CERMIGNANO (TE) – Torre in frazione Montegualtieri
Percorrendo la statale della Valle del Vomano (strada n. 150), da Roseto
degli Abruzzi verso Montorio, dopo Castelnuovo Vomano, sulla sinistra, emerge
dal verde del versante collinare questa elegante torre, alta circa 18 metri e raro
esemplare a pianta triangolare in Abruzzo (viene in mente anche la torre di
Sutrium presso Bussi sul Tirino con tale caratteristica…). La scelta della base
fu determinata dall'economizzare la realizzazione di una quarta parete, qualora
si fosse adottata una più consueta pianta quadrangolare, considerando che era
sufficiente, con soli tre lati, elevarsi per le funzioni di avvistamento utili
al cammino di ronda da cui strategicamente si controllava il territorio. Fu
certamente eretta come struttura di avvistamento e controllo della valle in
epoca medioevale (fine XIII, inizi XIV sec.) e prende il nome, come il borgo
intorno, da un duca Gualtieri che ne fu il possessore. Questo fortilizio,
insieme a Castelbasso, Castellalto e Morro d’Oro, era parte integrante della
rete di comunicazioni ottiche per la difesa del territorio e garantiva un
valido ed efficace sistema di controllo. Non è nota l’esistenza di fonti
documentali che attestino con certezza l’artefice, la data esatta e le
motivazioni che abbiano spinto l’edificazione della roccaforte. Un sicuro
riferimento al periodo storico che vide elevarsi l’opera fortificata è quello
del Regno normanno, nella seconda metà del XII secolo, quando vi furono in
Abruzzo le migliori condizioni per il rinnovamento dei castelli e la
costruzione di nuove torri nelle zone di conquista con una particolare
attenzione per il territorio della valle del Medio Vomano. Nell'anno 1239
l’imperatore Federico II affidò un manipolo di uomini, appartenenti alla Lega
lombarda, ridotti in prigionia ai 76 baroni d’Abruzzo della Valle del Medio
Vomano, assegnandoli uno per ciascuno. Tra questi prigionieri compare
menzionato un tale
Gualtiero del Monte che, per la coincidenza del nome,
è stato considerato l’uomo che ha voluto la costruzione della torre. Fino
all'anno 1278 la fortificazione appartenne al casato dei Signori di Pagliara
che, a seguito della scomparsa dell’ultimo discendente, si estinse in
quell'anno. Nel 1279 la rassegna dei feudatari del giustiziato d’Aprutio Citra
et Ultra Montes tenuta da Carlo I d’Angiò a Sulmona e Penne vide nominato nuovo
possessore del borgo di Montegualtieri Francesco Mattaleone di Scorrano,
suffeudatario dei Signori Trasmondo. Ulteriori tracce del castello figurano
annoverate nell'elenco del pagamento delle decime ecclesiastiche del 1324 al
numero 2981 dove si trova il citato Ecclesia S. Joannis de Monte e al numero
2987 Ecclesia S. Joannis de Mortula. Documenti del XVI secolo individuano, per
la prima volta, nel barone di Scorrano Sigismondo De Sterlich il nuovo
possessore. Da questo momento inizia il lungo insediamento della famiglia nel
quadrilatero di Scorrano, Cermignano, Montegualtieri e Poggio delle Rose. I De
Sterlich rimasero in possesso della torre e del borgo di Montegualtieri fino al
1976, anno in cui morì il marchese Diego Aliprandi De Sterlich, ultimo erede. La
muratura del manufatto è costituita da pietra di cava, arenaria locale,
lavorata fino a ottenere la forma piatta di mattoni regolari. Gli stessi sono
stati impiegati anche per realizzare la cortina muraria del recinto esterno
nella quale si notano, tuttavia, inclusi alcuni rifacimenti di pietrisco
irregolare e ciottoli. La fortificazione si allunga dal terrapieno consolidato
dal muro contro terra a scarpa ed ha una parete rivolta verso il borgo, mentre
uno spigolo e le altre due facce sono rivolte verso il corso del fiume Vomano e
la vallata. Dalla base della torre, anch'essa scarpata, di cui ogni lato misura
circa 10 metri, le falde rientranti s'interrompono a circa sei, sette metri di
altezza. Le sue pareti sono aperte da un solo ingresso, a nord, cui si accede
mediante una scala esterna. Sulle tre facce vi sono piccole finestre a bocca di
lupo che misurano 20 x 80 cm e feritoie di 20 x 60 cm. La parte
terminale si allarga con i piombatoi degli arcieri sormontati dal parapetto di
protezione e ogni lato termina con quattro merli di gusto ghibellino a coda di
rondine. Il muro di contenimento esterno è interrotto da quattro contrafforti
di rinforzo e da naturali stratificazioni affioranti lungo la parte rivolta verso
la valle del Vomano. Un'altra interruzione, sull'altro versante, è data dal
camminamento a gradoni che accede allo spazio antistante alla torre. L'interno
della torre è prevalentemente vuoto, è possibile accedere alla parte superiore
della costruzione mediante una scala di legno. Molti anni fa un fulmine si
abbattè sulla torre, rovinandone per buona parte uno spigolo e la scalinata a
chiocciola interna. Nel 1976 fu sottoposta a restauro e reintegrata nel borgo. Dai
suoi diciotto metri di altezza è possibile ammirare un panorama che spazia dal
Gran Sasso al mare. Oggi l’immagine della torre è stata adottata come
simbolo della Comunità Montana del Vomano, Fino e Piomba. E’ aperto un
contenzioso tra la comunità montana e gli eredi De Sterlich in quanto la
proprietà della torre e del borgo sono tuttora dell’immobiliare di famiglia e
il comune non vuole riconoscere questo status. Come finirà ?
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