FORIO D'ISCHIA (NA) - Torrione
A chi raggiunge Forio dal mare, il Torrione si presenta in tutta la sua
imponenza, quasi a voler ancora proteggere con la sua ombra la gente di Forio
che ne ha fatto il suo simbolo. Domina con la sua alta mole l'abitato
foriano del lungomare, all'interno di un contesto urbanistico ed architettonico
di notevole valore. La presenza delle "guarno" (guarnigioni)
dislocate lungo le marine, si dimostrò insufficiente, specialmente nel
territorio di "Furio" (oggi Forio), dove la piccola popolazione
dovette abbandonare l'incantevole marina di Citara, per ripararsi in un luogo
più alto e più sicuro, ove oggi nasce l'abitato di S. Vito, vero e proprio
centro storico dell'attuale comune di Forio. La quiete del tranquillo casato di
Forio, veniva troppo spesso infranta dalle continue incursioni delle flottiglie
Saracene, alle quali subentrarono poi quelle dei Turchi e dei loro sudditi
della Barberia (Marocco, Tunisia, Algeria). L'intervento dell'autorità civile e
religiosa, ma anche quello delle nobili famiglie foriane, fu ingente e di
vitale importanza, per salvaguardare l'incolumità della popolazione locale. Nel
1480 si concluse la costruzione della prima e più importante fortificazione
presente sul territorio del comune di Forio: il Torrione. Realizzato con pietra
di tufo verde, a spese dell'Università di Forio, è una costruzione a pianta
circolare, realizzata su uno spuntone di roccia nel centro cittadino,
strategicamente disposto per dominare dall'alto sulla calata del porto. La
torre, con copertura piana a terrazzo, si sviluppa su tre piani, di cui, quello
inferiore, a sostituzione del basamento, è scavato nel masso roccioso di tufo
sul quale sorge. Il parametro esterno è realizzato in pietra tufacea e
trachitica, rozzamente squadrata in blocchi uniti da malta. Il primo toro, in
pietra trachitica, circonda il cilindro all'altezza del primo livello, ed il
secondo funge da appoggio alle mensole che, collegate mediante archetti,
sorreggono il coronamento merlato. I tre piani sono coperti da volte
emisferiche di cui quella superiore lunettata. All'ultimo livello si accede
mediante una scala esterna della quale la seconda rampa a sbalzo è delimitata
dal parapetto spezzato, secondo un motivo in uso nell'architettura minore
foriana. Una scala interna realizza il collegamento con il terrazzo di
copertura. Il piano terra, anticamente inaccessibile dall'esterno, veniva usato
come deposito per le scorte alimentari e per l'artiglieria, al suo interno era
stata costruita anche una piccola cisterna, oggi in disuso ma in passato
utilizzata per raccogliere le acque piovane. Il primo piano era il luogo ove
alloggiava la guarnigione (circa dieci uomini) al comando di un torriere; che
aveva il compito di avvistare le navi nemiche svolgendo il ruolo di
"vedetta principale" e di dare l'allarme e quindi preparare la
difesa. Il Torrione infatti, nella parte superiore, ovvero la terrazza difesa
dalla caratteristica merlatura a parapetto pieno, era munito di quattro cannoni
di bronzo che, sfruttando la pianta circolare della costruzione, garantivano
una completa visuale e la difesa da tutte le angolazioni possibili. Come
testimonia D'Ascia (1867), una volta cessato il pericolo delle incursioni
piratesche, i cannoni furono utilizzati per sparare a salve durante le
festività; questa usanza durò fino al 1788, anno in cui fu proibita, in seguito
ad un incidente avvenuto durante la festa dell'Incoronata del 29 luglio 1787,
costato la vita ad un artigliere della torre. Considerato che la poderosa
fortificazione costituì un efficace metodo di difesa dalle invasioni
turchesche, la popolazione foriana iniziò a costruire sul territorio numerose
costruzioni similari al Torrione come si evince da una relazione redatta nel
1576: "
in lo… Casale di Forio si vedono edificate sette torri …, ben
munite d'arme, ne le quale se ponno salvare la gente…, quando è correria de
Turchi." La costruzione di questi edifici, continuò fino agli inizi
del '700, anche se molte erano ormai considerate vere e proprie case-torri,
visto che la maggior parte di esse erano state costruite dalle nobili famiglie
del luogo, che ne avevano fatto la loro dimora. In tutto, sono state edificate
dal 1480 fino ai primi decenni del '700 sedici fortilizi strettamente collegati
fra loro, a cui vanno aggiunti altri cinque costruiti nel casato di Panza,
alcune a pianta circolare come il Torrione, altre a pianta quadrata. Molte di
queste torri ancora oggi sono visibili e residenza di alcune famiglie. Nel 1800
il Torrione fu trasformato in carcere; seguì un periodo di abbandono, come
testimoniano l'atto del 17 novembre 1844, in cui il Decurionato deliberò di
stanziare venti ducati per "urgenti riparazioni bisognevoli allo antico
torrione", e lo stesso D'Ascia, che lo dice inutilizzato ed in rovina. Tornò
a nuova vita nel 1863, quando lo scultore e poeta Giovanni Maltese ebbe in
enfiteusi perpetua dal Comune il monumento e lo trasformò in suo studio. La
moglie, la pittrice inglese Fayrer Fanny Jane, lo restituì al Comune stesso
prima di morire. Attualmente, dopo restauri effettuati negli anni Ottanta e
volti ad assicurare la stabilità del Torrione (alcuni merli minacciavano di
cadere), la sala inferiore è sede del Museo Civico del Torrione ed è utilizzata
per mostre temporanee, quella superiore ospita il Museo Civico Giovanni
Maltese, dove sono conservate le sculture e le pitture dell'artista locale. Altri
link consigliati: http://www.icastelli.it/castle-1265639068-torrione_di_forio_dischia-it.php,
http://www.ischia.campania.it/index.php/il-torrione-di-forio/
Fonti: http://www.isoladischia.net, http://www.ischia.it, http://www.larassegnadischia.it
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