mercoledì 8 agosto 2018

Il castello di mercoledì 8 agosto




SERRA DE' CONTI (AN) - Cinta muraria

L’origine dell’insediamento sembra dovuto ai monaci benedettini dell’abbazia di Santa Croce di Sassoferrato, colonizzatori agrari dell’alta valle del Misa che amministravano la pieve di Santa Lucia di Serra nel secolo XIII che vi costruirono un castello, o borgo fortificato, fra il XII e il XIII secolo. Verso il 1230 la piccola nobiltà rurale si costituì in una sorta di comitato ispirato al Libero comune e la prima volta che compare in documenti l'appellazione di Serra de’ Conti risale al 1244. Tuttavia già nel 1248 la città stipulò con il Comune di Jesi un accordo e una specie di sottomissione, destinato a durare nel tempo, a testimonianza dell'importanza del potente vicino. Serra si trovò coinvolta nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini, soggetta, come altri castelli della zona, alla vicina Respublica Æsina, che esercitava in questo periodo l'egemonia sul territorio circostante, ed era di parte ghibellina. Tra il 1250 e il 1260 crebbe e si sviluppò un ceto medio, tanto che nel 1254 venne istituita la figura del Capitano del popolo. Con l'estendersi del territorio comunale nacque una serie di conflitti con le comunità vicine, in materia di confini. In particolare sono attestati scontri con Rocca Contrada (Arcevia) e Jesi, che continuarono fino alla fine del XV secolo. La Santa Sede rivendicava comunque la propria autorità sulla città e sui castelli della Marca. Infatti il primo documento vaticano che ricorda Serra de'Conti risale al 1270-80 ponendola tra i centri immediate subjecte alla sede apostolica, amministrata dal governo della Curia provinciale della Marca. Se all'inizio, durante le alleanze promosse in funzione anti-imperiale, la Curia riconosceva una certa autonomia nell'elezione delle magistrature, dopo la sconfitta degli Svevi nel 1268, Roma rafforzò la propria egemonia controllando direttamente le nomine. Ne scaturì un periodo di grande instabilità politica in tutta la regione, con continue guerre e rivolte che videro Serra nuovamente legata a Jesi e in balia delle sue scelte strategiche. Così, nel corso del XIV secolo, la Chiesa mise in atto una grande operazione militare atta a sottomettere definitivamente i centri più ostili e a riorganizzare la regione. Durante la Riconquista della Marca Anconitana, guidata dal cardinale Egidio Albornoz, quest'ultimo redisse nel 1360 la Descriptio Marchiae dove confermava e poneva Serra de' Conti nel Presidiato di San Lorenzo in Campo, assieme a Jesi, Senigallia, Fano, Urbino e Cagli. Serra riconfermò i patti con Jesi per libera scelta di alleanza che in qualche modo risultava protetta. I nuovi podestà vennero inviati dalla Curia provinciale della Marca e scelti fra le famiglie nobili guelfe che avevano contribuito alla Riconquista. Dunque questo periodo, così instabile, si concluse con l’avvento delle signorie. Dapprima furono i Chiavelli, signori di Fabriano e Rocca Contrada, ai quali succedettero i conti Buscareto di Senigallia. Nel 1376 fu la volta degli Atti di Sassoferrato, che nel 1390 ottennero anche il riconoscimento da parte di papa Bonifacio IX dell'incarico di vicari pontifici, con giurisdizione civile e criminale di prima istanza, e la facoltà di riscuotere i tributi spettanti alla Camera apostolica. Il Vicariato di Serra passò a Pandolfo III Malatesta, tra il 1404 e il 1406, ma nel 1430 la Chiesa riprese possesso dei propri territori, e dopo la fine delle guerre delle grandi signorie, intorno al 1445, i comuni più piccoli, persero la loro autonomia e furono inglobati definitivamente nello Stato pontificio, per restarvi fino agli sconvolgimenti di fine Settecento legati all’invasione francese. Nel 1798 con la Repubblica Romana Serra venne slegata definitivamente dalla Repubblica Æsina, e legata al territorio di Rocca Contrada. Venne dunque inglobata nel Dipartimento del Metauro. Col decreto del 2 aprile 1808 le Marche furono annesse al Regno italico e Serra immessa nel Dipartimento del Musone con Rocca Contrada. Grazie al suo discreto stato di conservazione, Serra si propone tuttora come esempio abbastanza significativo di impianto urbano di origine duecentesca riadattato e trasformato in età tardomedievale e moderna sotto la spinta dei mutamenti economici e sociali. In molti casi l’immagine di città murata è andata perduta a seguito delle pesanti demolizioni succedutesi dall’inizio dell’Ottocento per facilitare più comodi accessi, espansioni extra muros di servizi e residenze. Tuttavia il perimetro murato della città storica è invece per buona parte ancora integro, formalmente e strutturalmente riconoscibile nella tipica forma a fuso allungato. Tale forma è data dalla principale direttrice di espansione della sommità della cresta collinare in direzione Nord-Sud, sul percorso della strada che collegava la valle del Misa (Senigallia) e quella dell’Esino (Jesi). Del sistema di torri e baluardetti oggi restano in evidenza ben undici torri, mentre delle tre porte restano solo quella di Santa Lucia e l’antica porta della Croce. L’espansione urbana avvenne nel periodo comunale (sec. XIII – XIV), che rappresenta il momento di maggior sviluppo economico e demografico. La presenza di un primo nucleo abitativo fortificato si accompagna alla nascita del comune e all’edificazione del castello (secc. XII-XIII), che concludono la lunga fase di colonizzazione della valle iniziata nel sec. XII. Durante tutte le vicende della prima metà del secolo XIII fino al 1244 il castello di Serra non è mai menzionato in maniera esplicita in alcuno dei documenti di cui disponiamo e non appare nemmeno coinvolto direttamente in nessuno degli avvenimenti riguardanti i comuni limitrofi; solo nel 1240 come sappiamo da documenti processuali successivi, erano stati fissati i primi confini territoriali fra Serra e Rocca Contrada (Arcevia) citando il territorio con la menzione di districtum Serre, poi nei secoli, quasi come sinonimi, vennero utilizzati Serra Comitum e Serra Comitis. Tra le più significative testimonianze dell’architettura militare tre-quattrocentesca, sono ancora in buono stato sia il possente torrione ottagonale (XV sec.) sia la Porta della Croce, in origine munita di ponte levatoio e protetta da due torrioni. Nel 1658, in occasione di rifacimenti e restauri, la lunetta dell’arco interno venne affrescata con una Deposizione , oggi trasferita per motivi conservativi nella sala consiliare del Palazzo Comunale e sostituita con un’opera contemporanea dal medesimo soggetto eseguita dal Maestro Bruno d’Arcevia. Il centro storico è strutturato su due vie parallele, dove si affacciano eleganti palazzi signorili e al suo interno si snodano piccole stradine e vicoli medievali. Il castello è costruito interamente in laterizio. Un link suggerito è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=n-ZwpZi74Hs (video di campanaroserrano).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Serra_de%27_Conti, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-serra-de-conti-an/, http://www.valmisa.com/serra-de-conti/serra-deconti-storia-ed-itinerario-artistico

Foto: la prima è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-serra-de-conti-an/, la seconda è presa da https://viaggiart.com/it/serra-de-conti_6835.html

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