sabato 8 febbraio 2014

Il castello di domenica 9 febbraio






FAGAGNA (UD) – Castello di Villalta

Sulle rovine di un castelliere di epoca remota e di un fortilizio di probabile origine romana, le cui tracce sono oggi ancora visibili, sorge quello che è considerato uno dei più suggestivi castelli friulani. I primi documenti che sembrano attestare l'esistenza di un castello a Villalta risalgono al sec. XII. Da essi, infatti, rileviamo l'esistenza di "Pernhardus de Filaht" nel 1158, di "Heinricus de Villalt" nel 1169, dei fratelli "Rantulfus et fratres eius Hainricus di Villalta liberi" nel 1176, dopo di che le citazioni diventano sempre più frequenti. Dai nomi propri dei rappresentanti di questo nobile casato risulta evidente la sua origine germanica, anche per quel "Filaht" che non è altro che la voce "Villalta" adattata foneticamente alla pronuncia tedesca. Il fatto che non venga citato esplicitamente il castello ma il casato che ne era proprietario, non è vincolante perché è ormai appurato che le famiglie d'Oltralpe, scese al seguito degli imperatori tedeschi e impiantatesi successivamente in Friuli, assunsero il predicato dalla denominazione del luogo ove avevano ottenuto il feudo. L'evidente significato del toponimo, "gruppo di case con chiesa, di carattere rurale, posto su un'altura", spiega sufficientemente il motivo della costruzione del castello su quel colle, e non altrove. Quando fu edificato? è certo che la forma scritta di un toponimo segue sempre di decenni, talvolta di secoli, il suo effettivo uso nella parlata popolare, per cui possiamo dedurre che anche Villalta, con la sua rocca, risalga ai secoli X-XI, ossia al periodo della ricostruzione del Friuli, dopo le incursioni ungariche (899-952). Il maniero, edificato dai Signori di Villalta, fu spesso teatro di aspri combattimenti sia per la sua posizione strategicamente importante sia per la turbolenza dei suoi feudatari. Nel 1216 con Vecellone da Camino, i Villalta respinsero l'assalto delle truppe di Ezzelino III da Romano. Il Patriarca Pietro II Gera confermò nel 1300 ai Villalta la signoria sul maniero, ma lo stesso anno, li fece assalire dal conte di Ortemburg, che però fu respinto per fiera resistenza dei castellani. Nel 1310 se ne impadronì il conte di Gorizia, ed Odorico da Villalta, con molto rischio, riuscì a calarsi dalle mura travestito da frate per rifugiarsi presso i signori di Camino. Quasi tutti i difensori furono uccisi per vendicare la morte di una cinquantina di assalitori. Il castello venne atterrato e le vettovaglie furono trasportate a Udine. I Villalta però, in breve, ottennero di ricostruirlo e lo riedificarono. Nel 1315 resistettero nuovamente al conte di Gorizia. In seguito, per essersi alleati con altri feudatari nell'assassinio del Patriarca Bertrando di S. Genesio, il maniero venne distrutto nel 1353. Fu ripristinato, ancora più sfarzoso, ma poi fu preso dagli Udinesi e dai Veneziani nel 1385, i quali misero sei giorni per raderlo ancora una volta al suolo. Nonostante questo nel 1388 il Patriarca permise che lo si ricostruisse, cosa che si fece con ancora maggior bellezza. Tali vicende avevano portato finanziariamente allo stremo i Villalta i quali per un prestito avuto da Carlo della Torre di Udine, prima dovettero cederne una parte alla nuova famiglia e poi a questa passò l'intero complesso. I Torriani acquistarono altri beni dai Villalta e da vari feudatari. Nel 1419 il castello fu preso da Venezia e da allora le investiture furono concesse ai della Torre. Questa celebre famiglia che aveva già avuto la signoria di Milano, si assicurò notevoli fondi nel Friuli e quindi anche una posizione preminente. Tenne posto cospicuo nel Parlamento Friulano e portò il cognome di conti della Torre Valsassina. Durante il famoso “Giovedì Grasso” del 27 febbraio 1511, il castello fu assalito e le donne dei Torriani dimoranti a Villalta fuggirono rifugiandosi nel Castello di Colloredo di Monte Albano. La famiglia quasi subito ritornò nel maniero vivendo anni splendidi. Fu ristrutturato ulteriormente nel Seicento. Nel secolo successivo, per i delitti di un membro della famiglia della Torre - il famigerato conte Lucio - il Consiglio dei Dieci di Venezia, il 16 luglio 1717, decretò la distruzione del bel palazzo che questi aveva a Udine, e di sequestrare tutti gli altri beni, tra cui il castello, che rappresentava uno dei suoi rifugi preferiti. Lucio fu poi decapitato il 3 luglio 1723 a Gradisca d'Isonzo. I beni rimasero per decenni sequestrati sino che, con l'arrivo di Napoleone, i Torriani poterono riaverli dal generale Bernadotte (5 e 15 luglio 1797). Il castello cominciò però ad andare in rovina, parte delle mura e dei soffitti caddero e quindi i conti della Torre Valsassina se ne disfecero. Durante la prima guerra mondiale, fu sede di un comando austro-ungarico dopo la rotta di Caporetto. Nella prima meta del '900 venne riattivato e dopo il terremoto del 1976 venne definitivamente ristrutturato. Alla ricchezza di notizie su fatti storici che riguardano il castello di Villalta fa fronte, però, la quasi assoluta mancanza di sue raffigurazioni in quell'epoca. Una lacuna che non si riscontra solamente per questo maniero, ma interessa la gran parte delle opere fortificate friulane: è raro, infatti, trovare mappe, planimetrie o disegni anteriori al sec. XVI. Del castello di Villalta esiste un disegno che risale alla fine del Quattrocento. E perciò molto importante anche perché da esso si può rilevare la struttura della rocca nelle epoche precedenti. Nonostante le quattro distruzioni subite, il castello fu ricostruito sempre sul luogo dei precedenti, ricalcandone la forma e la fisionomia, per cui è possibile, osservando l'attuale pianta, risalire alle costruzioni più antiche. Esso era costituito (1480 circa) dalla torre, dal mastio di abitazione e difesa che si protendeva fuori dalle mura, da una prima cortina che difendeva la parte padronale, alla quale si accedeva per due porte, e da un secondo giro di mura, più ampio e munito della torre d'ingresso, che circondava il borgo rurale. Si può dedurre che la primitiva rocca comprendesse gli elementi suddetti, tranne la cortina del borgo, la quale, come nella generalità dei casi, fu elevata solamente più tardi (sec.XIV) con l'espandersi dell'abitato, allo scopo di difendere dalle scorrerie nemiche gli abitanti ed i raccolti. Solamente dopo la distruzione del 1511, i della Torre pensarono di ampliarlo, modificandolo in maniera tale da utilizzarlo più come residenza nobiliare che come opera di difesa. A loro si deve la costruzione dell'imponente ala rinascimentale a ridosso dell'antico mastio. Durante il 1500 fu edificato il corpo centrale, utilizzando come muro perimetrale sud quello della vecchia cortina. Contemporaneamente altre costruzioni vennero ad aggiungersi alle esistenti, fra la torre ed il mastio primitivo, come pure il muraglione che separa la bassa corte dalla parte alta del castello, e la scalinata per accedere a quest'ultima. Anche le due torri circolari, di cui una fu poi trasformata in cappella, risalgono a questo periodo, che vede infine l'allargamento della seconda cerchia con la costruzione delle attuali mura. Da un disegno dell'anno 1700 il castello appare ormai come l'attuale, tranne che per alcuni rustici nel cortile inferiore che verranno completati all'inizio di questo secolo. I proprietari che si sono succeduti ai della Torre, a cominciare da questi ultimi, hanno arredato le stanze ed i saloni secondo i loro gusti, per cui dell'originale arredamento non v'è ricordo. Meritano un cenno - oltre alla disposizione dei locali "a cannocchiale", agli elementi architettonici, ai cortiletti interni, alla cappelletta gentilizia, ai molti angoli suggestivi che ne fanno uno dei più bei castelli friulani -, il salone al primo piano con la porta in legno dipinto (sec. XVII); gli affreschi delle stanze del corpo antico, che ritraggono animali fantastici e scene di vita campestre; la vasta cucina, rimasta immutata, con il fogolâr; e naturalmente la torre, dalla quale si gode uno splendido panorama. Oggi si presenta molto ben conservato, con una doppia cinta di mura merlate di foggia ghibellina, un quadrato torrione d'ingresso e due torri circolari ai lati, che racchiudono vari edifici fra cui quello di abitanza del XVI secolo con addossato un torrione. Si può ammirare ancora il ponte levatoio. Il piano nobile, risistemato nel Seicento, è formato da una serie di saloni affrescati disposti in sequenza, tra i quali si incontra il Salone dei patriarchi, le sale imperiali, la Sala del Tasso e la Sala degli alberi genealogici. Nel piano terra una cucina arredata in rustico friulano, dalla quale pare Ippolito Nievo trasse ispirazione per scrivere la descrizione della cucina del castello di Fratta. In una delle torri circolari vi è la cinquecentesca cappella di San Michele, in cui si conserva la bella pala della Madonna della Corona. Dichiarato monumento nazionale nel 1974, il castello di Villalta è attualmente di proprietà della famiglia di Caporiacco. C’è un sito ufficiale: http://castellodivillalta.com/
Foto: da www.economiaitaliana.it mentre la seconda illustrazione è una cartolina della mia collezione

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