lunedì 10 febbraio 2014

Il castello di lunedì 10 febbraio






GROSIO (SO) - Castello Nuovo dei Visconti Venosta

Fra il 1350 e il 1375 sorse, per volere dei Visconti di Milano e con il contributo di tutta la Valle, il "Castrum Novum". Venne innalzato sulla rupe del borgo valtellinese di Grosio, nei pressi di quello di San Faustino (oggi poco più che un rudere) nel XII secolo. Questa nuova costruzione fu concepita per rispondere a mutate esigenze strategiche: è caratterizzata da una doppia cortina di mura, giustificata da necessità difensive, testimoniate anche dalla presenza di un poderoso donjon, cioè una torre interna fortificata alla quale veniva affidata l'estrema difesa del castello. Nel corso degli anni si è avanzata l'ipotesi che la doppia recinzione venisse utilizzata per il posizionamento di scale retrattili a seconda della necessità. Ad esclusione di una incursione da parte dell'esercito visconteo al comando di Giovanni Cane, che calò su Bormio sottomettendola a Milano (1376, grazie anche alla collaborazione dei Venosta - in seguito a questi rapporti di alleanza e di amicizia i Venosta ottennero il permesso di aggiungere al proprio cognome anche quello di Visconti, da qui deriva il nome di "Castello Visconti Venosta"), il castello non venne coinvolto in fatti d'arme fino al 1526, quando il Governo grigionese delle Tré Leghe, nuovo signore della Valtellina, ne ordinò lo smantellamento insieme a tutte le fortificazioni esistenti in Valle. La fortificazione fu nuovamente riattata nel corso della Guerra di Valtellina (1620-1639) e, in particolare, durante la campagna condotta dal Duca di Rohan nel 1635. Alla fine del 1800 il ministro lo consolidò per farne la propria dimora. Benché ormai allo stato di rudere, il Castello Nuovo costituisce l'esempio meglio conservato e più interessante tra i castelli della provincia di Sondrio. Lo scavo archeologico condotto tra 1992 e 1997 su tutta la zona sud-occidentale all'interno del Castello Nuovo (Area 6) ha portato alla luce i resti di un insediamento sviluppatesi nell'età del Bronzo e nell'età del Ferro (metà li-fine I millennio a.C.). I reperti associati alle varie fasi protostoriche delineate, esposti nell'Antiquarium del Parco, mostrano la presenza, in questo comprensorio dell'estrema Lombardia nord-occidentale, di aspetti culturali del tutto peculiari, caratterizzati da alterni rapporti ora con l'area transalpina dell'alta valle del Reno (Grigioni), ora con l'area sudalpina delle Alpi centro-orientali (Trentino-Alto Adige). Dal castello il panorama è sublime e, oltre a Grosio, è possibile osservare anche i paesi circostanti e parte dalla valle. L'accesso è al castello è libero ed avviene in seguito ad una breve camminata che conduce fino all'ingresso. Il maniero si sviluppa su tre piani: un ampio spazio, "la corte", possibile piazza d’armi (ospitava truppe locali o ducali durante le loro operazioni in Alta Valle) dominato da imponenti mura di cinta e dal "mastio", complesso superiore che costituiva la"rocca". I merli a "coda di rondine" indicano che i Visconti erano ghibellini quindi sostenitori dell’imperatore. Per approfondire consiglio il seguente link: http://digilander.libero.it/archeol/37Grosio14.htm, così come di visitare il gruppo "Grosio.info" su Facebook (https://www.facebook.com/Grosio.info/photos_stream)

Fonti: http://www.parcoincisionigrosio.it, http://www.waltellina.com, http://www.minube.it/posto-preferito/castello-nuovo-di-grosio-a147161, http://www.grosio.eu, http://www.scuolegrosio.it/territorio/castelli.php

Foto: da http://www.ilseicento.com e la seconda è una cartolina postale

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