domenica 19 agosto 2018

Il castello di lunedì 20 agosto



RAFFADALI (AG) – Palazzo del Principe

Il toponimo Raffadali è stato ipotizzato originario dall'arabo رحال افدال (Rahl-Afdal), che significa "villaggio eccellente". Sul finire dell'XI secolo con il castello di Monte Guastanella, il feudo fu concesso alla famiglia Montaperto. Nel 1177 compare per la prima volta nei registri della diocesi di Agrigento una comunità denominata "Cattà" e nel Trecento il villaggio aveva una parrocchia dedicata a San Leonardo, oggi scomparsa. Compare anche la denominazione di "Raafala" nei registri delle rendite ecclesiastiche della diocesi. Passata nel secolo XIII con gli Angioini alla famiglia Nigrell e poi a Bonmartino di Agrigento, tornò da questo per permuta nel 1289 ai Montaperto che la tennero con alterne vicende fino alla fine del secolo XIV; appartenne nel XIV secolo anche a Scaloro degli Uberti per eredità Montaperto. L'odierna cittadina venne fondata sulle rovine dell'antico casale nel 1481. Nel 1507 Pietro Montaperto ottenne dal re Ferdinando lo "ius populandi" per la espansione dell'agglomerato urbano, e iniziò i lavori di consolidamento del castello e di costruzione della chiesa madre. Nel 1649 Giuseppe Nicolò Montaperto, intervenne per reprimere una rivolta degli agrigentini contro il vescovo Trajna, accusato di costringere la popolazione alla fame. Per premiare il coraggio e la fedeltà dei Montaperto, Filippo IV di Spagna insignì la famiglia feudataria di Raffadali del titolo principesco. L'ultimo signore di Raffadali fu Salvatore Montaperto Valguarnera. Agli inizi dell'Ottocento Raffadali si trasformò da borgo del feudo a borgo rurale di piccoli e medi proprietari, rimanendo ai vecchi feudatari il diritto enfiteutico sulle frazioni del fondo. Il Palazzo del Principe, in passato residenza dei principi di Montaperto, originariamente era una fortezza e ciò si può desumere dalla torre di base, nel lato Sud-Ovest, che si presenta ancora oggi nella sua interezza. Successivamente venne trasformato, durante il Rinascimento, in residenza signorile. Nel corso dei secoli subì la distruzione di una delle torri e delle merlature. Nei suoi sotterranei si trovano antiche macchine di tortura utilizzate dai principi di Montaperto e un tunnel collegava la residenza alla chiesa madre. Altro link suggerito: https://www.youtube.com/watch?v=GTOOloO3p24 (video di PiccolaGrandeItalia.tv, dal minuto 9)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Raffadali, http://www.comune.raffadali.ag.it/public/pagine.asp?id=11

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da https://www.ialmo.it/identita/raffadali/

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