ROCCA DE' BALDI (CN) - Castello
Il nome Rocca de'
Baldi deriva dalla posizione del borgo originario, posto su una rupe a
strapiombo sul torrente Pesio, per proteggere il quale nel XII secolo un nobile
della casata dei Morozzo di nome Ubaldo o Robaldo fece costruire la torre che
costituisce il nucleo dell'attuale castello. Il luogo venne perciò denominato Rupe Ubaldi, nome che nei documenti
dei secoli successivi subì varianti tra le quali Rocha Ubaldi, Rocham
Baudorum, Rocha de’ Baudis
e Roche Baudorum,
stabilizzandosi infine sull'attuale Rocca
de' Baldi. Nella scelta del luogo da fortificare fu considerata la
necessità di munirsi contro le eventuali incursioni dei Saraceni, la cui azione
si era sviluppata nel corso del X secolo ed era divenuta sempre più pericolosa.
Di fronte a questa terribile minaccia, la soluzione fu quella di innalzare le
fortificazioni. Alle origini, nel sec. XIII, il castello
fu un edificio con carattere prettamente difensivo, costituito dalla torre e da
alcune stanze adiacenti. Il castellano, governatore all’epoca, nominato dalla
città di Mondovì, abitava nella torre e teneva le chiavi del villaggio. Il
paese dovette sostenere parecchi assedi e cambi di dominio a causa della sua
posizione strategica e per il suo essere ottima base per le operazioni militari
contro Mondovì. Rocca de Baldi fu occupata, in successione, dai Monferrato, dai
Visconti di Milano, dagli Acaja, dai Monregalesi e dai Bolleri. Nel 1543 le
truppe spagnole incendiarono e saccheggiarono il castello, lasciandolo in
pessime condizioni. Rinacque più tardi, nel 1642, quando lo ebbe in feudo Carlo
Filippo di Morozzo che aggiunse alla torre superstite della struttura
originaria una serie di nuove e moderne costruzioni, eseguite in tempi diversi.
L'edificio da elemento della cinta muraria, si
trasformò in palazzo residenziale. Il castello fu successivamente
ampliato verso la fine del 1600 con la costruzione di un
corpo avanzato verso la piazza con un bel portale dorico. Lo scalone conduceva
alle grandi sale del primo piano: salone, sala da pranzo, alcova. Questi locali
presentano ancora bei soffitti a cassettoni con decorazioni autentiche. Alla
fine del 1600 il Castello si presentava come appare ora nella parte di colore
rosso scuro. All’epoca era invece a stucco bianco come tutti gli edifici dei
Marchesi Morozzo della Rocca e come ancora oggi appare la Badia. Nel
1710, infine, il Marchese Gaspare Filippo di Morozzo fece costruire una nuova
ala (attualmente dipinta in rosa) su progetto dell’architetto Francesco Gallo
di Mondovì. Il fossato che circondava la
struttura, nel corso dei secoli, è stato gradualmente riempito, fino a
diventare, nei primi dell’Ottocento, un’ampia spianata, oggi piazza Morozzo
della Rocca, che dà vita, insieme al vasto giardino del castello, al Parco
della Rimembranza. Per secoli l'edificio fu la
dimora dei Marchesi Morozzo della Rocca, ma nel 1823 il Marchese Giuseppe
Morozzo lo vendette al sig. Vitale e da questi passò a numerose altre famiglie
borghesi per poi diventare sede, agli inizi del
'900, della “Colonia Agricola Orfani di Guerra” che dal 1923 al 1973 ospitò,
educò e preparò alla vita e al lavoro le centinaia di ragazzi che negli anni vi
furono accolti. Attualmente appartiene al
Comune di Rocca de’ Baldi. Ospita il Museo Etnografico Provinciale, Centro
Studi e Documentazione storico-etnografica "Augusto Doro" (realizzato
grazie alla collaborazione di vari Enti, fra cui la Provincia di Cuneo, il
Comune di Rocca De Baldi e la Società Studi Storici Artisti ed Archeologici
della Provincia di Cuneo), con mostre permanenti
e temporanee sulla vita e tradizioni del mondo agricolo locale. Il castello è inserito
nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Sono
visitabili i saloni del piano nobile,
con alcune ricostruzioni d'ambiente, le esposizioni etnografiche del secondo
piano, la torre a merlatura ghibellina
(detta "Torre dell'Agnese", moglie del fondatore Ubaldo
Morozzo) ed il grande parco, recentemente sistemato (da segnalare, fra l'altro,
la presenza di tre antichissimi esemplari di Sofora Japonica). Una parte del
giardino è poi stata trasformata in frutteto, attraverso il recupero e
reimpianto di circa cento meli, peri e ciliegi di varietà autoctone del
cuneese. Ad ottobre 2011 è stata
inaugurata la seconda sezione
del Museo. Nuovo nella concezione e nella realizzazione, esso rievoca la storia
dei paesaggi, degli attrezzi e del lavoro degli uomini. Il supporto scientifico
all’allestimento è stato curato dal prof. Rinaldo Comba, dell’Università degli
Studi di Milano, presidente della Società di Studi Storici Archeologici della
Provincia di Cuneo, che si è avvalso della collaborazione del prof. Giuseppe
Gullino, dell’Università di Torino, e della prof.ssa Caterina Lerda, preziosa
cultrice delle tradizioni locali. L’allestimento è stato predisposto dallo
studio Ferdinando Delmastro di Torino. Le nuove sale presentate in questa
occasione sono dedicate alla Coltura
del Mais e della Castagna. In particolare per quest’ultima sezione è da
segnalare la presenza di una pregevole ricostruzione
di un tipico edificio concepito per l'essiccazione delle castagne. Tale
modello, molto realistico, è realizzato con conci e lose in vera pietra e
permette al visitatore di apprezzarne anche la struttura interna. In entrambe
le sezioni vi sono inoltre suggestive gigantografie
ricavate in parte da mappe e cabrei ritrovati negli Archivi Storici locali e in
parte da straordinarie immagini di Paul Scheuermeier, grande etnologo
svizzero e valente fotografo. Dal 2013 è presente una nuova sezione museale
dedicata alla memoria: essa ospita le testimonianze della presenza nei locali
del castello di Rocca de’ Baldi della “ Colonia Agricola Orfani di Guerra".
Altri link per approfondire: http://www.regione.piemonte.it/cultura/guarini/schede/cn/dwd/roccadebaldi.pdf,
http://www.castelliaperti.it/pagine/ita/scheda.lasso?-id=13, http://www.youtube.com/watch?v=qLH93UhzMbg
(video),
Fonti: www.comune.roccadebaldi.cn.it, http://it.wikipedia.org, scheda compilata
dal Dott. Andrea Orlando su http://www.icastelli.it, http://www.piemonteitalia.eu,
http://www.abbonamentomusei.it/it/am_musei/M401_CASTELLO_DI_ROCCA_DE_BALDI/
Foto: da http://www.comune.roccadebaldi.cn.it e di sciakka
su http://rete.comuni-italiani.it
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