lunedì 24 febbraio 2014

Il castello di lunedì 24 febbraio






FANO (PU) - Rocca Malatesta

Dopo alcuni secoli di dominazione dei Longobardi (726), dei Franchi di Carlo Magno, dei Vescovi (999), nel 1114 Fano fu Libero Comune. In seguito al dominio dei Malatesta (1357-1463), Fano, conquistata dalle truppe Pontificie, si sottomise alla giurisdizione del papa (Libertas Ecclesiastica). Nonostante la presenza del governatore pontificio, il Consiglio Cittadino, chiamato allora Magistrato, aveva di una certa libertà di azione per cui la città venne arricchita con fortificazioni, chiese e palazzi e, nel Seicento, Fano godette anche ad una gara di mecenatismo fra le famiglie nobili della città. La rocca, chiamata anche "fortezza", sorge all’estremità nord-orientale dell’antica cinta murata ed aveva al suo vertice angolare una severa imponente torre di vedetta, il Mastio, distrutta in seguito alla guerra del 1944. Alle massicce fondamenta della superstite base scarpata si riallaccia oggi quanto resta dell’antico camminamento merlato che corrisponde verso l’interno all’area occupata dalla cosiddetta Rocchetta; certamente la parte più antica del fortilizio, sorta sui resti di opere di difesa romane e medioevali e forse precedente all’intervento edificatorio iniziato nel 1438 per ordine di Sigismondo Malatesta che ne curò, molto probabilmente, anche la progettazione con la collaborazione dell’architetto Matteo Nuti (e anche del fratello Giovanni e di Cristoforo Foschi). L' intervento si concluse nel 1452 con l’innalzamento del ricordato mastio: ideale avamposto per la sorveglianza costiera e, all’occorrenza, anche faro per guidare la rotta del naviglio fanese e malatestiano che aveva i suoi approdi muniti di ‘palate’ proprio sotto il fortilizio. La costruzione subì poi, in relazione al mutare delle esigenze difensive e degli eventi storici, adattamenti e modificazioni, mantenendo peraltro nel suo complesso la fisionomia originaria di ampio rettangolo fortificato, delimitato da cortine scarpate con robusti torrioni angolari. Un doppio ponte levatoio munito di rivellino permetteva di superare il fossato e di accedere all’interno, là dove è oggi il doppio ponte in muratura che dall’alberato piazzale Malatesta raggiunge l’atrio, sfociante a sua volta nel vasto cortile a prato, delimitato dal muro di sostegno dei camminamenti e dal basso fabbricato che sul lato orientale ospita le vecchie celle e la piccola cappella. In origine terrazzato, quest’ultimo fu più tardi sopraelevato e coperto a tetto per ospitare una capiente stalla a cui si accedeva tramite la caratteristica rampa a mattoni posta sulla destra dell’ingresso. Da documenti di archivio risulta che l'ingresso del castello fosse protetto da una ulteriore fortificazione esterna al fossato, il rivellino, che attualmente non è visibile ed i cui resti potrebbero essere interrati. Nel sottosuolo gallerie e passaggi segreti mettevano in comunicazione la rocca con la città e l’esterno, ma oggi tale rete di comunicazioni è del tutto impraticabile, né esistono rilievi che ne permettano l’esplorazione. Nel 1500 il torrione Est venne rafforzato, probabilmente da da Antonio da Sangallo il giovane, aggiungendovi una bocca da fuoco puntata verso la porta di ingresso. La rocca subì ingenti danni nel terremoto del 1930 e fu restaurata e riutilizzata negli anni immediatamente successivi. La rocchetta ed il mastio furono minati e distrutti dalle truppe naziste in fuga nell'agosto del 1944 e ne rimangono oggi miseri resti. All'interno delle mura, che sono state oggetto di restauro in varie epoche e si presentano pressoché integre nella struttura, è possibile visitare le celle, la cappellina e, adibiti a spazio espositivo, gli ambienti che ospitavano le stalle e le stanze in uso alle truppe. Alla storia della rocca resta particolarmente legato il nome di Roberto Malatesta detto il Magnifico (figlio naturale di Sigismondo e della fanese Vannetta Toschi) che vi sostenne l’assedio del 1463 e vi firmò quei trattati e quegli articoli di pace che segnarono la fine della dominazione malatestiana su Fano. Ultimo avvenimento di rilievo la sosta di Giuseppe Garibaldi con la sua legione che nel 1848 vi trovò riposo e ristoro durante la marcia dalla Romagna verso Roma. All’estremità orientale di piazzale Malatesta ha inizio il percorso dell’antico camminamento delle mura malatestiane: mura che corrono parallele alla costa adriatica fino al largo della scomparsa Porta Marina (oggi piazzale Rosselli) e dai cui spalti era un tempo possibile far spaziare l’occhio sugli orti costieri e sul mare. Sotto la cortina, più volte risarcita in epoca pontificia e anche ai tempi nostri, è stato rimesso in luce un breve tratto di muro romano in opus reticulatum che gli esperti sono propensi a datare al periodo repubblicano. Ecco un bellissimo video che si può trovare in rete: http://www.youtube.com/watch?v=teuCx5kraCE
Fonti: http://oldsite.comune.fano.ps.it/pagina.aspx?pag=831, http://www.settemuse.it, http://www.riminibeach.it/visitare/rocca-fano, http://www.lavalledelmetauro.org (dove potete trovare altre foto interessanti)
Foto: da http://www.settemuse.it e di lcanest su http://rete.comuni-italiani.it

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