ATELLA (PZ) – Torre Angioina
La cittadina attuale venne costruita agli inizi del XVI secolo per volontà
di Roberto I d’Angiò, con il fine di contrastare lo spopolamento e l’abbandono
di quella zona del Vulture dopo le molte guerre che, a partire dal 1268,
sconvolsero il territorio. Venne dotata di possenti mura e di un castello con
torri cilindriche; l’accesso era assicurato da due porte — delle quali è
rimasta quella detta di San Michele —, sono rimasti anche tratti delle mura ed
una torre cilindrica detta di S. Eligio. Città demaniale per lungo tempo ebbe
un rapido sviluppo demografico per il continuo afflusso di abitanti dei centri
vicini. Tra il XV e XVI secolo la città visse la fase di maggiore sviluppo; nei
pressi di S. Maria di Vitalba è un convento di francescani che, nel XVI secolo,
furono sostituiti dai Carmelitani; dal 1358 al 1652 vi fu presente una comunità
di Clarisse; nel 1706 si insediò una seconda comunità francescana di Riformati
nel convento di S. Maria degli Angeli; agli inizi del XV secolo si insediò
nell’abitato una comunità Benedettina femminile nella chiesa di S. Benedetto.
Nel 1496 la prosperosa cittadina venne assediata dai francesi di Carlo VIII,
occupata e saccheggiata; quindi venne assediata anche dagli spagnoli di Re
Ferrante d’Aragona. Nel 1423 la Regina Giovanna la diede come feudo a Giovanni
Caracciolo; dopo il 1497 venne infeudata a Filiberto Chalon, principe d’Orange,
con “l’intero stato di Melfi”; nel 1530, scomparso il principe, Atella e San
Fele andarono ad Antonio di Leyva, poi ai De Capua, ai Gesualdo, ai Filomarino
ed ai Caracciolo di Torella. La Torre Angioina è l'unico elemento rimanente del
poderoso castello costruito dagli angioini, distrutto dal terremoto del 1694.
Il fortilizio, che originariamente era caratterizzato da quattro torri laterali
di guardia ed era circondato da un profondo fossato, fu oggetto di due lunghi e
sanguinosi assedi, avvenuti nel 1361 e del 1496.
Alla fine del 2011, dopo
decenni di restauro, la Torre Angioina è stata riaperta e restituita alla
comunità di Atella, dopo che ne era stata decisa la chiusura in
seguito al terremoto dell’80.
In occasione della sua riapertura al pubblico, voluta
fortemente dall’Amministrazione comunale,
al suo interno è stata allestita una mostra
dell’artista Franco Zaccagnino. Per molti cittadini è stata l’occasione
per esplorare quello che era diventato “un oggetto misterioso”.
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