PESCHE (IS) – Castello
Castrum Pescharum, Pesclis, Pescla, sono i nomi del borgo
posto sul fianco del monte San Bernardo e indicano, provenendo dalla matrice
latina pesclum, un luogo ricco di pietra buona per costruzioni. Pesche è un
significativo esempio di castello-recinto con ridotto di difesa riferibile al
modelli dell’Abruzzo (per esempio S.Pio delle Camere) più che a quelli diffusi
negli altri centri molisani. Il paese è ben conservato, racchiuso dalla cinta
muraria; gli edifici in pietra, risalenti al secolo scorso, sono per l’elevata
pendenza slanciati in altezza e raggiungono anche i cinque piani, dando vita ad
una serie di vedute pittoresche. Il castello di Pesche rispetta la regola
secondo la quale il nucleo abitato rappresenta per l’assediante il primo
ostacolo. In caso di pericolo la popolazione poteva facilmente abbandonare le proprie
case per trovare un rifugio più sicuro all'interno della cinta murata. Ancora
oggi è possibile individuare due delle porte che consentivano l'accesso al
recinto di cui una conduceva al paese, l'altra verso la montagna. In forte
pendenza lungo la falda della montagna, il recinto con torri cilindriche di
cortina (rompitratta ed angolari) chiude il borgo che rende impossibile il
trasporto di macchine da guerra. Una serie di installazioni assicurano una
efficace difesa ad un attacco sul lato a monte: un ridotto che ha i caratteri
di un piccolo dongione rialzato su uno zoccolo a scarpa, un buon sistema di
fiancheggiamento attrezzato con numerose feritoie e apparati per la difesa
piombante. In alcuni punti sono ancora ben evidenti le tracce delle strutture
lignee (solai e barre di rinforzo) nelle cortine murarie in pietrame misto
locale a pezzatura variabile ma comunque apparecchiate con buona cura. Sull'esistenza
del maniero si hanno notizie a partire dall'età normanna. Un accenno viene
riportato nel Catalogo Borrelliano, in cui si legge che tale Guglielmo di
Pesclo, nella seconda metà del XII secolo, possedeva Pesclum et Cantalupum.
In seguito passò all’ dell’Abbazia di Montecassino cui appartenne fino al XV
secolo. Nel 1456 Pesche fu
raso al suolo da un violentissimo terremoto. Gli anni che seguirono furono
dedicati alla lenta ricostruzione sia del villaggio che delle chiese e
monasteri, compreso la chiesa della Madonna del SS Rosario, attuale chiesa
parrocchiale ricostruita nel 1593. E’ probabile, quindi, che molte delle
attuali costruzioni risalgano ad epoca successiva al terremoto. Durante tale
periodo si successero numerosi feudatari con il titolo di baroni o duchi: Di
Sangro nel secolo XV, Spinelli inizio secolo XVII, nella metà del XVII secolo
De Regina, alla fine del XVII secolo Pisanelli, XVIII secolo e inizio XIX
secolo Ceva Grimaldi. Il castello-recinto è stato abitato per secoli e quindi
si è mantenuto in uno stato alquanto buono, ma in questo ultimo secolo, per
vari motivi, ne è iniziata la decadenza. È stato infatti, anche se in modo graduale,
completamente abbandonato, per cui, con il trascorrere del tempo, l’abbandono e
soprattutto l’incuria generale, lo hanno portato a diventare, in breve tempo,
un rudere coperto di edera, erbacce e rovi. Oggi di questo "monumento
morto" restano le case diroccate senza tetto e senza solai; la cortina
muraria è un po’ meglio conservata quella nella parte di Nord-Est, forse perché
è stretta e, quindi, più protetta da due torri rotonde: quella a Nord è ancora
coronata da merli, quella verso Est invece è cimata, tanto che è più alta della
cinta muraria. Molto rovinato è il muro che parte dalla suddetta torre a Est e
scende fino alla torre inferiore del lato Sud-Est. Questa torre, ben
conservata, è pure rotonda, ma di fattura diversa e presenta un coronamento
piano; la struttura della parte superiore fa dedurre che venisse adibita a colombaia.
Ancora ben conservata è la porta d’ingresso con i merli. Attualmente il Comune
di Pesche è proprietario dell'intero complesso fortificato. Negli ultimissimi
anni è stato preparato un progetto per ristrutturare la parte esistente e
completarla di parti nuove per ottenere un complesso non solo vivibile
perennemente, ma anche da poter ospitare turisti e offrire loro vari conforts.
Naturalmente con tale progetto si riporterebbe in vita un patrimonio storico di
inestimabile valore. Altre notizie e foto sono disponibili al seguente link:
Una delle due foto che accompagnano questo “articolo” è
presa dal sito www.archart.it, sempre
ricco di belle e suggestive inquadrature dei castelli molisani
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