venerdì 8 marzo 2013

Il castello di venerdì 8 marzo






CERMIGNANO (TE) – Torre in frazione Montegualtieri

Percorrendo la statale della Valle del Vomano (strada n. 150), da Roseto degli Abruzzi verso Montorio, dopo Castelnuovo Vomano, sulla sinistra, emerge dal verde del versante collinare questa elegante torre, alta circa 18 metri e raro esemplare a pianta triangolare in Abruzzo (viene in mente anche la torre di Sutrium presso Bussi sul Tirino con tale caratteristica…). La scelta della base fu determinata dall'economizzare la realizzazione di una quarta parete, qualora si fosse adottata una più consueta pianta quadrangolare, considerando che era sufficiente, con soli tre lati, elevarsi per le funzioni di avvistamento utili al cammino di ronda da cui strategicamente si controllava il territorio. Fu certamente eretta come struttura di avvistamento e controllo della valle in epoca medioevale (fine XIII, inizi XIV sec.) e prende il nome, come il borgo intorno, da un duca Gualtieri che ne fu il possessore. Questo fortilizio, insieme a Castelbasso, Castellalto e Morro d’Oro, era parte integrante della rete di comunicazioni ottiche per la difesa del territorio e garantiva un valido ed efficace sistema di controllo. Non è nota l’esistenza di fonti documentali che attestino con certezza l’artefice, la data esatta e le motivazioni che abbiano spinto l’edificazione della roccaforte. Un sicuro riferimento al periodo storico che vide elevarsi l’opera fortificata è quello del Regno normanno, nella seconda metà del XII secolo, quando vi furono in Abruzzo le migliori condizioni per il rinnovamento dei castelli e la costruzione di nuove torri nelle zone di conquista con una particolare attenzione per il territorio della valle del Medio Vomano. Nell'anno 1239 l’imperatore Federico II affidò un manipolo di uomini, appartenenti alla Lega lombarda, ridotti in prigionia ai 76 baroni d’Abruzzo della Valle del Medio Vomano, assegnandoli uno per ciascuno. Tra questi prigionieri compare menzionato un tale Gualtiero del Monte che, per la coincidenza del nome, è stato considerato l’uomo che ha voluto la costruzione della torre. Fino all'anno 1278 la fortificazione appartenne al casato dei Signori di Pagliara che, a seguito della scomparsa dell’ultimo discendente, si estinse in quell'anno. Nel 1279 la rassegna dei feudatari del giustiziato d’Aprutio Citra et Ultra Montes tenuta da Carlo I d’Angiò a Sulmona e Penne vide nominato nuovo possessore del borgo di Montegualtieri Francesco Mattaleone di Scorrano, suffeudatario dei Signori Trasmondo. Ulteriori tracce del castello figurano annoverate nell'elenco del pagamento delle decime ecclesiastiche del 1324 al numero 2981 dove si trova il citato Ecclesia S. Joannis de Monte e al numero 2987 Ecclesia S. Joannis de Mortula. Documenti del XVI secolo individuano, per la prima volta, nel barone di Scorrano Sigismondo De Sterlich il nuovo possessore. Da questo momento inizia il lungo insediamento della famiglia nel quadrilatero di Scorrano, Cermignano, Montegualtieri e Poggio delle Rose. I De Sterlich rimasero in possesso della torre e del borgo di Montegualtieri fino al 1976, anno in cui morì il marchese Diego Aliprandi De Sterlich, ultimo erede. La muratura del manufatto è costituita da pietra di cava, arenaria locale, lavorata fino a ottenere la forma piatta di mattoni regolari. Gli stessi sono stati impiegati anche per realizzare la cortina muraria del recinto esterno nella quale si notano, tuttavia, inclusi alcuni rifacimenti di pietrisco irregolare e ciottoli. La fortificazione si allunga dal terrapieno consolidato dal muro contro terra a scarpa ed ha una parete rivolta verso il borgo, mentre uno spigolo e le altre due facce sono rivolte verso il corso del fiume Vomano e la vallata. Dalla base della torre, anch'essa scarpata, di cui ogni lato misura circa 10 metri, le falde rientranti s'interrompono a circa sei, sette metri di altezza. Le sue pareti sono aperte da un solo ingresso, a nord, cui si accede mediante una scala esterna. Sulle tre facce vi sono piccole finestre a bocca di lupo che misurano 20 x 80 cm e feritoie di 20 x 60 cm. La parte terminale si allarga con i piombatoi degli arcieri sormontati dal parapetto di protezione e ogni lato termina con quattro merli di gusto ghibellino a coda di rondine. Il muro di contenimento esterno è interrotto da quattro contrafforti di rinforzo e da naturali stratificazioni affioranti lungo la parte rivolta verso la valle del Vomano. Un'altra interruzione, sull'altro versante, è data dal camminamento a gradoni che accede allo spazio antistante alla torre. L'interno della torre è prevalentemente vuoto, è possibile accedere alla parte superiore della costruzione mediante una scala di legno. Molti anni fa un fulmine si abbattè sulla torre, rovinandone per buona parte uno spigolo e la scalinata a chiocciola interna. Nel 1976 fu sottoposta a restauro e reintegrata nel borgo. Dai suoi diciotto metri di altezza è possibile ammirare un panorama che spazia dal Gran Sasso al mare. Oggi l’immagine della torre è stata adottata come simbolo della Comunità Montana del Vomano, Fino e Piomba. E’ aperto un contenzioso tra la comunità montana e gli eredi De Sterlich in quanto la proprietà della torre e del borgo sono tuttora dell’immobiliare di famiglia e il comune non vuole riconoscere questo status. Come finirà ?

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