SOLIGNANO
(PR) – Castelcorniglio in frazione Specchio
E’ l'antico «Corniliolum» degli statuti del Comune
di Parma, quando era feudo del Podestà di Mariano di Pellegrino. Le prime
notizie risalgono al 1226, anno in cui il castello viene descritto come fronte
di difesa per lo sbarramento alla bassa Val Ceno. Dal Comune di Parma passò
successivamente a Manfredo Pallavicino, erede di Oberto il Grande, e poi
ancora, attorno alla metà del Quattrocento, a Niccolò Piccinino. Questi secoli
videro incessanti lotte fra famiglie signorili, fra le quali in una prima fase
prevalsero (con il controllo dei vari feudi) i Visconti, quindi i Pallavicino
del ramo di Scipione, infine i Rugarli, già vassalli dei potentissimi Landi,
famiglia che possedeva numerosi castelli nella zona (ricordiamo quello di
Golaso in Val Ceno, a cui si aggiunsero poi i vicini fortilizi di Specchio e
Varsi), molti dei quali andati perduti completamente. A fine Ottocento Castelcorniglio
fu proprietà degli Zanetti, il cui membro Filippo era un profondo conoscitore
delle sacre scritture, autore di pregevoli lavori, nei quali cercò di spiegare
alcune profezie sulla fine del mondo, profezie per fortuna non avveratesi. In seguito passò al commendatore Giuseppe Zanchi,
la cui discendenza, nella persona di Gustavo Buratti Zanchi, originario di
Biella, è ancora all’interno del castello. La storia del maniero continua nel
secolo scorso, quando fu, fino alla fine della seconda Guerra mondiale, sede
del distaccamento “Jezzi”della 31° brigata Garibaldi “Copelli”: da questo luogo
partirono svariate azioni di sabotaggio ai danni della ferrovia Parma-La
Spezia. Dopo questi eventi il castello rimase un po’ in sordina, così immerso
nella piccola valle, senza luce elettrica e spesso isolato a causa delle
frequenti piene. La costruzione occupa un’area piuttosto limitata,che si adatta
alla geo-morfologia del territorio. Il perimetro è segnato da una cortina
coronata da merli ghibellini, che cela e difende le strutture interne e i tre ampi cortili, sovrastati
da due torri circolari poste all'ingresso, più un massiccio "palazzo"
centrale sovrastato da un torrione quadrato, con bifore e,
nel piano superiore, feritoie. Molto particolare la struttura dei
cortili. Ce ne sono ben tre: due accostati all'ingresso, il terzo sul retro, collegato
agli altri da un androne che passa al centro della struttura. Le possenti mura vennero
edificate con i sassi del vicino Pessola e arenarie lavorate, posate in linee
irregolari, con una tessitura dinamica e suggestiva che si integra in modo
perfetto con l'ambiente circostante che, nonostante la presenza della bella fortificazione,
mantiene intatto il suo fascino di luogo selvaggio e aspro dove ancora la
natura è padrona. Alcune leggende aleggiano fra le antiche mura castellane e
parlano di un pozzo delle lame nel quale venivano gettati gli ospiti
indesiderati, ma anche di fate e folletti che la notte intrecciano le criniere
dei cavalli, e di rumorose cavalcate notturne di fantasmi. La struttura di
Castelcorniglio, allo stato attuale, è orientata verso una funzione più
residenziale, mentre un tempo si trattava in realtà di un vero e proprio fortilizio
difensivo. Singolare è proprio il fatto che ammirando da un lato il castello
esso appare una placida residenza senza pretese militari, mentre dall’esterno ha
un aspetto minaccioso e poco rassicurante. Oggetto di molteplici restauri che
ne hanno modificato lo stato originario, attualmente il castello è di proprietà
privata, e ospita un’azienda agricola. All’interno si trova
un archivio che custodisce documenti attestanti l’aiuto dato ai “legittimisti”
durante la Rivoluzione Francese, una collezione di soldatini napoleonici e una
ricca biblioteca di famiglia degli Zanetti.
2 commenti:
la bottiglia é arrivata a Los Angeles tra chi ha cuore per gridare grazie.
marino maronati
beh...che altro aggiungere, sono onorato e orgoglioso che il blog venga letto anche negli States :) Anche queste sono soddisfazioni, hahaha
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