FANO (PU) - Rocca Malatesta
Dopo alcuni secoli di dominazione dei Longobardi (726), dei Franchi di Carlo
Magno, dei Vescovi (999), nel 1114 Fano fu Libero Comune. In seguito al dominio
dei Malatesta (1357-1463), Fano, conquistata dalle truppe Pontificie, si sottomise
alla giurisdizione del papa (Libertas Ecclesiastica). Nonostante la presenza
del governatore pontificio, il Consiglio Cittadino, chiamato allora Magistrato,
aveva di una certa libertà di azione per cui la città venne arricchita con
fortificazioni, chiese e palazzi e, nel Seicento, Fano godette anche ad una
gara di mecenatismo fra le famiglie nobili della città. La rocca, chiamata
anche "fortezza", sorge all’estremità nord-orientale dell’antica
cinta murata ed aveva al suo vertice angolare una severa imponente torre di
vedetta, il Mastio, distrutta in seguito alla guerra del 1944. Alle massicce
fondamenta della superstite base scarpata si riallaccia oggi quanto resta
dell’antico camminamento merlato che corrisponde verso l’interno all’area
occupata dalla cosiddetta Rocchetta; certamente la parte più antica del
fortilizio, sorta sui resti di opere di difesa romane e medioevali e forse
precedente all’intervento edificatorio iniziato nel 1438 per ordine di
Sigismondo Malatesta che ne curò, molto probabilmente, anche la progettazione
con la collaborazione dell’architetto Matteo Nuti (e anche del fratello Giovanni
e di Cristoforo Foschi). L' intervento si concluse nel 1452 con l’innalzamento
del ricordato mastio: ideale avamposto per la sorveglianza costiera e,
all’occorrenza, anche faro per guidare la rotta del naviglio fanese e
malatestiano che aveva i suoi approdi muniti di ‘palate’ proprio sotto il
fortilizio. La costruzione subì poi, in relazione al mutare delle esigenze
difensive e degli eventi storici, adattamenti e modificazioni, mantenendo
peraltro nel suo complesso la fisionomia originaria di ampio rettangolo
fortificato, delimitato da cortine scarpate con robusti torrioni angolari. Un
doppio ponte levatoio munito di rivellino permetteva di superare il fossato e
di accedere all’interno, là dove è oggi il doppio ponte in muratura che
dall’alberato piazzale Malatesta raggiunge l’atrio, sfociante a sua volta nel
vasto cortile a prato, delimitato dal muro di sostegno dei camminamenti e dal
basso fabbricato che sul lato orientale ospita le vecchie celle e la piccola
cappella. In origine terrazzato, quest’ultimo fu più tardi sopraelevato e
coperto a tetto per ospitare una capiente stalla a cui si accedeva tramite la
caratteristica rampa a mattoni posta sulla destra dell’ingresso. Da documenti
di archivio risulta che l'ingresso del castello fosse protetto da una ulteriore
fortificazione esterna al fossato, il rivellino, che attualmente non è visibile
ed i cui resti potrebbero essere interrati. Nel sottosuolo gallerie e passaggi
segreti mettevano in comunicazione la rocca con la città e l’esterno, ma oggi
tale rete di comunicazioni è del tutto impraticabile, né esistono rilievi che
ne permettano l’esplorazione. Nel 1500 il torrione Est venne rafforzato,
probabilmente da da Antonio da Sangallo il giovane, aggiungendovi una bocca da
fuoco puntata verso la porta di ingresso. La rocca subì ingenti danni nel
terremoto del 1930 e fu restaurata e riutilizzata negli anni immediatamente
successivi. La rocchetta ed il mastio furono minati e distrutti dalle truppe
naziste in fuga nell'agosto del 1944 e ne rimangono oggi miseri resti. All'interno
delle mura, che sono state oggetto di restauro in varie epoche e si presentano
pressoché integre nella struttura, è possibile visitare le celle, la cappellina
e, adibiti a spazio espositivo, gli ambienti che ospitavano le stalle e le
stanze in uso alle truppe. Alla storia della rocca resta particolarmente legato
il nome di Roberto Malatesta detto il Magnifico (figlio naturale di Sigismondo
e della fanese Vannetta Toschi) che vi sostenne l’assedio del 1463 e vi firmò
quei trattati e quegli articoli di pace che segnarono la fine della dominazione
malatestiana su Fano. Ultimo avvenimento di rilievo la sosta di Giuseppe
Garibaldi con la sua legione che nel 1848 vi trovò riposo e ristoro durante la
marcia dalla Romagna verso Roma. All’estremità orientale di piazzale Malatesta
ha inizio il percorso dell’antico camminamento delle mura malatestiane: mura
che corrono parallele alla costa adriatica fino al largo della scomparsa Porta
Marina (oggi piazzale Rosselli) e dai cui spalti era un tempo possibile far
spaziare l’occhio sugli orti costieri e sul mare. Sotto la cortina, più volte
risarcita in epoca pontificia e anche ai tempi nostri, è stato rimesso in luce
un breve tratto di muro romano in opus reticulatum che gli esperti sono
propensi a datare al periodo repubblicano. Ecco un bellissimo video che si può
trovare in rete: http://www.youtube.com/watch?v=teuCx5kraCE
Foto: da http://www.settemuse.it e di lcanest su http://rete.comuni-italiani.it
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