GROSIO (SO) - Castello Nuovo dei Visconti Venosta
Fra il 1350 e il
1375 sorse, per volere dei Visconti di Milano e con il contributo di tutta la
Valle, il "Castrum Novum". Venne innalzato sulla rupe
del borgo valtellinese di Grosio, nei pressi di quello di San Faustino (oggi
poco più che un rudere) nel XII secolo. Questa
nuova costruzione fu concepita per rispondere a mutate esigenze
strategiche: è caratterizzata da una doppia cortina di mura, giustificata
da necessità difensive, testimoniate anche dalla presenza di un poderoso donjon,
cioè una torre interna fortificata alla quale veniva affidata l'estrema difesa
del castello. Nel corso degli anni si è avanzata l'ipotesi che la doppia
recinzione venisse utilizzata per il posizionamento di scale retrattili a
seconda della necessità. Ad esclusione
di una incursione da parte dell'esercito visconteo al comando di Giovanni Cane,
che calò su Bormio sottomettendola a Milano (1376, grazie anche alla
collaborazione dei Venosta - in seguito a questi rapporti di alleanza e di
amicizia i Venosta ottennero il permesso di aggiungere al proprio cognome anche
quello di Visconti, da qui deriva il nome di "Castello Visconti
Venosta"), il castello non venne
coinvolto in fatti d'arme fino al 1526, quando il Governo grigionese delle Tré
Leghe, nuovo signore della Valtellina, ne ordinò lo smantellamento insieme a
tutte le fortificazioni esistenti in Valle. La fortificazione fu nuovamente
riattata nel corso della Guerra di Valtellina (1620-1639) e, in particolare,
durante la campagna condotta dal Duca di Rohan nel 1635. Alla fine del
1800 il ministro lo consolidò per farne la propria dimora. Benché ormai allo stato di rudere, il
Castello Nuovo costituisce l'esempio meglio conservato e più interessante tra i
castelli della provincia di Sondrio. Lo scavo archeologico condotto tra 1992 e
1997 su tutta la zona sud-occidentale all'interno del Castello Nuovo (Area 6)
ha portato alla luce i resti di un insediamento sviluppatesi nell'età del
Bronzo e nell'età del Ferro (metà li-fine I millennio a.C.). I reperti
associati alle varie fasi protostoriche delineate, esposti nell'Antiquarium del
Parco, mostrano la presenza, in questo comprensorio dell'estrema Lombardia
nord-occidentale, di aspetti culturali del tutto peculiari, caratterizzati da
alterni rapporti ora con l'area transalpina dell'alta valle del Reno
(Grigioni), ora con l'area sudalpina delle Alpi centro-orientali (Trentino-Alto
Adige). Dal castello il panorama è sublime e, oltre a Grosio, è
possibile osservare anche i paesi circostanti e parte dalla valle. L'accesso è
al castello è libero ed avviene in seguito ad una breve camminata che conduce fino
all'ingresso. Il maniero si sviluppa su tre piani: un ampio spazio, "la
corte", possibile piazza d’armi (ospitava truppe locali o ducali durante
le loro operazioni in Alta Valle) dominato da imponenti mura di cinta e dal
"mastio", complesso superiore che costituiva la"rocca". I
merli a "coda di rondine" indicano che i Visconti erano ghibellini
quindi sostenitori dell’imperatore. Per approfondire consiglio il seguente
link: http://digilander.libero.it/archeol/37Grosio14.htm, così come di visitare
il gruppo "Grosio.info" su Facebook (https://www.facebook.com/Grosio.info/photos_stream)
Fonti: http://www.parcoincisionigrosio.it, http://www.waltellina.com,
http://www.minube.it/posto-preferito/castello-nuovo-di-grosio-a147161, http://www.grosio.eu,
http://www.scuolegrosio.it/territorio/castelli.php
Foto: da http://www.ilseicento.com e la seconda è una
cartolina postale
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