POZZALLO (RG) – Torre Cabrera
E’ una torre di difesa costiera che si erge,
imponente e maestosa, sulla scogliera del litorale di Pozzallo. Nel XV
secolo il sito dell'attuale Pozzallo era conosciuto dai naviganti per le
sorgenti di acqua chiamate di "Pozzofeto" e della "Senia",
in quei tempi tanto famose da essere segnalate sui portolani e sulle carte
nautiche per il rifornimento delle scorte d'acqua dei navigli. Quando i
Chiaramonte, Conti di Modica, vi costruirono un Caricatore, cioè un complesso di magazzini sulla costa completo
di pontili e scivoli per l' imbarco di merce sui velieri, considerato il
secondo per importanza della Sicilia dell'epoca, si rese necessaria anche la
costruzione di strutture per la sua difesa dagli attacchi dei pirati. Con
l'investitura della Contea di Modica
al nobile spagnolo Bernardo Cabrera, che aveva aiutato gli Aragonesi nella
spedizione contro il ribelle Andrea Chiaramonte, giustiziato nel 1392 a Palermo, il Caricatore di Pozzallo venne ulteriormente
ampliato. Tra i poteri eccezionali concessi al Conte di Modica, all'atto della
investitura, è da annoverare il privilegio di "esportare in franchigia
12.000 salme di frumento, orzo ed altre vettovaglie dal caricatore annesso al
porto di Pozzallo".
Questa concessione, concretamente, sanciva la rilevanza economica del fiorente
caricatore, dove confluiva il grano prodotto nel territorio della Contea e
destinato alla esportazione lungo le rotte mercantili del Mediterraneo. Per
l'entità degli interessi commerciali il complesso portuale fu dotato di una torre
difensiva, fatta costruire - su autorizzazione del re Alfonso V d’Aragona - nel
1429 da Giovan Bernardo Cabrera, erede del potente e leggendario Bernardo,
morto a Catania nel
1423. La Torre, che, appunto dai Conti Cabrera (una capra è nel loro stemma)
prende il nome, è affacciata sul mare e "tanto vicino al lido che le onde
talvolta le bagnano i fondamenti" come rilevava nel XVI secolo il
Camilliani, l'architetto fiorentino che, per incarico della deputazione del
Regno di Sicilia, percorse ed esplorò le coste isolane, minacciate dai corsari
e dall'aggressività dei Turchi. Lo stesso Camilliani ne evidenziò la funzione:
"Questa serve per securtà del grano che quivi si conduce, che serve la
maggior parte per l'isola di Malta, per essere il più vicino luogo di tutta
l'isola di Sicilia per distanza di sessanta miglia". Ancora oggi
l'imponente e compatta costruzione, definita dal Fazello "ingens et
magnifica" rivela la funzione di Torre-fortezza, avamposto difensivo,
punto di sorveglianza di una vasta zona costiera e di avvistamento preventivo
dei velieri pirata; entro le sue poderose mura, pur corrose dal tempo, dove
sono visibili feritoie ed aperture, era insediato, agli ordini di un
Castellano, un presidio militare. Così annota il Grana Scolari: "La Torre
serviva d'ufficio al Maestro Portolano che ne era il governatore, assistito da
sei soldati, dalla artiglieria, oltre gli impiegati che formavano una piccola
corte". Il servizio di vigilanza costiera era completato da guardie
itineranti che a piedi (pedoni) o a cavallo (cavallari) sorvegliavano e
perlustravano la costa ed il mare. Nel territorio interno della Contea il
servizio di guardia si svolgeva nei "posti di fano" collegati con
precisi sistemi di comunicazione in caso di allarme e di pericolo. Sulle sue
terrazze vi erano piazzati cannoni di diverso calibro mentre dei cavalieri
sorvegliavano la costa. Venivano anche catturati e puniti i criminali o i
prigionieri saraceni catturati e giustiziati in una camera particolare, ancor
oggi visibile, situata proprio sugli scogli, dove i detenuti venivano
incatenati e poi uccisi per annegamento dalle acque innalzatisi con l'alta
marea. Alla fine del '500, al palacium originario si aggiunse
il poderoso bastione a mare; si tamponarono le grandi aperture a levante, a
mezzogiorno e a ponente; si adattò l'articolazione degli spazi interni a favore
di una sistemazione utilitaristica di carattere militare. Si costruirono i due
grandi contrafforti sulla facciata sud e si modificò il sistema d'accesso,
interrando nella cieca base bastionata l'originaria scala di accesso, come ha
documentato l'ultimo restauro effettuato. L'impianto planimetrico interno, con
i magazzini e le cisterne nel piano terra e con i decorati e spaziosi saloni dei
piani elevati, risponde sia alla funzione rappresentativa del
palazzo-residenza, sia a quella commerciale legata alla fiorente attività del
"Caricatore di Pozzallo. Al piano terra possono essere visitati i due
vasti magazzini, paralleli alla linea di costa, coperti con volte a botte, in
pietra e mattoni, ed illuminati da feritoie utilizzate come caditoie per
granaglie. Attraverso un'articolata scala ottocentesca, esterna all'edificio,
si accede al primo piano, dove le pareti dell'ambiente verso il bastione a mare
conservano le tracce delle tre crociere crollate per eventi sismici. Verso la
città si apre ancora un salone, con altre crociere. Dal primo livello una
scala, ricavata nello spessore del muro, conduce al secondo. Quì altri due
ambienti, destinati probabilmente ad uso privato, sono coperti da altre tre
crociere ed illuminati da due trifore trilobate aperte sul mare. Nelle
volte a crociera di qualcuna delle sale, adibite a residenza del castellano, o
del Conte stesso di passaggio, spiccano gli stemmi scolpiti raffiguranti il
blasone della nobile famiglia catalana dei Cabrera. Una
scaletta a chiocciola ricavata all'interno del muro nello spigolo sud ovest,
conduce al terzo piano, occupato dal terrazzo da cui si gode una vista
panoramica straordinaria. Continuando la visita nelle pareti delle trifore si possono
notare graffiti molto interessanti. Uno scritto in gotico ed un disegno di un vascello
marcatamente sulla pietra. Non si tratta di decorazioni, poichè non vengono
notate facilmente nè tantomeno è opera di buontemponi, trovandosi in posizione
assai elevata e in una zona isolata. Sembrano più dei 'marchi', lasciati dagli
antichi costruttori o da chi voleva lasciare un segno della propria presenza. Attorno
alla torre si sviluppò il primo agglomerato urbano di Pozzallo, costituito in
un primo tempo da poche centinaia di persone fra soldati e pescatori. Nel 1693
la Torre crollò in seguito ad un terremoto. Fu ricostruita applicando alcune
modifiche al progetto originale. Nel secolo successivo, altri eventi sismici
sollecitarono interventi di riparazione e di consolidamento, necessari anche
per arginare i contraccolpi delle artiglierie. La Torre "è riparata nel
1767 con aste di ferro" (Ruggiero Sigona). Ma nel breve volgere degli
anni, l'importanza e la funzione della fortificazione si vanificarono poichè,
in forza del Regio Decreto del 12 dicembre 1816, furono annullati le
istituzioni e i privilegi della Contea, già nominalmente liquidata nel 1802 ed
incamerata al fisco. Oggi, di proprietà del demanio regionale, la
torre è Monumento Nazionale, ed è riportata sullo stemma della città di
Pozzallo. Percepita come il simbolo della città, è attualmente
museo di se stessa, visitabile gratuitamente. Per una questione
estetica, alcune finestre originali sono state ricostruite totalmente
attenendosi il più possibile alla forma originale. L'edificio,
a pianta quadrata con lato di circa 20 m. di lato ed un'altezza di 28 m. dal
piano stradale, consta di tre piani più la terrazza che attualmente manca delle
merlature. Ulteriori notizie le potete trovare leggendo la scheda di Giuseppe
Tropea su http://www.medioevosicilia.eu/markIII/torre-cabrera-di-pozzallo/
oppure la scheda dedicata su http://www.castelli-sicilia.com
Foto: di MAX1904 su http://rete.comuni-italiani.it e di
Luigi Nifosì su http://www.fotografieitalia.it
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