OCRE
(AQ) – Castello
Il castello, o meglio l'impianto fortificato di Ocre, sorge su di un'altura
(m. 933) di straordinaria bellezza per il suo panorama che spazia verso la Catena
del Gran Sasso, quella della Maiella e la conca aquilana. Il sito costituisce
un esempio unico nel genere sia per il contesto paesaggistico in cui si trova
sia per la sopravvivenza della perimetrazione del piccolo impianto urbano
all'interno della cinta muraria. Le poderose mura formano planimetricamente una
sorta di triangolo rinforzato da numerose torri, per un perimetro di circa 470
metri: il lato nord-ovest, quello maggiormente munito, annovera tre torri
disposte parallelamente, di cui due ravvicinate sul vertice settentrionale ed
una posizionata sull’angolo opposto. Il fianco nord-est invece appare meno
difeso e presenta un'altezza ridotta della cortina muraria, perché protetto
naturalmente dallo strapiombo roccioso; è munito infatti di un'unica torre
rompitratta nella parte mediana ed è concluso, in corrispondenza dello spigolo
nord, da una torre angolare quadrata. L'ultima, la torre-puntone, sorge isolata
in corrispondenza del vertice meridionale, là dove le mura si restringono. Questa
apparente casualità della disposizione delle torri, era in realtà determinata
dall’andamento orografico del terreno, e la stessa ubicazione a ridosso del
ciglio della dolina del Monte Circolo favoriva il controllo dei territori a
valle, configurando – rispetto al fattore ubicativo – un “insediamento di
dolina”. Sul fianco ovest, presso la torre d'angolo, è presente l'unico
ingresso al castello, consistente in una porta ogivale databile al XIII secolo
e protetta da un sistema di difesa a tiro incrociato nonché dall' archibugiera
ancora visibile sulla torre adiacente. Per quanto riguarda l'analisi tipologica
dell'intero complesso non si può parlare esattamente di castello-recinto ma
piuttosto di "borgo fortificato" o "cerchia-urbana", di cui
il castello di Ocre rappresenta sicuramente uno dei casi meglio leggibili al di
là dello stato di rudere delle strutture. All'interno del perimetro sono ancora
visibili infatti le principali emergenze dell'abitato come le antiche
abitazioni, le case-torri e i tracciati viari. La vocazione urbana
dell’impianto planimetrico prevedeva anche la presenza della chiesa, di cui
sono ancora leggibili le tre navate e l’abside nella punta meridionale in cui
le mura convergono. Si tratta della chiesa di San Salvatore “inter castrum
Ocre”, così come è documentata nelle Decime pagate nel 1449, e di cui si ha
notizia fino al 1581 allorché risulta completamente diruta. Essa doveva
tuttavia preesistere per la presenza di un importante resto di affresco, oggi
al Museo Nazionale dell’Aquila, databile a cavallo fra la prima e la seconda
metà dell’XII secolo; raffigura una
Madonna in trono col Bambino tra due
figure, dove quella di sinistra è identificabile come un Santo vescovo,
quella di destra probabilmente come un angelo. Il complesso di Ocre svolse nel corso
del basso Medioevo un ruolo decisivo nella generale strategia difensiva della
città dell’Aquila e vuole la tradizione che dalla cresta su cui ora si affaccia sia stato scaraventato nel 210 San Massimo levita di
Aveia, perseguitato
da Decio, poi divenuto patrono dell’Aquila. Il sito, dopo essere stato un
insediamento fortificato d’altura preromano, subì una fase di abbandono in età
romana, durante la quale si preferì trasferire a valle le strutture insediative
e produttive. Il luogo venne poi utilizzato dai normanni con finalità
insediative di difesa e di controllo del territorio. "Questa popolazione impiantò un fortilizio con la tipica tipologia della
motte-and-Bailey importata dalla Normandia» spiega l'archeologo Alfonso Forgione. "La fortezza venne modificata in epoca sveva (XIII
secolo) e ampliata dagli angioini nel XIV secolo, assumendo la struttura
attuale». Non sono precisate le sue origini, ma la prima data certa dell’esistenza di un
castello nel feudo di Ocre è quella del 1178, relativa ad una Bolla di papa
Alessandro III in cui il fortilizio è citato tra i possedimenti del vescovo di
Forcona Pagano. Ribadito nel 1204 il possesso da parte della diocesi forconese,
il complesso è ricordato nel 1254 col nome di “Cassari Castro” allorché fu
preservato dalla distruzione stabilita per tutti i castelli che avevano
contribuito alla fondazione della città dell’Aquila. Con l’avvento di Carlo I
d’Angiò il possesso del castello passò nel 1266 alla Regia Corte; nel frattempo
il re francese aveva concesso la riedificazione dell’Aquila distrutta
precedentemente da Manfredi alleato coi baroni dei castelli del circondario:
per reazione alla distruzione della città, nel 1266 gli aquilani si erano
vendicati dei baroni attaccandone i castelli, tra cui Ocre che fu saccheggiato
ma non dovette essere distrutto. In conseguenza poi dell’appoggio dato a
Corradino di Svevia da parte di alcuni baroni, l’angioino ne confiscò i castelli,
i quali furono affidati ad uno scudiero francese (“scutifer”) particolarmente
fedele al re; per Ocre fu nominato nel 1269 Morel de Saours, ricordato spesso
anche come Morello o Mauriello de Saurgio. Nel 1283 il castello, divenuto
“demaniale” ossia di possesso diretto della Regia Corte, venne assegnato al
“miles” Giovanni di Bissone.Un altro saccheggio sempre ad opera degli aquilani,
comandati da Cola dell’Isola, fu subìto nel 1293 e alla ricostruzione fu
incaricato un “Magister” Silvestro; ma l’attacco più grave fu sferrato oltre un
secolo più tardi – nel 1423 - dal capitano di ventura Braccio Fortebraccio da
Montone. Il castello, perso definitivamente il ruolo strategico nella gestione
difensiva della città dell’Aquila, andò progressivamente decadendo, e già
all’inizio del XVI secolo Ocre non venne più menzionato come “castrum” ma come
“villa”, circostanza significativa del fatto che la popolazione residente
dentro il borgo fortificato andava sempre più scemando, fino al definitivo
abbandono. Il castello è stato gravemente danneggiato dal sisma del 6 aprile
2009 ed è attualmente inagibile. Per approfondire:
http://www.academia.edu/650902/il_caso_emblematico_del_castello_di_Ocre_fra_tecniche_di_difesa_normanno-sveve_e_innovazioni_angioine
Vi suggerisco inoltre questo video che ho trovto su youtube, posteriore al terremoto del 2009
http://www.youtube.com/watch?v=XAGvoFfqc9Y
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