martedì 10 giugno 2014

Il castello di martedì 10 giugno




ROCCA DE' BALDI (CN) - Castello

Il nome Rocca de' Baldi deriva dalla posizione del borgo originario, posto su una rupe a strapiombo sul torrente Pesio, per proteggere il quale nel XII secolo un nobile della casata dei Morozzo di nome Ubaldo o Robaldo fece costruire la torre che costituisce il nucleo dell'attuale castello. Il luogo venne perciò denominato Rupe Ubaldi, nome che nei documenti dei secoli successivi subì varianti tra le quali Rocha Ubaldi, Rocham Baudorum, Rocha de’ Baudis e Roche Baudorum, stabilizzandosi infine sull'attuale Rocca de' Baldi. Nella scelta del luogo da fortificare fu considerata la necessità di munirsi contro le eventuali incursioni dei Saraceni, la cui azione si era sviluppata nel corso del X secolo ed era divenuta sempre più pericolosa. Di fronte a questa terribile minaccia, la soluzione fu quella di innalzare le fortificazioni. Alle origini, nel sec. XIII, il castello fu un edificio con carattere prettamente difensivo, costituito dalla torre e da alcune stanze adiacenti. Il castellano, governatore all’epoca, nominato dalla città di Mondovì, abitava nella torre e teneva le chiavi del villaggio. Il paese dovette sostenere parecchi assedi e cambi di dominio a causa della sua posizione strategica e per il suo essere ottima base per le operazioni militari contro Mondovì. Rocca de Baldi fu occupata, in successione, dai Monferrato, dai Visconti di Milano, dagli Acaja, dai Monregalesi e dai Bolleri. Nel 1543 le truppe spagnole incendiarono e saccheggiarono il castello, lasciandolo in pessime condizioni. Rinacque più tardi, nel 1642, quando lo ebbe in feudo Carlo Filippo di Morozzo che aggiunse alla torre superstite della struttura originaria una serie di nuove e moderne costruzioni, eseguite in tempi diversi. L'edificio da elemento della cinta muraria, si trasformò in palazzo residenziale. Il castello fu successivamente ampliato verso la fine del 1600 con la costruzione di un corpo avanzato verso la piazza con un bel portale dorico. Lo scalone conduceva alle grandi sale del primo piano: salone, sala da pranzo, alcova. Questi locali presentano ancora bei soffitti a cassettoni con decorazioni autentiche. Alla fine del 1600 il Castello si presentava come appare ora nella parte di colore rosso scuro. All’epoca era invece a stucco bianco come tutti gli edifici dei Marchesi Morozzo della Rocca e come ancora oggi appare la Badia. Nel 1710, infine, il Marchese Gaspare Filippo di Morozzo fece costruire una nuova ala (attualmente dipinta in rosa) su progetto dell’architetto Francesco Gallo di Mondovì. Il fossato che circondava la struttura, nel corso dei secoli, è stato gradualmente riempito, fino a diventare, nei primi dell’Ottocento, un’ampia spianata, oggi piazza Morozzo della Rocca, che dà vita, insieme al vasto giardino del castello, al Parco della Rimembranza. Per secoli l'edificio fu la dimora dei Marchesi Morozzo della Rocca, ma nel 1823 il Marchese Giuseppe Morozzo lo vendette al sig. Vitale e da questi passò a numerose altre famiglie borghesi per poi diventare sede, agli inizi del '900, della “Colonia Agricola Orfani di Guerra” che dal 1923 al 1973 ospitò, educò e preparò alla vita e al lavoro le centinaia di ragazzi che negli anni vi furono accolti. Attualmente appartiene al Comune di Rocca de’ Baldi. Ospita il Museo Etnografico Provinciale, Centro Studi e Documentazione storico-etnografica "Augusto Doro" (realizzato grazie alla collaborazione di vari Enti, fra cui la Provincia di Cuneo, il Comune di Rocca De Baldi e la Società Studi Storici Artisti ed Archeologici della Provincia di Cuneo), con mostre permanenti e temporanee sulla vita e tradizioni del mondo agricolo locale. Il castello è inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Sono visitabili i saloni del piano nobile, con alcune ricostruzioni d'ambiente, le esposizioni etnografiche del secondo piano, la torre a merlatura ghibellina (detta "Torre dell'Agnese", moglie del fondatore Ubaldo Morozzo) ed il grande parco, recentemente sistemato (da segnalare, fra l'altro, la presenza di tre antichissimi esemplari di Sofora Japonica). Una parte del giardino è poi stata trasformata in frutteto, attraverso il recupero e reimpianto di circa cento meli, peri e ciliegi di varietà autoctone del cuneese. Ad ottobre 2011 è stata inaugurata la seconda sezione del Museo. Nuovo nella concezione e nella realizzazione, esso rievoca la storia dei paesaggi, degli attrezzi e del lavoro degli uomini. Il supporto scientifico all’allestimento è stato curato dal prof. Rinaldo Comba, dell’Università degli Studi di Milano, presidente della Società di Studi Storici Archeologici della Provincia di Cuneo, che si è avvalso della collaborazione del prof. Giuseppe Gullino, dell’Università di Torino, e della prof.ssa Caterina Lerda, preziosa cultrice delle tradizioni locali. L’allestimento è stato predisposto dallo studio Ferdinando Delmastro di Torino. Le nuove sale presentate in questa occasione sono dedicate alla Coltura del Mais e della Castagna. In particolare per quest’ultima sezione è da segnalare la presenza di una pregevole ricostruzione di un tipico edificio concepito per l'essiccazione delle castagne. Tale modello, molto realistico, è realizzato con conci e lose in vera pietra e permette al visitatore di apprezzarne anche la struttura interna. In entrambe le sezioni vi sono inoltre suggestive gigantografie ricavate in parte da mappe e cabrei ritrovati negli Archivi Storici locali e in parte da straordinarie immagini di Paul Scheuermeier, grande etnologo svizzero e valente fotografo. Dal 2013 è presente una nuova sezione museale dedicata alla memoria: essa ospita le testimonianze della presenza nei locali del castello di Rocca de’ Baldi della “ Colonia Agricola Orfani di Guerra". Altri link per approfondire: http://www.regione.piemonte.it/cultura/guarini/schede/cn/dwd/roccadebaldi.pdf, http://www.castelliaperti.it/pagine/ita/scheda.lasso?-id=13, http://www.youtube.com/watch?v=qLH93UhzMbg (video),
Fonti: www.comune.roccadebaldi.cn.it, http://it.wikipedia.org, scheda compilata dal Dott. Andrea Orlando su http://www.icastelli.it, http://www.piemonteitalia.eu, http://www.abbonamentomusei.it/it/am_musei/M401_CASTELLO_DI_ROCCA_DE_BALDI/
Foto: da http://www.comune.roccadebaldi.cn.it e di sciakka su http://rete.comuni-italiani.it

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