sabato 15 febbraio 2014

Il castello di domenica 16 febbraio






ORISTANO – Torrione a Marina di Torregrande

Inizialmente chiamata Torre del “puerto de Oristan” (1639), solo in età sabauda assunse la denominazione attuale: “Grande de Oristan”, Torre d’Oristano e Gran Torre. È la torre costiera più grande in Sardegna fra tutte le 105 presenti lungo le coste dell’isola, poiché pensata già in origine come "torre de armas", cioè come torre "gagliarda", atta alla difesa pesante. Pur iniziato nella prima metà del '500, il torrione è di concezione aragonese, come testimoniano i caratteri dell'architettura di transizione: dalla garitta in muratura sulla porta d'ingresso alla posizionatura delle bocche da fuoco. Costruita con blocchi lavici, è dotata di cannoniere superiori in barbetta, cioè la batteria scoperta, e di troniere inferiori, le feritoie, posizionate in casamatta cioè la camera coperta a prova di bomba. Di forma cilindrica con un diametro di oltre 20 metri e mura spesse oltre 3 metri, si sviluppa su due livelli: il primo è a circa 8 mt. dal terreno, destinato quasi tutto a una grande camera, voltata, dove avevano posizione quattro grossi pezzi d'artiglieria, puntati in varie direzioni, sia verso il mare sia verso la foce del fiume Tirso, per contrastare la risalita del suo corso sino alla città da parte di navi nemiche. Il piano superiore è circoscritto a forma di ballatoio per contenere, attraverso varie troniere, altre armi da fuoco manovrabili manualmente. La costruzione iniziò nel 1542, dopo le disposizioni di Carlo V nel 1535, con l'impiego di denaro della città di Oristano, ma ancora nel 1553-54 il Parlamento si lamentava della lentezza dei lavori della torre. Venne quindi ultimata dopo il 1555 grazie alle entrate legate al diritto di ancoraggio che la città di Oristano ottenne dal Viceré. L'ultimazione dell'opera è, comunque, da porre prima del 1572, anno della relazione del capitano Camos, in cui venne censita la torre. Nonostante fosse di grandi dimensioni e in grado di ospitare una guarnigione di 20 venti soldati e di sostenere un assedio di qualche giorno, nel 1637, in piena Guerra dei Trent'anni, 42 bastimenti a vela francesi, comandati dall'ammiraglio Carlo di Lorena, duca di Hancourt, riuscirono a sbarcare e a depredare la città di Oristano per cinque giorni. Quindici anni più tardi, nel 1652, il governo spagnolo si liberò del gravame amministrativo della torre, cedendola insieme alle peschiere di Cabras e Santa Giusta a Girolamo Vivaldi. Nel 1684 vennero compiute opere di restauro e altre nel 1692. Secondo la relazione del Ripol, inviato del re sabaudo, nel 1767 la torre era servita da una guarnigione composta da un alcaide (capitano), un artigliere e sei soldati; un numero pari, all'epoca, alla sola torre di Bosa. Nel 1786 sono documentati lavori di restauro e per tutto il XIX secolo si hanno notizie di opere di manutenzione, che hanno garantito ottime condizioni architettoniche e statiche. Dalla cima della torre si poteva osservare tutto il Golfo di Oristano e tenere i contatti con le torri di San Giovanni (Cabras), di Marceddi e Capo Frasca (Terralba) nonchè con la città di Oristano e borghi limitrofi. La torre venne utilizzata dal La Marmora e dal De Candia come punto geodetico per la realizzazione di carte topografiche. Accanto al fortilizio vennero costruiti dei magazzini, che custodivano svariate mercanzie. Dopo lo scioglimento dell'amministrazione delle torri nel 1842 continuò ad essere presidiata come stazione semaforica dal demanio militare. Nel XIX secolo, nella piazza d'armi, a 17 mt dal suolo, fu edificata un'abitazione civile in stile neoclassico per il personale “farista”. Di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna, la costruzione, posta di fronte alla spiaggia a due metri sul mare, è soggetta a vincolo storico culturale ex Codice Urbani.
http://www.torregrandeventi.it, http://www.lamiasardegna.it

Foto: la prima è una cartolina postale, la seconda è presa dal sito www.sardiniaovest.it

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