giovedì 23 agosto 2018

Il castello di venerdì 24 agosto




FOLIGNO (PG) – Castello in località Verchiano

Verchiano è una frazione montana del comune di Foligno, si sviluppa lungo un pendio tra circa 750 e circa 850 m s.l.m., fa parte della Circoscrizione 8 "Valle del Menotre". Etimologicamente "Verchiano" significa "acquitrinio dei maiali", ciò oltre che dall'etimo è confermato dallo stemma di Verchiano (presente sul fontanile monumentale nel centro del paese, detto "dei Trinci" e nella "sala delle Armi" del Palazzo Comunale di Foligno) dove compare un verro sovrastato da una lama stretta in un pugno). Le sue origini risalgono al periodo umbro (circa III secolo a.C.) e il suo sviluppo fu dovuto alla posizione lungo una via di grande comunicazione del tempo, che collegava la Valle Umbra all'Alto Piceno: si tratta della via della Spina (così chiamata dal nome del paese di Spina nel comune di Campello sul Clitunno e dall'omonimo torrente, da non confondere con la città etrusca di Spina), che restò fino alla fine del XIX secolo la via più diretta per il collegamento di Roma con Ancona e la Marca anconitana. Questa via si ricongiungeva, a Colfiorito, alla via Lauretana e alla via Plestina che da Foligno portava a Camerino attraverso Colfiorito e Plestia. La storia di Verchiano seguì, nell'alto medioevo, quella del ducato longobardo di Spoleto. In epoca medievale il centro si spostò a monte creando l'agglomerato urbano del "Castello di Verchiano". Nel 1263 il Castello di Verchiano e quello di Roccafranca (e le loro pertinenze), appartenenti al comune di Spoleto, furono acquistati dal comune di Foligno (al tempo retto dalla signoria degli Anastasi): da quel momento le sorti di Verchiano furono legate a quelle di Foligno, pur mantenendo legami con Spoleto, specialmente in materia ecclesiastica; pur appartenendo al comune di Foligno, Verchiano fa tutt'oggi parte (con Roccafranca) dell'arcidiocesi di Spoleto-Norcia e non della diocesi di Foligno. Dal 1305 al 1439 fu dei Trinci, succeduti agli Anastasi come signori di Foligno. Nel 1305 con l’avvento della Signoria Trinciana, il castello e le zone di pertinenza passarono di mano, ed è in questo periodo che lo stesso incominciò ad assumere un ruolo rilevante nel territorio, fino ad arrivare al suo massimo splendore sotto Corrado III. A dimostrazione dell’importanza che aveva assunto la fortezza in funzione dei traffici e della strategia difensiva dell’epoca, si può citare la notizia che già nel 1384 Corrado II Trinci, concesse a certo Matteuccio Branchi da Spoleto non senza onere, un salvacondotto per il trasporto di 20 salme di grano dalle Marche a Spoleto passando per Verchiano, percorrendo cioè la via della Spina (o delle Pecore). Nel 1408, Braccio Fortebracci da Montone famosissimo capitano di ventura messosi al servizio del re di Napoli, provenendo da Todi avrebbe preteso di passare con le sue truppe (1200 cavalli e 1000 fanti ), attraverso il territorio folignate. Poiché la richiesta non venne accolta, il Fortebracci mise a ferro e fuoco la zona spingendosi si dice, fino al castello di Verchiano. Dopo la fine della Signoria dei Trinci, le beghe confinarie con gli spoletini che non si erano mai sopite, ripresero con maggior vigore anche per il fatto che nel frattempo (1461), gli stessi si erano impadroniti di nuovo del castello di Roccafranca. Il 21 ottobre 1482, gli spoletini assaltarono anche Verchiano e Rasiglia. Così il Mugnonio cronista dell’epoca descrive l’avvenimento. “1482 et addì 21 de octobre, lu popolo de Spoliti andò in nel contado de Fuligno in nella montagna, et arse lu burgu de Verchiano et le case delle ville de Rasciglia et de più de sey fémene sforzate, fo dicto”. Poiché si credette che alla spedizione avessero preso parte anche i trevani, nel momento in cui questi nel maggio del 1483 chiesero un patto di concordia con Foligno, vennero ricambiati con un netto rifiuto anzi, da allora Foligno iniziò di nuovo ad armarsi ed i contrasti si acuirono al punto tale che i folignati prendendo a pretesto l’uccisione di un giovane di Scandolaro, certo Berardo di Martino, nel luglio del 1484 iniziarono la guerra contro Trevi. Gli spoletini allora armarono 4000 uomini e dettero inizio ad una controffensiva. Di notte tempo, partendo dal castello di Orsano in loro possesso, assaltarono il paese di Verchiano devastando la zona e depredando gli abitanti. Stessa sorte subirono le località montane di Armalupo, Cancelli, Cascito, Cupacci, Acqua S. Stefano e Morro. La chiesa di S. Martino di Morro fu spogliata di tutti gli arredi sacri per un danno stimabile all’epoca di oltre 150 fiorini. Alla notizia di tali gravi incidenti che erano anche costati la vita ad un verchianese, certo Domenico Jacobillo, papa Sisto III inviò come commissario pontificio Mons. Goffredo Moroni, che istituì un processo contro gli spoletini ed emise dure condanne per gli istigatori dei moti. Trenta di loro, accusati di omicidio, incendi ed azioni sacrileghe, oltre alla confisca dei beni, furono condannati insieme al Comune di Spoleto al risarcimento dei danni, computati in 17355 fiorini da pagarsi entro un mese dalla sentenza. Il 14 luglio 1496, dopo anni di cruenti scontri, furono fissati i confini tra Foligno e Spoleto. Successivamente non ebbero più a verificarsi fatti gravi in quei territori, se non sul finire del 1522, allorché si ebbe notizia che Spoleto aveva di nuovo occupato Sellano e subito dopo Verchiano e Roccafranca, ma anche in questo frangente il deciso intervento di papa Adriano VI fu provvidenziale. Proprio in quel periodo infatti vennero messi a punto i Capitoli riguardanti i Castellani, con l’ambito territoriale in cui doveva esplicarsi la loro attività. Al castellano di Verchiano, fu accordata la giurisdizione solo su Verchiano e sue pertinenze. Negli anni seguenti con l’avvento diretto dell’amministrazione pontificia, anche questo castello, perse la sua importanza strategica in quanto non più di confine. Posto a 811 metri di altezza, sulla sommità di un costone dal quale si domina sia la Via della Spina che l’alta Valle del Menotre, vi si giunge agevolmente oltrepassando l’abitato di Verchiano e percorrendo la strada sterrata che conduce a Roccafranca ed al Santuario di S. Salvatore. Dopo circa due chilometri seguendo l’indicazione Popola – Cesi, sulla sinistra a circa 100 metri dalla strada, si scorge l’imponente torre dell’ingresso principale. Del castello a forma quadrangolare, rimangono solo pochi ruderi delle antiche mura, mentre si conservano abbastanza bene le quattro torri, anche perché dopo il terremoto del 1997, le stesse sono state oggetto di ristrutturazione da parte della sovrintendenza alle Belle Arti di Perugia. A tutt’oggi si sta ancora lavorando per il restauro di quella posta sul lato sud del fortilizio. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=pxAQ7asGHAM (video di Vania Cavicchioli dal minuto 2:15), scheda di Stefano Favero su https://www.mondimedievali.net/Castelli/Umbria/perugia/verchiano.htm, http://www.luoghidelsilenzio.it/umbria/02_fortezze/03_folignate-spoletino/00016/index.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Verchiano, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-verchiano-verchiano-di-foligno/

Foto: le prime due sono del mio amico e “inviato speciale” Claudio Vagaggini (scattate lo scorso 29 luglio), mentre la terza è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-verchiano-verchiano-di-foligno/

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