mercoledì 26 giugno 2013

Il castello di mercoledì 26 giugno






CASALGRANDE (RE) – Castello

Una targa marmorea staccatasi dalla torre nel 1704, che reca incise queste parole: “Liutprando rege felicissimo”, ha fatto avanzare l’ipotesi che la rocca fosse stata fondata dal re longobardo Liutprando nella prima metà del VII secolo. Una relazione sui castelli del territorio scandianese conservata nell’Archivio Estense di Modena, forse stesa dal Governatore di Sassuolo Paolo Brusantini, così lo descrive: “Il terzo Castello di Casalgrande ove si trova una Rocca antica sita molto opportunamente per tirare innanzi una deliziosa abitazione per avere luogo capace di questo, di bellissima vista et buonissima aria, …”. Per la data di costruzione si può fare riferimento a quanto riporta il Pagliani nella sua Storia di Aceto e ville limitrofe, nella quale afferma: “convien dire che siccome questo castello è ricordato in documenti del 1335, 1339, 1341, 1373, sorgesse un secolo e più dopo il mille”. Il castello vide come primi padroni, se non anche fabbricatori, i Guidelli mentre dal 1335 gravitò nell’orbita della potente famiglia Fogliani che, nonostante i dissidi interni, mantenne il dominio di Casalgrande fino al 1409. In quell’anno Nicolò III d’Este, intenzionato a punire l’alleanza di Carlo Fogliani con il proprio avversario Otto Terzi, espugnò e conquistò la fortezza di Casalgrande. Questa, insieme a Dinazzano, Salvaterra e Montebabbio, venne donata quattro anni dopo dal Marchese d’Este ad Alberto della Sala, nobile ferrarese. Nel 1444 gli Estensi si riappropriarono di Casalgrande e, nel 1452, lo cedettero in feudo a Feltrino Boiardo, signore di Scandiano. Le rivalità tra gli Este e Ottavio Farnese nel corso del XVI secolo ebbero ripercussioni negative sulla sorte di Casalgrande. Il castello venne infatti assediato nel 1557 dalle truppe spagnole capeggiate dal Farnese che, favorito da un casuale incendio scoppiato tra le munizioni interne, riuscì ad espugnare ed incendiare l’ormai indifesa fortificazione. Nonostante la violenza dell’attacco, memorabile fu la tenace resistenza opposta dai castellani, che riuscirono a resistere per giorni agli assalti nemici. Dopo questo grave avvenimento, il committente della nuova fortificazione, rispettosa dei canoni costruttivi precedenti, fu il Conte Ottavio Thiene, la cui famiglia tenne il castello fino al 1622. Negli anni seguenti si avvicendarono a Casalgrande le signorie dei Marchesi Enzo e Corrado Bentivoglio, fino al 1643, degli Estensi, del Marchese Giambattista de Mari, che governò dal 1750 al 1777. Alla sua morte il feudo di Casalgrande ritornò alla Camera Ducale. Acquistato, nel 1782, da Giovanni Grulli venne da questi ceduto a Taddeo Croci per la metà del prezzo pagato. Gli ultimi proprietari delle costruzioni appartenenti al castello ed al borgo di Casalgrande sono i membri della famiglia Grimaldi, mentre il Comune possiede la porta a Levante ed il Torrione del Pretorio. Ciò che resta del castello di Casalgrande Alto è una corte rurale quattrocentesca, di forma ellittica, organizzata intorno alla residenza fortificata e munita di due torri quadrate con piombatoi (collegate da un corpo centrale), nonchè il torrione di ingresso, con resti di merlature e portale provvisto di fenditure per il ponte levatoio. Il torrione era anticamente dotato di campana, ora posta sulla torre della chiesa parrocchiale, che aveva il compito di avvisare gli abitanti del “castrum” dei pericoli imminenti. Da esso si accede all'ampio cortile con il pozzo. All’esterno, lungo l’antico sentiero di accesso al borgo sottostante, si trova l’Oratorio di San Sebastiano, innalzato nel 1479 ed ora adibito a fienile. La costruzione presenta un semplice impianto con fronte a capanna e copertura a due falde impostate su una cornice di gronda in laterizio a dente di sega. L’interno, a travature lignee a vista, conserva un’interessante ancona con putti.  Tradizione vuole che in una villa non molto distante dal maniero, la cosiddetta “casa del conte”, Matteo Maria Bojardo abbia dato vita a parte del suo Orlando Innamorato. Nel 2003 il castello è stato oggetto di un importante restauro curato dagli architetti Walter Baricchi e Paolo Soragni destinandolo a spazi per pubbliche istituzioni e iniziative.

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