NUS (AO) – Castello di Pilato
Si trova lungo l'antica via Francigena nel borgo di Nus, una delle più remote
signorie feudali della Valle d'Aosta.
E’
un edificio a pianta rettangolare, con muratura in pietra nuda, del quale
restano solamente tre degli spessi muri perimetrali ed alcuni stipiti di
finestra in pietra lavorata. Il lato nord è sormontato da due torrette angolari
cilindriche pensili. I muri perimetrali sono caratterizzati dalla presenza di
ampie luci ad arco ribassato e si innalzano per una altezza di quattro piani,
mancando tuttavia della struttura di copertura. Sul prospetto esposto ad ovest
si rileva la presenza di una finestra a crociera di pregevole fattura e più
tarda rispetto al resto dell'edificio. È da segnalare inoltre come su questa
facciata si aprisse una bifora, come testimoniano gli schizzi del D'Andrade e
le immagini dell'epoca, come le foto del Nigra; attualmente, questa bifora è
stata asportata. Negli interni non sono più visibili le suddivisioni e i
tramezzi, distrutti dall'incuria, e ormai le uniche tracce rimaste della vita
di un tempo sono i bei sedili in pietra a ridosso delle ampie finestre ed il
segno della cappa del grande camino addossato al lato nord. Fu fatto edificare
dai Signori di Nus e la data della costruzione è incerta: l'edificio per alcune
fonti risale al XIV secolo, mentre secondo altre sarebbe databile intorno al XII
– XIII secolo, o ancora alla metà del XII secolo. Il nome "Castello di
Pilato" deriva da una leggenda secondo la quale l'ex-procuratore romano Ponzio
Pilato avrebbe soggiornato nella casa-forte in mezzo al borgo di Nus nel suo
viaggio verso Vienne - in Francia - dopo l'esilio inflittogli dall'imperatore
Caligola. In realtà, all'epoca nel borgo sorgeva solo una mansio romana, ma
l'appiglio fantasioso per suffragare la leggenda fu dato dal rinvenimento nel 1846,
riportato da Edouard Aubert, di alcune monete antiche e medaglie romane tra i
ruderi del castello di Pilato. E la leggenda appare verosimile soltanto se si
immagina che a Nus potesse già esistere, da quelle parti, una casa, tredici secoli
prima, poiché questo castello, appartenuto alla famiglia dei Baroni di Nus,
viene citato, per la prima volta, nell'omaggio feudale prestato nel 1337 da
Alessandro e Giovanni di Nus. In effetti l'edificio in principio sorgeva
isolato proprio all'inizio del paese, mentre ora ne è al centro dal momento che
il nucleo abitato si è allargato proprio in direzione est-ovest, giungendo
quasi a soffocare la costruzione. In seguito ad un incendio scoppiato verso la
fine del XVI secolo i nobili "de Nus", oltreché perdere molti dei
loro documenti feudali, dovettero abbandonare questo castello e ripararsi
nell'altro (castello di Nus), edificato sulla collina, del quale si è già
parlato in questo blog. Il muro meridionale mancante, sul quale si apriva il
portone d'ingresso, venne demolito per ampliare la strada tra la fine del XIX e
l'inizio del XX secolo, e con esso andarono perdute anche le torrette che
dovevano difendere l'accesso e gli angoli; il muro fu in seguito ricostruito,
ma venne nuovamente distrutto accidentalmente da un pesante automezzo verso la
fine degli anni '60. Il restauro, effettuato in anni recenti, ha portato alla
costruzione ex novo di alcuni elementi architettonici scomparsi, in un'ottica
di conservazione del sito, come la copertura in vetro e acciaio del tetto e la
scala in acciaio celata da una struttura lignea sul lato sud dell'edificio,
dove un tempo sorgeva la parete perimetrale oggi mancante. La scala, di libero
accesso, permette di arrivare al camminamento di guardia e alle due torrette di
guardia cilindriche, ottimamemente conservate. L'interno, liberamente
visitabile, è stato corredato da numerosi pannelli informativi sul paese e le
bellezze del territorio.
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