BIVONA (VV) – Castello Pignatelli
L'antico edificio, oggi in condizione di rudere e circondato
da insediamenti industriali, si trova nell'omonima località, frazione del
Comune di Vibo Valentia, a poca distanza dal mare. La prima notizia sul
castello è contenuta nei regesti della cancelleria aragonese del 1490, dove
viene citato indirettamente in relazione ad alcune vicende collegate a dei
pagamenti. Viene menzionato successivamente nell'elenco dei castelli da
restaurare tra il 1490 ed il 1491 insieme a quelli di Reggio, Crotone e Pizzo.
Anche Vito Capialbi, studioso monteleonese dell'Ottocento, menziona il castello
così come aveva fatto in precedenza Giuseppe Bisogni de Gatti. Quest'ultimo,
ispirandosi ad un'opera più antica redatta da Giuseppe Capialbi vissuto nel 1600,
asserisce che il castello fu costruito allo scopo di proteggere il porto dalle
incursioni dei pirati, sotto il governatorato del marchese Bucanico della
famiglia Orsini e successore del conte D'Apice. L'epoca della sua costruzione
dovrebbe risalire al 1400, esattamente alla prima metà, anche se sono state
proposte altre date come XII-XIV secolo. Il complesso, all'interno della
cortina, nel 1400 doveva essere destinato a residenza per la guarnigione. Nel
1500 furono apportate delle modifiche alla struttura in funzione di una diversa
destinazione d'uso. La storia più recente del castello è collegata alla
lavorazione della cannamele (canna da zucchero). Infatti ai primi del '500 il fortilizio
divenne proprietà dei Pignatelli, nuovi feudatari di Monteleone (memorabile è
la causa intentata da numerosi cittadini con in testa i Baroni Lombardi
Satriani di Porto Salvo che fino alla eversione della feudalità contestarono, a
ragione, nei più alti tribunali del Regno il possesso della città così come del
territorio) che lo ristrutturarono per utilizzarlo come fabbrica di zucchero. Questa
nuova attività era probabilmente molto redditizia tenuto conto del fatto che il
territorio circostante, oltre a dedicarsi alla coltura ed alla trasformazione
del prodotto, comprendeva anche il porto, con la conseguente possibilità di
movimentazione delle merci. Nel 1710 il Bisogni asserisce che dopo il 1645
intorno al castello si era formato un lago di acqua stagnante che aveva reso
l'area poco salubre e praticabile. Si ritiene, pertanto, che dopo questa data
l'area venne abbandonata. Il castello è a pianta regolare con il perimetro
esterno lievemente trapezoidale e torri cilindriche prive di scarpa sporgenti
agli angoli. I muri di cortina sono dotati di scarpa, sopra la quale si aprono
aperture di diverso tipo poste anche ad altezza differente. Le torri si
conservano in buono stato eccetto quella Nord quasi del tutto crollata.
All'interno si eleva un fabbricato rettangolare a due piani di cui rimangono
solo alcune parti. Il rifornimento idrico era forse, in origine, assicurato da
cisterne. L'edificio interno fu modificato: nel piano terra vennero aggiunte
sul lato breve aperture più ampie. Presso la torre Est vennero ubicati gli
ambienti con le macine per il trappeto. Degli ambienti molitori è superstite
presso la torre solo la saetta verso cui veniva canalizzata l'acqua sulla
macina. Il castello dopo un lungo periodo di abbandono e qualche intervento urgente
a salvaguardia della struttura (nel 1969 è stato tamponato il muro di cortina
di Sud-Ovest; inoltre è stato consolidato l'angolo Sud dell'edificio interno)
ha visto di recente l'inizio di una serie di lavori di restauro che dovrebbero
consentirne la valorizzazione a livello turistico. Ecco alcuni siti he parlano
del castello e dei lavori previsti:
http://europaconcorsi.com/projects/153850-RESTAURO-DEL-CASTELLO-DI-BIVONA
http://comuneportosantavenere.blogspot.it/2011/08/castello-di-bivona-si-rinvia-al.html
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