SUSEGANA (TV) – Castello di San Salvatore
La sua storia è indissolubilmente legata alla famiglia
Collalto, di antichissima origine longobarda, che da Treviso si stabilì qui tra
il XII e il XIII secolo fondando i castelli di Collalto e di San Salvatore. Nel
1245 la collina di San Salvatore fu ceduta dal comune di Treviso proprio ai
conti Collalto, che già vantavano diritti feudali sulla limitrofa contea
omonima. La costruzione del castello di San Salvatore iniziò nel 1323 ad opera
di Rambaldo VIII di Collalto e finì con il suo successore Schenella V. In
precedenza, nel 1312, i Collalto avevano ottenuto da Enrico VII la piena
giurisdizione sulle contee di Collalto e San Salvatore. Fu l'inizio di un
principato che, pur in seno al comune di Treviso prima e alla Serenissima poi,
mantenne larghissima autonomia sino al 1797, con l'arrivo di Napoleone. In
posizione dominante, il castello (con i suoi trentamila metri quadrati tra
rocca e borgo che lo rendevano uno dei più estesi del nord Italia) poteva
controllare gli abitati circostanti, le principali vie di comunicazione e i
traffici sul Piave. Fu per questo coinvolto nelle lotte che nel tardo medioevo
coinvolsero Treviso, Padova e Venezia ma rimase sempre inespugnato, anche
durante i terribili assalti dell’invasione ungherese agli inizi del
Quattrocento. Ancora nel 1546 il Malipensa lo annoverava tra le opere che
contribuivano alla difesa della Marca. Tuttavia, dopo la guerra della Lega di
Cambrai il castello aveva perso le sue funzioni militari, evolvendosi quindi in
dimora signorile e centro di potere. A partire dal Cinquecento, iniziò
finalmente un plurisecolare periodo di tranquillità. Durante la lunga pax
veneziana il castello di San Salvatore conobbe un periodo di grandissimo
splendore, in cui venne abbellito e decorato grazie alla presenza di numerosi
artisti tra i quali il Pordenone, lo Schiavone, Cima da Conegliano. Il castello
ingentilito attirò pittori, poeti, letterati, e musicisti che vi trovarono
spunto per le loro opere. Ospite dei Collalto nell’Abbazia di Nervesa,
Monsignor Giovanni della Casa compone il suo celebre “Galateo”. All’inizio del
Seicento sorse la chiesa di Santa Croce, rivolta verso il borgo attraverso un
loggiato dal sapore sansovinesco e nel secolo dei Lumi il conte Odoardo fece
erigere un nuovo palazzo, che prese il suo nome. In vicinanza del fronte del
Piave, durante la Grande Guerra il complesso subì pesanti sconvolgimenti. L’edificio
fu oggetto di notevoli interventi, anche distruttivi, sino all'Ottocento.
Tuttavia risulta difficile ricostruirne la cronologia dal momento che, durante
la prima guerra mondiale, il prezioso archivio dei Collalto è andato perduto in
un incendio. Si ritiene che i lavori più importanti siano stati effettuati nel Cinquecento,
applicando al complesso il tipico aspetto dei palazzi urbani. Come testimonia
la documentazione fotografica, prima delle devastazioni belliche San Salvatore
mostrava su di sé diversi stili, specie a livello della cinta muraria interna,
che tuttavia raggiungevano una notevole sintesi anche grazie alle facciate,
omogeneamente affrescate. Una lettera del 1919 descrive la situazione
post-bellica: il castello era quasi interamente crollato e particolarmente
gravi erano i danni all'oratorio privato, in cui si trovavano affreschi di Tommaso
da Modena e del Pordenone. Solo nel 1943 iniziarono dei radicali lavori di
restauro e ricostruzione, conclusi nel 1950-1951. Il Conte Rambaldo di Collalto
rinnovò in modo moderno e imprenditoriale l'attività agricolo-industriale della
sua tenuta, ricostruendo le centinaia di case coloniche distrutte e iniziando
l’opera di ricostruzione e restauro del Castello. Quest’opera venne poi ripresa
con passione dal nipote, il Principe Manfredo di Collalto; che nel 2003
completò il restauro di Palazzo Odoardo, cuore del Castello San Salvatore,
ritornato così all’antico splendore. Attualmente San Salvatore si articola
nella cinta muraria merlata, nel blocco di palazzo Odoardo (oggi utilizzato
come sede di importanti eventi culturali) e nella torre grande assieme alla
chiesa di Santa Croce, elementi raccordati ai ruderi di altri edifici. Vi è un
sito web dedicato al castello: http://www.castellosansalvatore.it
Fonti: http://www.comune.susegana.tv.it,
http://it.wikipedia.org, http://www.icastelli.it,
Foto: dal sito http://www.inthemoodforlove.it
e dal sito www.motohotel.com
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