dei XV secolo il villaggio di Sulbiate era per gran parte di proprietà della famiglia Foppa, che era presente nei luogo da oltre cento anni. Ma la prima metà del '500 vide il declino economico di questa famiglia, che fu costretta a vendere i fondi a vantaggio della nuova borghesia, in questo caso rappresentata da Paolo Lampugnani. Costui era un mercante milanese di oro ed argento e già nel 1449 era in buoni rapporti con alcune importanti famiglie della zona sulbiatese. In pochi anni divenne padrone di più della metà delle terre del villaggio e, nel 1452, ottenne dal duca Francesco Sforza il privilegio di costruirvi un castello, completato nel 1455. La costruzione originale era molto semplice, di pianta quadrangolare, interamente circondata da un fossato, aveva un solo ingresso, con ponte levatoio, aperto nella facciata ovest. Il ponte mobile, manovrato grazie a un massiccio trave di legno incernierato nella fenditura centrale, esisteva ancora nel XVII secolo. Pochi anni dopo, alla morte di Paolo Lampugnani, tutti i beni passarono alla figlia Susanna, che sposando un altro Lampugnani, Prospero, fece in modo che il castello rimanesse nelle mani del casato milanese. Nel 1481 vennero ultimati gli interni del fortilizio previo il consenso dell'autorità ducale, nonostante i rapporti tra Lampugnani e Sforza non fossero stati sempre di stima e cordialità. Nel 1476, infatti, una congiura organizzata da Giovanni Andrea Lampugnani, Girolamo Olgiati e Carlo Visconti portò alla morte del duca Galeazzo Maria Sforza. Naturalmente i congiurati pagarono con la vita il loro gesto, ma anche i loro casati dovettero subirne le conseguenze. E così venne mozzata “per ignominia” una delle due torri angolari del castello di Sulbiate, quella del lato sud-est oggi alta 16 metri, e molto probabilmente ci fu anche qualche confisca di beni. Tuttavia il castello rimase nelle mani di Prospero e Susanna Lampugnani e, quando la figlia Chiara nel 1486 sposò Niccolò Arcimboldi, tutte le proprietà terriere e immobiliari di Sulbiate, valutate oltre sedicimila lire, passarono a quest'altra famiglia, originaria di Parma. Nel 1524 Chiara Lampugnani, vedova già dal 1513, stabilì nel testamento un vincolo su tutti i beni immobili di Sulbiate, che perciò non poterono essere venduti e neppure obbligati dai suoi tre figli. Gli Arcimboldi ne rimasero così proprietari fino al 1727, anno in cui si spense Guidantonio, ultimo rappresentante della famiglia, che nominò erede universale il Luogo Pio della Stella di Milano. Da qui le proprietà passarono verso il 1854 ai Rocchi, famiglia arricchitasi grazie al commercio della seta. La fortuna della famiglia si incrementò poi anche grazie a matrimoni estremamente convenienti come quello tra Cesare e la contessa Teresa Cocastelli, marchesa di Montiglio. In seguito, peró, il tenore di vita troppo alto, provocó un declino irreversibile dei Rocchi, che furono costretti a vendere tutti i possedimenti all'asta. Furono acquistati nel 1905 dal notaio Giulio Cesare Cremonesi, ereditati poi dal figlio Carlo che fu sindaco di Sulbiate per numerosi anni. Nel 1985 il castello passò alla moglie e ai figli. E’ un maniero tutto da scoprire: sale e cortili di suggestiva atmosfera, decorazioni di trofei cavallereschi, soffitti a volta, resti affrescati di capitelli, archi e festoni floreali di fine Cinquecento, il nobile colonnato che si affaccia sul cortile maggiore, i pavimenti originali. L’edificio, situato a sud di Sulbiate al limite dell'area edificata, è caratterizzato da un rivestimento in mattoni a vista. Ha caratteristiche neo-gotiche e presenta forme articolate. La copertura evidenzia questo gioco di volumi ed è costituita da un manto in tegole a coppo in laterizio. Il fronte ovest conserva tracce dell'antica presenza del ponte levatoio. A destra dell’ingresso, nel massiccio muro erano anticamente aperte solo delle feritoie. Nel corso dei secoli sono state aperte alcune finestrelle quadrate disposte su due piani. In alto, quasi al sottogronda, si aprono altre finestrelle ad arco. L’interno è suddiviso in due cortili comunicanti, il primo, più piccolo, subito dopo l’ingresso, e il secondo, più ampio. La sala del camino è un ampio salone caratterizzato da un bellissimo camino in marmo e dal soffitto voltato a doppio ombrello. Il soffitto anticamente era decorato ma fu rovinato tra il 1846 e il 1847 allorchè “venne incivilito un salotto a tramontana e ridotto a salettino una parte della strada coperta ed altra parte ridotta a uso dispensa”. E proprio in questi salottini ovoidali, ai lati del camino, ricavati nell’antico corridoio difensivo, si ammira parte della primitiva decorazione geometrico-ornamentale “a calce” di vivace colore. Un grande specchio con decori intarsiati e la particolare pavimentazione impreziosiscono l’atmosfera rendendola ancora più suggestiva. Da questa sala si accede alla Sala degli Stemmi. Le lunette del soffitto sono decorate da motivi allegorici rossi su fondo giallo tra cui spiccano quattro stemmi, due dei Lampugnani, uno del ducato di Milano, uno dei Rocchi. Anche in questa sala è presente un camino, sopra il quale risalta un affresco del XV secolo in cui è ben leggibile un motto latino riferibile all’alterna fortuna dei Lampugnani. Sia la sala del camino, sia quella degli stemmi, si affacciano sul cortile maggiore. La saletta degli affreschi è piccola e quasi nascosta, un piccolo gioiello interamente affrescato, che merita di essere visitata. Sia dal caratteristico cortiletto di sassi e mattoni, sia dal porticato del cortile maggiore, si può accedere all’antica armeria dove venivano accolte carrozze e cavalli. Il Castello Lampugnani Cremonesi è attualmente sede di eventi, cerimonie e rinfreschi ed aperto al pubblico solo in occasione dell’annuale giornata di Ville Aperte in Brianza e di altri eventi pubblici. Ecco il suo sito ufficiale: http://www.castellodisulbiate.it/




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