CASTIGLIONE D’ORCIA (SI) – Castello Salimbeni-Piccolomini in frazione Ripa d’Orcia
Sorge nel cuore della Val d'Orcia a dominio del corso del
fiume Orcia, si raggiunge attraverso un strada sterrata seguendo le indicazioni
dall'abitato di San Qurico d'Orcia. Sebbene l'indicazione più antica
dell'esistenza di un abitato in località Ripa d'Orcia, talora con la variante
Ripa al Cotone, risalga, secondo il Dizionario geografico fisico storico della
Toscana del Repetti, al 1271 anno nel quale si trova inviato sul posto "un
giusdicente minore sotto gli ordini del potestà di Siena", F. Salimei
riporta che i Salimbeni "dovettero possedere fin dal secolo XII in Val
d'Orcia fra l'altro i castelli di Chiarentana e della Ripa d'Orcia" e che
questi furono "interamente opera loro (dei Salimbeni)". Ulteriori
notizie anticiperebbero al 18 Luglio 1213 la prima comparsa della Ripa nei
documenti, mentre certo è che la Ripa, tra il 1250 e il 1258, fu venduta dalla
consorteria dei Tinniosi alla Repubblica di Siena data la sua importanza
militare e strategica durante le numerose ed aspre lotte fra le potenti
famiglie e il governo cittadino. Nel 1274 il Castello di Ripa d'Orcia, insieme
a molti altri possedimenti, era di proprietà della famiglia Salimbeni la quale
si pose in Val d'Orcia a capo di un vero e proprio Stato. La Ripa al Cotone di
Valdorcia, pur essendo valutata meno di altri possedimenti della Consorteria,
assunse fin da subito un enorme significato strategico-militare tanto da essere
attestato nella Tavola delle Possessioni del 1316 quale "Roccham et
fortilitiam de Ripa Cotone" di proprietà di Niccolò e Stricca di Giovanni
di Salimbene. La Consorteria si consolidò in Val d'Orcia dopo aver ottenuto il
riconoscimento dell'imperatore Carlo IV sulla Signoria di fatto già ampiamente
esercitata: in particolare il 21 aprile 1355 Giovanni d'Agnolino ottenne
"il riconoscimento e la conferma sui feudi della Ripa con i relativi
territori e distretti e con tutti i diritti di giurisdizione trasmissibili agli
eredi legittimi". Mentre nel 1410 i capitoli della pace fra la Repubblica
e i Salimbeni stabilirono che ad Antonia de' Salimbene spettasse, fra gli
altri, la Ripa al Cotone "con tutte le case e le possessioni", il 17
Novembre 1417 fu proprio Niccolò di Cione di Sandro (detto Cocco) a vendere ai
senesi, grazie all'intervento dell'ospedale di S. Maria della Scala, per 5000
fiorini d'oro la fortezza e il territorio della Ripa del Cotone e Bagno Vignoni
"con torre, casamenti, case e gualtiera". Successivamente il Capitolo
dello Spedale deliberò la vendita (1437) a tal Compagno di Bartolomeo della
Agazzara, i cui discendenti nel 1484 alienarono la Tenuta avente "per
confino da un lato l'Asso, dall'altro l'Orcia, dall'altro la corte di Sancto
Quirico e dall'altro la corte di Vignone" a madama Francesca, vedova di
messer Pietro di Bartolomeo Piccolomini. Dal 1484, quindi, il Castello con il
borgo fortificato ed i terreni circostanti entrarono in possesso della famiglia
Piccolomini del ramo dei Carli a cui in seguito si aggiunsero i rami dei Clementini
e dei Febi. Oramai i castelli medievali avevano perso il loro significato:
l'invenzione delle artiglierie segnò l'epoca della loro caduta; i possedimenti
persero via via la loro importanza strategica e furono ridotti ad usi
esclusivamente produttivi: i beni con scarsa redditività furono alienati o
affittati. Non è il caso della Tenuta del Castello della Ripa d'Orcia che,
benché avesse coltivi di natura non facili e vieppiù trascurati durante i
lunghi periodi di guerra, fu istituita in fedecommesso mediante testamento
dettato da Emilio Piccolomini Carli il 5 agosto 1605, e perciò resa
inalienabile e spettante in eredità al primogenito della nobile casata. Al
termine del XIX secolo il Conte Pietro Piccolomini Clementini, appassionato
cultore dell'arte e delle sue manifestazioni più elette, intraprese,
avvalendosi della valente opera dell'Ingegner Savino Cresti, i lavori di
restauro (continuati con non minore intelletto dalla vedova sua consorte
Contessa Marianna), grazie ai quali il Castello di Ripa d'Orcia si presenta
oggi nella sua primitiva e caratteristica originalità, mantenendo con vero
gusto d'arte le forme antiche. Da allora il Castello con il borgo ha continuato
ad essere costantemente abitato e utilizzato dai discendenti della nobile
famiglia senese e perciò sottoposto a quella assidua manutenzione che è la sola
garanzia di conservazione. L’edificio, costituito da un possente mastio a
pianta quadrata circondato da un recinto murato di forma irregolare dotato di
una sola porta di accesso, è oggi proprietà privata e sede di una struttura agrituristica. Ha un suo sito ufficiale: http://www.castelloripadorcia.com.
Vi suggerisco inoltre la visione di questo video molto interessante: http://www.youtube.com/watch?v=j_l_C-1pYOQ
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