lunedì 16 giugno 2014

Il castello di lunedì 16 giugno






OSOPPO (UD) – Fortezza dei Savorgnan

Il complesso, restaurato dopo il sisma del 1976, è un poderoso insieme di resti delle varie epoche di opere difensive, gallerie, fossati, trinceramenti, case matte. Dal colle dove è situato il forte, a circa 310 metri s.l.m., si può ammirare un ampio panorama sulle colline dell'anfiteatro morenico e sull'arco alpino attraversati dal fiume Tagliamento. L'area fa parte del Parco del Tagliamento. La fortezza di Osoppo fu un antico insediamento celtico, poi oppidum (piazzaforte) romana. Paolo Diacono, nei suoi scritti, riporta che nel 610 gli Avari, sconfitto il duca Gisulfo, assediarono la rocca. Saccheggiato e devastato dagli Ungari nel 902, il castello venne donato nel 1094 all'abbazia di Sesto al Reghena. Entrato poi a far parte delle proprietà del patriarcato di Aquileia, venne concesso nel 1255 dal patriarca Gregorio di Montelongo, in feudo d'abitanza, a Cono d'Osoppo (figlio di Amaldarico). I discendenti di costui si distinsero per la loro turbolenza, che li portò a molestare gli abitanti dei territori vicini ed a simpatizzare con i Conti di Gorizia, tanto da impensierire i Patriarchi che non potevano permettere che il castello, importante per la posizione strategica, finisse sotto il dominio dei rivali. Fu per questo motivo che il maniero passò il 25 luglio 1328, per volere del  patriarca Pagano della Torre, a Federico di Savorgnano, del ramo che di qui si denominò "del Monte". Nel 1420 Osoppo passò sotto la denominazione della Repubblica Veneta, che rafforzò le fortificazioni sul colle, facendone il suo baluardo difensivo settentrionale. Per Osoppo iniziò una lunga serie di eroiche e memorabili lotte contro forze assedianti di gran lunga superiori a quelle dei difensori. Il fortilizio divenne punto nevralgico della difesa dello "stato di terra" della Serenissima e fu strenuamente difeso da Girolamo Savorgnan nel 1514. "Osoppo Castello e Fortezza, posta sopra un colle in una campagna sopra il Tagliamento sotto i monti, ma tanto lontano da essi che non si può batter da niuna parte", così Girolamo di Porcia descriveva la rocca nel 1567. Occupato, poi, dai francesi nel 1797 e nel 1848 - durante le lotte del Risorgimento - il forte, tenuto da un gruppo di volontari italiani, resistette per ben sette mesi contro gli austriaci che lo volevano riconquistare. Al momento della resa ebbe l'onore delle armi dallo stesso avversario e venne insignitO della medaglia d'oro al valor militare. Tra natura e insediamento vi è, nel caso del colle di Osoppo, uno stretto rapporto di interdipendenza: durante i periodi di utilizzazione militare la vegetazione è stata frenata nella sua evoluzione naturale; dai primi anni del '900, col ridursi del valore strategico della Fortezza, essa viene organizzata in giardini, orti, viali; dopo la seconda guerra mondiale vengono introdotte specie ornamentali ed esotiche. Dopo i bombardamenti del '45 e il terremoto del '76, la Fortezza apparve come un ammasso di ruderi, come un coacervo di resti della sua lunga storia. Gli interventi di recupero hanno interessato finora la zona centrale dell'altopiano (con la realizzazione del Centro visite, in cui si trovano il punto di informazione, i servizi e la mostra permanente sulla Fortezza, il recupero della Casa del tamburo come punto di ristoro e il restauro di mura e resti edilizi), la zona meridionale (con il recupero del Castel Novo, del Forte italiano e delle mura) e le aree contermini. L'accesso all'altopiano della Fortezza avviene dal paese, lungo la Strada napoleonica , passando sotto la Porta austriaca, proseguendo lungo il Bastione veneto della porta e oltrepassando la Porta del secondo recinto di mura in periodo veneto (di essa rimane un'apertura nelle mura), fino a raggiungere la zona centrale dell'altopiano. L'area è definita dalla presenza delle mura del terzo recinto verso sud e dai resti della Chiesa di San Pietro. Di essa rimangono la parte inferiore della facciata monumentale, resti dell'abside e dei muri perimetrali e la sagrestia. Realizzata tra la fine del '600 e l'inizio del 700, su progetto di Domenico Rossi, non fu mai completata secondo il progetto originario, più volte crollata (ultimamente in seguito al sisma del 1976) e ricostruita. All'interno sono stati riportati in luce, dalla Soprintendenza, i resti archeologici della pieve originaria. Proseguendo a sinistra della chiesa, lungo una rampa in discesa, si raggiunge il parcheggio per auto (si rileva la presenza del Sorbo degli uccellatori e di un Nucleo di aceri). A nord del parcheggio si possono osservare i resti del complesso delle Caserme italiane. Ritornati alla chiesa, si prosegue verso est entrando nel parco arborato (ricco di platani, tigli, abeti rossi ecc.). A nord si notano i resti del Terrapieno della casa del comandante (su di esso insistono i resti della casa del comandante veneta e del padiglione ufficiali napoleonico - ristrutturati in periodo italiano - e l'edificio del Centro visite realizzato nel 1955, recentemente ristrutturato). Proseguendo verso est si raggiunge il Belvedere, punto panoramico da cui si può vedere il sottostante Campo trincerato napoleonico e, verso nord, il Bastione veneto del secondo recinto. Ritornando verso la chiesa si possono visitare, infine, i resti della Casa del tamburo veneta (l'edificio, realizzato in periodo veneto, è stato ampliato e ristrutturato dai Francesi, come forno, e dagli Italiani. Ridotto in condizioni di rudere, è stato recentemente restaurato e completato per realizzarvi un punto di ristoro). Con il piano particolareggiato del 1985 e con i successivi interventi della Regione, della Provincia, del Comune e della Soprintendenza, è stato avviato il recupero e la valorizzazione del colle e della Fortezza. In particolare, attraverso un'attenta analisi storica e i primi interventi di rimessa in luce e restauro, è stato possibile "restituire" ai resti e segni presenti il loro significato e, a partire da qui, individuare diversi sistemi difensivi, intesi come insiemi di manufatti (edifici e infrastrutture), corrispondenti a momenti storici significativi di funzionamento della Fortezza, i quali possono costituire il supporto a percorsi di visita. E' possibile attualmente proporre tre percorsi di visita, di seguito descritti: - il percorso del CastelNovo, corrispondente ai manufatti e alle strade del periodo veneto dei Savorgnan, organizzato sull'asse centrale chiesa-castello-rocca e sui tre recinti delle mura perimetrali, ristrutturate da Napoleone;
- il percorso del Forte sotterraneo, corrispondente al sistema difensivo italiano, costituito dai manufatti (polveriere, batterie, gallerie, strade in trincea, il Forte corazzato) realizzati dagli Italiani ai primi del '900. Indipendente dalle mura, esso si sviluppa sottoterra o in trincea;
- il percorso del colle Napoleone, in cui gli aspetti vegetazionali e paesaggistici si combinano con gli interventi realizzati dagli Italiani sulla sommità e all'interno del colle. Nel 1923 la Fortezza è stata dichiarata “Monumento Nazionale”. Oggi è oggetto di ulteriori interventi di recupero, che ne facilitano la fruizione da parte dei numerosi visitatori. Nel secondo week end di settembre si tiene la manifestazione culturale e gastronomica "Alla scoperta della fortezza" che tra storia, eno-gastronomia e natura, riporta alla vita l’antica fortezza: chioschi con prodotti tipici, un ristorante a degustazione nella Casa del Tamburo ed esibizioni di gruppi musicali. Altri link suggeriti per approfondire: http://www.amicidellafortezzaosoppo.it/, http://www.dulcisterrae.com/it/comune/2emvjba/osoppo.html, www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms/index.php?id=5896,0,0,1,0,0



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