ALVIANO (TR) – Castello Doria Pamphili
Elegante e imponente, sovrasta tutta la valle del
Tevere. Sorge sulle fondamenta di un primitivo nucleo fortificato, la cui
costruzione si fa risalire ad Offredo di Monaldo III, conte di Nocera, amico
dell'imperatore Ottone III (980-1002), che ne fece il primo feudatario e il
capostipite di questa famiglia. Con il succedersi delle generazioni, gli Alviano
s'imparentarono con le più importanti famiglie della zona: i Baschi-Carnano,
gli Offreduzzi di Guardea, i Montemarte di Lugnano. Nel 1208 gli Alviano
mediarono la pace tra Todi e Amelia. Ricostruito nel 1495 per volere di
Bartolomeo d'Alviano – che lo sottrasse alle pretese delle vicine città di Todi
e di Orvieto - il castello è a pianta trapezoidale, circondato dal nucleo
abitativo. Per la sua ristrutturazione ci si ispirò al castello di Bracciano. Alla
morte di Livio, figlio di Bartolomeo, avvenuta nel 1537, la dinastia degli
Alviano si estinse per mancanza di eredi, e Papa Paolo III Farnese obbligò la
moglie del condottiero, Pantasilea Baglioni, e le figlie a cedere le loro
proprietà alla camera apostolica: iniziò così la perdita d'importanza militare
della fortezza, che nei secoli successivi venne acquistata da numerose famiglie
nobili. Ricordiamo in particolare nel 1654 l’acquisto della rocca per 265.000
scudi da parte di Donna Olimpia Maidalchini-Pamphili, patrizia romana di grande
potere e pessima fama: grazie a lei, si dice, il cognato riuscì a varcare il
Soglio Pontificio col nome di Innocenzo X Pamphili, ed Olimpia accompagnò poi
tutta la sua carriera, tanto che l'enorme ed indiscussa influenza che essa
aveva alla corte papale le valsero il soprannome di Papessa. Tante sono le
leggende intorno a questa donna, descritta dalla storia come scaltra e avida,
chiamata dispregiativamente Pimpaccia: pare che ad Alviano Olimpia avesse
l'abitudine di attrarre giovani ragazzi nel castello, facendosi riportare il
fazzoletto che le era subdolamente caduto dalla finestra e, dopo aver offerto
loro vino e cibo, ed aver soddisfatto i propri piaceri carnali, li gettava nei
sotterranei del castello e di loro nessuno sapeva più niente. La possente rocca
fu realizzata tenendo conto sia della primordiale struttura, della quale furono
utilizzate le fondamenta e alcune torri, sia dell'asperità del terreno. È costituita
da quattro torri angolari circolari bastionate, da un nucleo residenziale a tre
piani, più attico coperto a falde lignee con manto di coppi, da una porta
d'ingresso ornata da un leone e da una testa di medusa. All'interno un bel
cortile rinascimentale con doppio loggiato, perimetrato da archetti (che in
estate ospita rappresentazioni teatrali) su cui affacciano numerosi ambienti di
pregio. Tra questi la cappella gentilizia che contiene una serie di affreschi
del '600, di buona fattura, che possono essere considerati come una sorta di
memoria visiva della storia di Alviano. Nella cappella è raffigurato infatti il
miracolo di San Francesco e le rondini, avvenuto nel 1212 proprio ad Alviano -
" ... si puose a predicare comandando prima alle rondini che cantavano che
tenessero silenzio... " (Fioretti) - ma è presente anche il volto di Donna
Olimpia, la committente di quegli affreschi. È opera contemporanea invece il
volto di Bartolomeo raffigurato nella sala consiliare; le fattezze sono quelle
reali, tratte da una moneta del Cinquecento coniata dalla Repubblica di
Venezia. Ancora oggi il castello, sapientemente restaurato, è il fulcro della
vita cittadina: il piano nobile ospita il Municipio; al piano terra si trova il
Centro di documentazione audiovisiva sull'Oasi di Alviano gestita dal WWF,
oltre a un centro convegni moderno e attrezzato; nei sotterranei vi sono mostre
permanenti di arte moderna e il Museo della Civiltà Contadina, che conta oltre
mille oggetti. Dal 1° luglio del 2000, proprio in onore del suo antico padrone,
il castello è diventato sede del Centro studi sui capitani di ventura. Le sue sale
diedero infatti ospitalità a nobili e a condottieri militari e di questi il più
rappresentativo è stato senza dubbio Bartolomeo d’Alviano, che la storia
descrive come uno dei Capitani di Ventura più coraggiosi dell'epoca. Il Museo a
lui dedicato è multimediale, dotato di sofisticate attrezzature tecnologiche
che permettono all'utente di mettersi in contatto con archivi storici,
ricercare immagini, visionare filmati che vanno a integrare la documentazione
cartacea di grande pregio esposta all'interno delle teche. Il castello di
Alviano ha un suo sito ufficiale, http://www.castellodialviano.it/,
di cui consiglio la visita. Vi segnalo inoltre questo video sul web:
http://www.youtube.com/watch?v=45ttYbU3QKo
Fonti: http://www.comunedialviano.it/citta/CosaVisitare.asp?1=1&IdItem=13,
http://www.icastelli.it, http://it.wikipedia.org, http://www.umbriaearte.it, http://www.turismoalviano.it
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