IGLESIAS (CI) – Castello di Salvaterra
Iglesias si stende ai piedi del monte Marganai ed è nota per l'attività
mineraria che l'ha contraddistinta nei secoli passati. La storia di Iglesias è
molto travagliata. Dalla fondazione urbana nel XIII secolo, ad opera dei
Pisani, col nome di "Villa Ecclesiae" alla presa aragonese nel XIV
secolo, ha subito una serie di alterne vicende, culminate con l'annessione al
patrimonio della Corona d'Aragona alla fine del XV secolo. Le vicende storiche
hanno condizionato anche la tipologia delle sue fortificazioni, spesso
ricostruite dal vincitore di turno. Noto anche come castello di San Guantino (i
Pisani lo chiamavno così, o anche di "San Guat", perché all'interno
ospitava una cappella consacrata al santo, poi dedicata dagli aragonesi a
Sant'Eulalia, patrona di Barcellona), il castello di Salvaterra venne edificato
in epoca medioevale, forse per volere del conte Ugolino, tra il XIII e il XIV
secolo, quando Iglesias, allora
Villa di Chiesa, era sotto il dominio
pisano, prima della famiglia dei Della Gherardesca, conti di Donoratico, e poi
della stessa repubblica toscana. Sorge nel settore nord-orientale della città,
addossato alle mura, in posizione sopraelevata rispetto all'abitato, sul colle
detto di Salvaterra (da cui prende il nome). Questa posizione, oltre che
garantire potere difensivo (il castello poteva essere difeso anche da un esiguo
manipolo di soldati), gli consentiva di comunicare con gli altri castelli
sparsi nel territorio ossia il castello di Gioiosa Guardia, il castello di
Acquafredda e il castello di San Michele di Cagliari. Venne conquistato dagli
Aragonesi nella metà del '300 e subì pesanti rifacimenti per tutto il corso dei
secoli a venire. Nel 1325, ad esempio, terminarono i lavori di ristrutturazione
voluti da Berengario Carroz: per l'occasione fu murata sull'architrave della
porta un'iscrizione, in cui il castello viene denominato "Castri
Regalis". In un disegno aragonese del 1358 appare dotato di tre torri, di
cui quella centrale più alta; sappiamo anche che nel XIV secolo era dotato di
venti torri, e, così come le mura, munito di una palizzata di legno e di un
fossato. Oggi non vi sono che ruderi dell'antica fortificazione,
costruiti con pietre e laterizi in filari alternati:
si salva parte del lato N e del lato E, mentre quelli S e O sono coperti di
vegetazione.
Nel lato est sono visibili delle mensole
che dovevano probabilmente sostenere il camminamento di ronda. Resta anche un
grande arco che apparteneva ad un altro corpo della fortezza dove si trovavano
i magazzini o abitazioni. Della grande casata che fu la Gherardesca resta anche
uno stemma con tre scudi araldici. Dalla misurazione di uno dei muri
perimetrali più antichi si è scoperto che è stato costruito con l'unità di misura più antica di quella pisana, cioè
il piede bizantino, quindi un maniero
esisteva già prima dell'arrivo dei pisani. Costruzioni
ottocentesche (una villa in stile neogotico e una vetreria) hanno ulteriormente
compromesso quello che restava del castello, di cui rimangono inoltre tracce di
pareti intonacate e alcune finestre e porte di difficile datazione. Al
l'interno di
queste costruzioni più moderne si possono osservare 2 architravi aragonesi
bellissimi, che vengono custoditi dopo l'asportazione da una abitazione del
centro storico (da Via Cavour, detta arruga de is cavaglieris). Il
castello si raggiunge agevolmente dal centro storico cittadino. H
a un patio interno
molto bello e panoramico, splendido per organizzare eventi culturali e musicali.
Foto: da http://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wordpress/2013/07/giovedi-1-agosto-al-castello-salvaterra-un-nuovo-incontro-della-scuola-civica-di-storia-di-iglesias/
e da
www.viaggioinsardegna.it
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