CASTELPETROSO (IS) – Castello longobardo
Il centro storico di Castelpetroso e' un chiaro esempio di
borgo medioevale composto dal castello, dalla chiesa parrocchiale e dalle
piazze che si snodano al suo interno. Dal castello
partivano le mura di cinta che proteggevano l’intero paese al quale si
poteva accedere da tre porte; a testimonianza di questo, nello stemma del
comune sono rappresentate 3 torri a simboleggiare i tre accessi al paese: Porta
del Parco, ancora esistente e Porta Pistillo e Porta Macchietelle andate
distrutte con il sisma del 1805. Il castello veniva utilizzato come
punto di osservazione militare dai Sanniti proprio per la sua posizione
strategica; infatti si trova su una vera fortezza naturale. Di pianta quadrata,
il maniero si direbbe di origine normanna anche se fu edificato dai longobardi
tra la fine del X secolo e gli inizi dell'XI. Ciò è dimostrato da due documenti
medievali. Nel primo, datato 9 maggio 64, vengono definiti i confini della
contea di Isernia dai Principi longobardi Pandolfo e Landolfo. Nel secondo
(1011) è attestata la donazione di due chiese, S. Cristoforo e del SS.
Salvatore (di quest'ultima resta solo il nome della località in cui era
ubicata, ancora nei pressi di Indiprete, lungo il tratturo
Pescasseroli-Candela) da parte di Leone di Bojano al monastero di Montecassino.
Nei due documenti Castelpetroso è riconoscibile prima nel Colle Petroso ai
confini della contea di Isernia, nel secondo in Castrum Petrosum. Il
castello fu quindi costruito tra il 964 ed il 1011. Tappa
fondamentale nella storia del paese fu la dominazione degli Angioini a Napoli.
Il Masciotta annota che il re Carlo I° d'Angiò diede in feudo Castelpetroso a
Giovanni D'Angelo, Vice Giustiziere del regno. Successivamente Carlo II°
d'Angiò lo assegnò al sommo giurista Andrea D'Isernia. Il maniero
dovette assolvere nel corso dei secoli alla funzione di guardiano del
territorio senza mai diventare teatro di particolari ed importanti eventi
bellici se si esclude un episodio del 1459, quando insieme all'abitato fu
occupato da Tommaso D'Alferio. Ferdinando I d'Aragona inviò sul posto per una
repentina "liberazione", il barone di Muro, Enrichetto De Fusco. L'edificio
ha conosciuto una lunga storia di vendite, cessioni, donazioni e reiterate riattazioni,
succedutosi nel corso dei secoli ad opera dei molteplici proprietari. I suoi
ultimi proprietari furono i marchesi De Rossi, famiglia già
nota con il prenome di "Rubens" o "de Rubens" fin dal
periodo longobardo. Nel 1805 il maniero subì
gravi danni a causa di un devastante terremoto e venne per questo adibito dai
proprietari a magazzino per poi essere acquistato agli inizi del XX secolo dal
Comune di Castelpetroso. Oggi restano visibili su di un lato le mura a
scarpa e ciò che rimane di quella che dovette essere una robusta torre quadrata;
all'interno, al pian terreno, una pseudo corte e due stanzoni coperti con volta
a botte ed a crociera. Questi locali non hanno subito alterazioni nel corso del
tempo e oggi ospitano il Presepe Artistico Molisano e un piccolo museo della
civiltà contadina.
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