mercoledì 26 febbraio 2014

Il castello di mercoledì 26 febbraio






FORIO D'ISCHIA (NA) - Torrione

A chi raggiunge Forio dal mare, il Torrione si presenta in tutta la sua imponenza, quasi a voler ancora proteggere con la sua ombra la gente di Forio che ne ha fatto il suo simbolo. Domina con la sua alta mole l'abitato foriano del lungomare, all'interno di un contesto urbanistico ed architettonico di notevole valore. La presenza delle "guarno" (guarnigioni) dislocate lungo le marine, si dimostrò insufficiente, specialmente nel territorio di "Furio" (oggi Forio), dove la piccola popolazione dovette abbandonare l'incantevole marina di Citara, per ripararsi in un luogo più alto e più sicuro, ove oggi nasce l'abitato di S. Vito, vero e proprio centro storico dell'attuale comune di Forio. La quiete del tranquillo casato di Forio, veniva troppo spesso infranta dalle continue incursioni delle flottiglie Saracene, alle quali subentrarono poi quelle dei Turchi e dei loro sudditi della Barberia (Marocco, Tunisia, Algeria). L'intervento dell'autorità civile e religiosa, ma anche quello delle nobili famiglie foriane, fu ingente e di vitale importanza, per salvaguardare l'incolumità della popolazione locale. Nel 1480 si concluse la costruzione della prima e più importante fortificazione presente sul territorio del comune di Forio: il Torrione. Realizzato con pietra di tufo verde, a spese dell'Università di Forio, è una costruzione a pianta circolare, realizzata su uno spuntone di roccia nel centro cittadino, strategicamente disposto per dominare dall'alto sulla calata del porto. La torre, con copertura piana a terrazzo, si sviluppa su tre piani, di cui, quello inferiore, a sostituzione del basamento, è scavato nel masso roccioso di tufo sul quale sorge. Il parametro esterno è realizzato in pietra tufacea e trachitica, rozzamente squadrata in blocchi uniti da malta. Il primo toro, in pietra trachitica, circonda il cilindro all'altezza del primo livello, ed il secondo funge da appoggio alle mensole che, collegate mediante archetti, sorreggono il coronamento merlato. I tre piani sono coperti da volte emisferiche di cui quella superiore lunettata. All'ultimo livello si accede mediante una scala esterna della quale la seconda rampa a sbalzo è delimitata dal parapetto spezzato, secondo un motivo in uso nell'architettura minore foriana. Una scala interna realizza il collegamento con il terrazzo di copertura. Il piano terra, anticamente inaccessibile dall'esterno, veniva usato come deposito per le scorte alimentari e per l'artiglieria, al suo interno era stata costruita anche una piccola cisterna, oggi in disuso ma in passato utilizzata per raccogliere le acque piovane. Il primo piano era il luogo ove alloggiava la guarnigione (circa dieci uomini) al comando di un torriere; che aveva il compito di avvistare le navi nemiche svolgendo il ruolo di "vedetta principale" e di dare l'allarme e quindi preparare la difesa. Il Torrione infatti, nella parte superiore, ovvero la terrazza difesa dalla caratteristica merlatura a parapetto pieno, era munito di quattro cannoni di bronzo che, sfruttando la pianta circolare della costruzione, garantivano una completa visuale e la difesa da tutte le angolazioni possibili. Come testimonia D'Ascia (1867), una volta cessato il pericolo delle incursioni piratesche, i cannoni furono utilizzati per sparare a salve durante le festività; questa usanza durò fino al 1788, anno in cui fu proibita, in seguito ad un incidente avvenuto durante la festa dell'Incoronata del 29 luglio 1787, costato la vita ad un artigliere della torre. Considerato che la poderosa fortificazione costituì un efficace metodo di difesa dalle invasioni turchesche, la popolazione foriana iniziò a costruire sul territorio numerose costruzioni similari al Torrione come si evince da una relazione redatta nel 1576: "in lo… Casale di Forio si vedono edificate sette torri …, ben munite d'arme, ne le quale se ponno salvare la gente…, quando è correria de Turchi." La costruzione di questi edifici, continuò fino agli inizi del '700, anche se molte erano ormai considerate vere e proprie case-torri, visto che la maggior parte di esse erano state costruite dalle nobili famiglie del luogo, che ne avevano fatto la loro dimora. In tutto, sono state edificate dal 1480 fino ai primi decenni del '700 sedici fortilizi strettamente collegati fra loro, a cui vanno aggiunti altri cinque costruiti nel casato di Panza, alcune a pianta circolare come il Torrione, altre a pianta quadrata. Molte di queste torri ancora oggi sono visibili e residenza di alcune famiglie. Nel 1800 il Torrione fu trasformato in carcere; seguì un periodo di abbandono, come testimoniano l'atto del 17 novembre 1844, in cui il Decurionato deliberò di stanziare venti ducati per "urgenti riparazioni bisognevoli allo antico torrione", e lo stesso D'Ascia, che lo dice inutilizzato ed in rovina. Tornò a nuova vita nel 1863, quando lo scultore e poeta Giovanni Maltese ebbe in enfiteusi perpetua dal Comune il monumento e lo trasformò in suo studio. La moglie, la pittrice inglese Fayrer Fanny Jane, lo restituì al Comune stesso prima di morire. Attualmente, dopo restauri effettuati negli anni Ottanta e volti ad assicurare la stabilità del Torrione (alcuni merli minacciavano di cadere), la sala inferiore è sede del Museo Civico del Torrione ed è utilizzata per mostre temporanee, quella superiore ospita il Museo Civico Giovanni Maltese, dove sono conservate le sculture e le pitture dell'artista locale. Altri link consigliati: http://www.icastelli.it/castle-1265639068-torrione_di_forio_dischia-it.php, http://www.ischia.campania.it/index.php/il-torrione-di-forio/
Fonti: http://www.isoladischia.net, http://www.ischia.it, http://www.larassegnadischia.it

Foto: una cartolina della mia collezione e da www.residencevillacristina.it

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