venerdì 15 febbraio 2013

Il castello di venerdì 15 febbraio





MONTALBANO ELICONA (ME) – Castello Svevo-Aragonese

Edificato e fortificato con scopi puramente difensivo-militari dall’Imperatore Federico II di Svevia intorno all’anno 1210 su preesistenti costruzioni bizantine ed arabe (all’interno del suo progetto di dare alla Sicilia dei “punti forti” per difendere il territorio), raso al suolo a seguito di una rivolta popolare nel 1233, venne ricostruito tra il 1302 e 1308 dal re Federico II d’Aragona (1296-1337), col quale raggiunse il massimo splendore. Egli trasformò il corpo svevo da fortezza a residenza reale (per i soggiorni estivi), donandogli quell’imponenza elegante e composta che ne fanno un unicum nel suo genere. Nel XIX secolo avvennero ulteriori lavori di adattamento. Nel 1358 pare che esistesse, all'interno del castello, un edificio sacro dedicato alla SS. Trinità. Alla fine del XIV secolo il feudo, tramite confisca, da Artale Alagona, passò in mano a Berengario de Cruilles, per volontà di re Martino I. Ai Cruilles successe, nel 1408, Tommaso Romano, il cui omonimo erede, però, nel 1463 perse il possesso dell'abitato e della fortezza per un'accusa di omicidio; tuttavia la regia corte gli restituì tutti i diritti di possesso, previo pagamento di una salata multa di onze 400. Nel 1623 Giacomo Bonanno Colonna fu il primo ad essere nominato duca di Montalbano. Il destino del castello fu comunque triste: l'ultimo duca, Giuseppe Bonanno Branciforti, nel 1805 cedette, causa debiti, l'intero maniero ai Gesuiti, i quali lo modificarono secondo i loro bisogni. La fortezza sorge su di un poggio a circa 900 mt s.l.m., che sovrasta e domina l'abitato, il quale, in relazione al nucleo più antico, occupa i fianchi e le pendici dell'altura. Per quanto la posizione sia prominente e il castello svolga l'importante funzione di controllare i passi che dai Nebrodi conducono ai Peloritani e viceversa, in direzione di Tripi, Novara di Sicilia e Roccella Valdemone, l'altura su cui sorge la fortezza, non domina l'ambiente circostante. In relazione alla pianta del castello, è possibile distinguere due corpi di fabbrica: il più antico, normanno-svevo, si compone di un rettangolo, protetto al centro dei lati corti da due imponenti torri merlate a pianta quadrata quella meridionale e a pianta pentagonale, tipicamente sveva, quella settentrionale. Si tratta del mastio, oggi per metà diroccato e ricoperto da vegetazione. Di questo primo nucleo fortificato esistono due ingressi: uno ad ovest, che immette direttamente sulla corte, l'altro ad est, che è sormontato da un arco a sesto acuto. Il secondo nucleo, posto più in basso rispetto al primo, è rappresentato da un recinto, che, nella forma geometrica di un quadrangolo, si adatta al resto dello spazio offerto dalla rupe. Si possono qui cogliere similitudini concettuali costruttive con il castello di Calatabiano. Del recinto quadrangolare, relativamente al periodo svevo, si distingue un primo ordine composto da una serie di grandi feritoie o saettiere alte più di due metri e larghe sette o otto cm. in pietra d'intaglio (l'esempio più importante e meglio conservato della Sicilia); un secondo ordine, aragonese, formato da 18 finestre e due portali. Complessivamente la muratura si compone di blocchi di arenaria di varie dimensioni, pietrame non lavorato, laterizi, il tutto legato da malta di buona qualità. Della fase angioina ci rimane la data del 1270 incisa nel rivestimento idraulico della cisterna grande. Al solito i cantonali e le aperture sono rinforzati con blocchi ben squadrati. Alla fortifcazione aragonese si può accede tramite due ingressi: uno ad ovest, l'ingresso principale da via Castello, che immette direttamente sulla corte grande, l'altro ad est, che è sormontato da un arco a sesto acuto. Entrati dall'ingresso principale ci si ritrova nella corte grande, dove si possono ammirare oltre alla già citata cisterna, la quattrocentesca scala esterna ed, al centro della porzione meridionale del recinto, appoggiata alla parete interna, la cappella “reale” o palatina a pianta quadrata e cupola ottagona, riconoscibile come “tricora” o “cuba” di epoca bizantina, caratterizzata da tre absidi, di cui le due laterali ricavate direttamente nello spessore delle mura e da tracce di affreschi. Questa importante costruzione custodirebbe, secondo alcuni studiosi, le spoglie di Arnaldo da Villanova, una delle figure più importanti del suo tempo, medico, alchimista e riformatore religioso in odore di eresia, morto nel 1310 e del quale sono attestate numerose presenze a Montalbano insieme al re Federico. Continuando il percorso che cinge la rupe (su cui sorge il mastio normanno) si raggiunge la corte piccola, dove è stato realizzato negli ultimi lavori di restauro e consolidamento (2004-2006) un piano terrazzato. Tornando in prossimità dell'ingresso entriamo a visitare gli ambienti interni. Nell'ala occidentale, dove oggi sorge la reception ed il salone auditorium vi erano le carceri. Nell'ala orientale troviamo oggi il Museo delle Armi, mentre, in prossimità dell'angolo di sud-est, è possibile vedere un vano interrato. L'ala nord è invece formata da 3 stanze che vengono attualmente utilizzate per mostre. Questa parte del castello finisce con una stanza a cielo aperto visitabile anche dalla corte piccola. Sul lato ovest e sud sono presenti camminamenti di ronda, non percorribili dai visitatori. Dalla corte diparte infine una scala in pietra con inferriata (costruita anch'essa ex novo) che conduce al fortilizio in cima la rupe. Giunti alla torre quadrata si può godere di un panorama mozzafiato sul maniero aragonese, sul borgo di Montalbano e sui monti che proteggono l'intera parte meridionale. La visita alla parte normanna del maniero finisce qui, in quanto l'accesso alla corte superiore è precluso da un cancello chiuso. Dopo oltre un secolo di declino, negli anni ’80 lavori di restauro hanno restituito il Castello alla sua antica bellezza, ma con un imperdonabile errore: i merli, originariamente a coda di rondine, sono diventati rettangolari, qualificando così come guelfo un edificio che, essendo svevo aragonese, non potrebbe essere più ghibellino! Dal 1921 al 1967 il castello è stato sede del Comune di Montalbano. In seguito ai restauri già citati (1982-85, 2004-2006) l’edificio è stato destinato a sede museale e centro nevralgico per lo sviluppo turistico del borgo medievale.

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