SOMMARIVA PERNO (CN) - Castello di Mirafiori
Si erge sulla sommità del paese, circondato dal profumo dei
cespi di capperi che costituiscono una diffusa originalità botanica della zona.
A sud-est del concentrico, è citato sin dal 1153, quando papa Eugenio III lo
infeudò ai potenti "domini de Summaripa". Questi acquistarono ben
presto preminenza nella zona, con ruoli di importanza nei contrastati rapporti
di Alba con Asti. Fedeli sin dall'inizio ai Marchesi di Saluzzo (ai quali fecero
omaggio all'inizio del '200 di parte di Baldissero d’Alba), spostarono il loro
interesse verso le terre del Marchesato. Nel 1270 iniziarono le vendite per i
feudi di Sommariva Perno e Tavoleto, con la cessione della sesta parte ai
Piloso di S. Vittoria mediante 1000 lire astesi. Nel 1282 una quota di feudo -
già venduta dai de Summaripa ai De Brayda - venne assegnata da Asti agli
Isnardi, assieme al castello e a parti di Tavoleto. Pochi anni dopo (1295) gli
Isnardi, in possesso della quota maggiore di feudo, si accordarono con la
Comunità per l'esazione delle decime. L'imperatore Arrigo VII donò nel 1313
città e contea di Asti ad Amedeo V di Savoia che, a sua volta, assegnò alcuni
feudi, (fra questi Sommariva Perno) a Filippo d'Acaia, che l'anno seguente vi
si recò per ricevere il giuramento di fedeltà dai capi di casa. Nel 1329 Asti
sottrasse il feudo agli Acaia. Con la spartizione di terre che seguì alla
caduta degli Angioini, Sommariva Perno passò ai Visconti, continuando a
dipendere in loco dagli Isnardi. Questi figurano nel 1387 (nell'elenco delle
terre date in dote a Valentina Visconti) come i maggiori feudatari di
Sommariva, la cui "rocca" è definita forte. Alla fine del '300
parteciparono alla signoria di Sommariva Perno anche i Roero, del ramo di
Calosso che, agli inizi del '600, giunsero a possedere l'intero feudo nella
persona di Conreno Roero, il quale, nel 1623, nominò erede il duca Carlo
Emanuele I ed usufruttuaria la moglie Caterina Asinari. Tre anni dopo il duca
eresse Sommariva a marchesato per la stessa Caterina Asinari, vedova di
Conreno. Nel 1629 il feudo - non senza strascichi giudiziari - passò a don
Felice di Savoia, figlio naturale del Duca, alla cui morte, nel 1644, venne
assegnato al marchese Francesco Guglielmo Carron di St-Thomas-de-Coeur,
consigliere di Stato e primo segretario sabaudo, che lo ristrutturò e lo
ingrandì. All'epoca gli Isnardi conservavano ancora possessi feudali. A metà
dell'800 castello e possessi vennero acquistati da Vittorio Emanuele II per
farne dono alla moglie morganatica Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori, nota
come la "bela Rosin", da cui discendono gli attuali proprietari. La
contessa arrivò nel 1859 nel castello, riedificato per volontà reale e fatto
diventare un austero palazzone ottocentesco, anche residenza di caccia. In
questo palazzo, che il re visitò più volte, si scrissero importanti pagine del Risorgimento
italiano ed è a Sommariva Perno che è conservato il testo originale, datato 1859,
del discorso del re Vittorio Emanuele II con il celebre Grido di Dolore.
All'interno del castello si trovano sale con trofei di caccia, bandiere e
cimeli ottocenteschi, specialmente riferiti al Re e al ministro Cavour.
Circondano il castello terrazze bastionate e un vasto parco. Attualmente è di
proprietà dei marchesi Gromis di Trana e non è aperto al pubblico
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.comune.sommarivaperno.cn.it,
http://www.visitterredeisavoia.it
Foto: di danibert su http://rete.comuni-italiani.it mentre
la seconda è una cartolina postale
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