Di Mimmo Ciurlia
SAN SEVERINO MARCHE (MC) – Castello di Pitino
Sorge a circa 10 Km da San Severino Marche, su di un colle
alto 602 metri s.l.m. ed è tra i più imponenti castelli severinati. Fu una
florida dimora feudale che la tradizione vuole fondata da Marco Petilio, nobile
romano che vi si insediò in fuga dai barbari dalla città di Septempeda. La sua
posizione sopra ad un colle rendeva questo castello importantissimo dal punto
di vista strategico, consentendogli infatti di dominare l’intera valle del
fiume Potenza e dunque la via di comunicazione tra l’Umbria e il mare Adriatico
passante per la città romana di Helvia Ricina. Proprio per questo, durante
tutto il Medioevo, Pitino fu conteso dai vicini comuni di San Severino,
Montecchio (Treia), Camerino, Tolentino e Cingoli. I feudatari signori di
Pitino per difendersi si posero prima (nel 1192) sotto la protezione di Treia,
poi (nel 1205) sotto quella di Tolentino, che ebbe la giurisdizione del
castello fino al 1239. In quell’anno l’imperatore Federico II di Svevia, che si
era impadronito di tutta la Marca, lo cedette al comune di San Severino da
sempre fedele alla parte ghibellina. La deposizione di Federico II nel concilio
di Lione (1245) e la fine della casa di Svevia riaccesero le contese; i guelfi
ebbero il sopravvento ovunque. Anche San Severino dovette assoggettarsi al pontefice, ma riuscì a conservare
definitivamente il castello, ricostruito agli inizi del XIII secolo
nell’impianto che ancora oggi si conserva. Nell’estate del 1426 Pitino subì l’ultimo
assedio della sua lunga storia da parte delle truppe pontificie in lotta contro
gli Smeducci, che vi tentarono l’estrema difesa della loro signoria. Il
complesso tipologicamente si configura come castello murato, che ripropone gli
schemi della fortificazione romana, con recinto a salientie rientranti, rafforzato da torri e comandato da una rocca,
che a sua volta aveva nella torre maestra l’elemento essenziale di dominio e di
difesa. Allo stato attuale il complesso è composto dalla cinta muraria e da due
nuclei, uno più antico (torre, chiesetta, cripta) e uno più recente (chiesa
maggiore, canonica e locali annessi). Il castello ha un perimetro di 400 metri
circa, con una forma vagamente triangolare con il vertice a sud, dove è ubicata
l’unica porta d’ingresso ( ma dovevano esserci ingressi anche in altri punti
della cinta) e la base a nord, dove domina il grande torrione in pietra
silico-arenaria, alto circa 23 m. e largo 5,75 m. per lato
con 1,75m di spessore, risalente all’inizio del XIII secolo, quando il castello
fu riedificato. La torre è priva di ingressi in quanto vi si accede dai
sotterranei il cui ingresso è nelle adiacenti costruzioni rendendola così ancor
più protetta. La cinta muraria, di circa 1,20 metri di spessore, è conservata
oggi in minima parte e solo sul lato est presenta tratti di dimensione apprezzabile.
Partendo dal grande torrione si può riscontrare il tratto più conservato della
cinta, di circa 64 metri di lunghezza e di 6 metri di altezza, con due ruderi
di torrione sporgenti due - tre metri dalla muraglia: il maggiore di 6 metri di
larghezza e 12 di altezza,il minore di 5 metri di larghezza e 8,50 di altezza. Proseguendo
verso sud si nota un vuoto di 46 metri circa dove una fitta boscaglia impedisce
la vista delle tracce dell’antico manufatto, quindi un nuovo tratto di circa 75
metri, dal profilo molto frastagliato, dell’altezza variabile da 2 a 6 metri;
al centro dei ruderi di un altro torrione della larghezza di 5 metri e
dell’altezza di 8. All’estremità sud questo tratto di mura si salda all’antica
porta d’ingresso, costituita da un torrione di 5 metri di larghezza, 5 di
altezza e 3 di profondità, dalle volte in mattoni. Tutto il versante ovest
presenta solo pochi frammenti delle antiche mura e di un bastione; in
prossimità del grande torrione il muro di cinta coincide con il corpo di
fabbrica dell’antica chiesetta di S. Antonio e annessi, il cui insieme andava a
saldarsi al torrione stesso. All’interno della cinta muraria sono presenti,
oggi, la chiesa grande e la sua torre campanaria (d’impianto tardo medioevale
trasformata nel Settecento e restaurata, nel solo esterno, dalla
Soprintendenza), un fabbricato adiacente a due piani già adibito a canonica (in
precario stato di conservazione) e un altro edificio, di modesta fattura
(ridotto ormai ad un rudere) destinato probabilmente ad abitazione colonica, collegato
con un sovrappasso al precedente. Nella parte settentrionale del perimetro ci
sono alcune feritoie, che rappresentano tentativi di adeguamento alle armi da
fuoco, ma per il resto, l’impianto ha mantenuto la struttura originaria. A
poche decine di metri all’esterno delle mura, in un pianoro che guarda il mare,
rimane il piccolo cimitero rurale, ormai abbandonato, che purtroppo, in tempi
recenti è stato oggetto di numerose profanazioni e di attenzioni da parte di
sette sataniche che hanno contribuito a far crescere nella popolazione una fascinosa visione esoterica
del luogo. Il percorso per arrivarci è una piacevole passeggiata per le tipiche
campagne marchigiane tra campi coltivati e casolari immersi tra le verdi colline
con le montagne a fare da sfondo. Pittori e musicisti, ai giorni nostri come
nel passato, salgono lassù per trarre ispirazione dal suono del vento tra le
rovine e dal volo delle poiane. Forse per questo una leggenda vuole che di
notte si sentano le note struggenti di un violino o i ritmi incalzanti di
tamburi. La visita del castello di Pitino è, in ogni caso, sempre
un'esperienza emozionante.
Fonti: http://www.provincia.mc.it/?p=7914
http://www.gruppomarche.it/prog_det.php?ID=405
http://www.macerataitinerari.it/rocca-di-pitino/
http://www.panoramio.com/photo/78826312
http://myrealestateitaly.com/it/il-castello-di-pitino/
http://turismo.comune.sanseverinomarche.mc.it/?page_id=77
http://www.nikonclub.it/forum/lofiversion/index.php/t17477.html
http://www.marche.beniculturali.it/index.php?it/264/san-severino-castello-di-pitino
http://www.amicipitino.it/Cenni%20Storici.htm
http://www.pierluigitomassetti.com/blog/tag/castello-di-pitino/
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