SANT’ANDREA APOSTOLO DELLO JONIO (CZ) – Castello del “Belvedere”
Nel 1458 il paese di Sant'Andrea, passato per le dominazioni normanna, sveva
ed angioina, aveva circa 800 abitanti, tutti addetti all'agricoltura. Dal 1483
il feudo laico passò alla famiglia dei Toraldo e durante il loro dominio fu
alzato il castello sulle rovine del “castrum romanun”. A partire dai primi anni
del Cinquecento, con il Regno di Napoli, e quindi anche il territorio di
Sant'Andrea, era passato sotto il controllo della corona spagnola che vi
istituì un Vicereame. Nel secolo XVI, le incursioni dei Turchi erano molto
frequenti. Tuttavia questi ultimi non si spinsero mai entro l'abitato che
risultava molto ben protetto e ben difendibile, grazie alla sua struttura a
fortilizio. Le marine, invece, erano indifese ed essi vi potevano imperversare
bruciando messi e raccolti e catturando giovani uomini e giovani donne da
vendere al mercato degli schiavi. Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero e
Re di Spagna, per far fronte a questa situazione, creò un sistema di castelli a
difesa delle coste, utilizzando vecchie fortificazione o facendone costruire di
nuove. Affidò, quindi, al feudatario Toraldo di Ravaschiera la costruzione del
castello del "Belvedere", che avvenne, probabilmente, tra il 1532 e il
1537, data che si trova incisa su di una pietra murata nella chiesa madre sorta
sopra le rovine del castello. Il castello aveva forma quadrangolare con quattro
torri, di cui ne è rimasta una sola, l’attuale torre dell'orologio. Sul
frontale del portone era lo stemma baronale che ora si vede su una parete del
campanile della chiesa matrice. Ciò nonostante le incursioni piratesche
continuarono per tutto il Seicento. Nel 1725 tutto il castello fu trasformato
in chiesa con lavori che andarono dal 1719 al 1725 utilizzando le mura esterne
del castello. La chiesa in questione è la matrice, dedicata ai Santi Apostoli
Pietro e Paolo, che sorge sul punto più alto del paese. Il borgo fu inoltre
dotato di tre porte d'accesso costruite in granito locale nel 1727: quella del
castello (dove ora vi è la torre dell'orologio), quella di Malajra
(ricostruita), l'ultima, ancora al suo posto originale, presenta i segni
dell'invasione dei soldati francesi.
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