MORSASCO (AL) - Castello
Le prime notizie certe di Morsasco risalgono al 1224 e precisamente alla
donazione da parte dei Marchesi del Bosco, unitamente ad altri territori
monferrini, alla Repubblica di Genova. Morsasco passò quindi dai Marchesi del
Bosco ai Malaspina di Cremolino. Violante Malaspina, figlia ed erede
dell'ultimo marchese nel 1530 portò in dote Morsasco al marito, il conte Gio.
Batta Lodron, un colonnello dell'imperatore Carlo V di origine trentina. I
conti di Lodrone tennero il feudo sino al 1599 quando, estintasi la linea
maschile, lo stesso tornò alla Camera Ducale. Vincenzo I Gonzaga, Duca del
Monferrato, vendette a Barnaba Centurione Scotto di Genova il feudo di Morsasco
il 21 di luglio 1599 con il titolo Marchionale. Il paese seguì il destino del
Monferrato sino all'avvento dei Savoia nel 1708, entrando a far parte del Regno
di Sardegna prima, del Regno d'Italia poi, ed infine della Repubblica Italiana
sino ai giorni nostri. Il castello, che si erge maestoso sulle case dell’antico
ricetto, è posto in posizione dominante sulla valle della Bormida; dalla sua
torre era possibile controllare la vastissima zona che va dalle colline di
Acqui ad Ovest sin oltre Alessandria ad Est, e dal massiccio del Monte Rosa a
Nord sino all'Appennino Ligure a Sud. La struttura originaria era di più modeste
dimensioni, consistente in una cinta muraria dotata di torri quadrate, con il
palazzo baronale al centro. Il castello fu ingrandito all'inizio del 1700 dai
Principi Centurione. Nel corso dei secoli ha perso le caratteristiche militari
e ha subito consistenti e radicali ristrutturazioni; oggi si presenta come una
dimora signorile dai grandi saloni e
dalle piacevoli sale. Sulla facciata principale sono visibili ancora tracce
degli stemmi nobiliari delle famiglie che ebbero la signoria su Morsasco:
Aleramo, Del Bosco, Malaspina, Lodrone, Guasco, Gonzaga, Centurione Scotto,
Pallavicino, dipinti negli anni venti del secolo scorso. Vi si accede passando
attraverso un'alta porta, ricavata alla base della torre campanaria che
presenta ancora le tracce del ponte levatoio, sostituito nel 1740 da un ponte
in pietra. All'interno del maniero si trovano gli appartamenti dei castellani,
due bellissime sale affrescate ed ornate da antichi camini, infine orride
prigioni ove si leggono ancora graffiti ed iscrizioni che vi lasciarono gli
antichi e sfortunati prigionieri. Di grande bellezza sono, in particolare, il
camino in pietra del Salone Nuovo, fatto realizzare dai Lodron a inizio del
‘500 e la galleria del gioco della Pallacorda (inizio ‘700). La cappella
interna, costruita dove un tempo era il pozzo del cortile interno, è dei primi
anni del ‘700 ed è dedicata a Santa Caterina da Siena, patrona dei Principi
Centurione Scotto. Tra i visitatori illustri del castello si ricorda il
passaggio di San Luigi Gonzaga. Dal parco si gode di una bella visione sulle
colline del Monferrato. I Centurione, diventati Principi del Sacro Romano
Impero nel 1654, ebbero il diritto di esercitare la giurisdizione criminale
(anche capitale) sui loro sudditi di Morsasco; a testimonianza di ciò esiste
ancora oggi una casa detta "del Boia" vicino alla "porta
dell'orologio" prospiciente la piazza del paese. L'edificio conserva
questo nome perché qui era posta la trave dove pendeva il "canapo"
atto ad infliggere i "tratti di corda": il reo era spogliato ed era
"tirato su" con i polsi legati ad una corda passante per una
tagliola. Egli rimaneva appeso per qualche minuto, poi era lasciato cadere. Il
cigolio della tagliola unito alle urla dell'incriminato, che dopo un qualche
tempo si tramutavano in gemiti, offrivano alla scena una spettacolarità che
doveva essere di deterrente al ripetersi di episodi delittuosi. Il castello di
Morsasco è inserito nel circuito dei "Castelli aperti" del Basso
Piemonte. Attualmente è di privati ed è location per eventi esclusivi. La
visita, guidata dai proprietari, oltre a comprendere il piano nobile
dell'edificio, riguarda i sotterranei e i granai dove è allestita una
collezione di manodomestici del XIX-XX sec. e si conclude nella cantina con le
grandi botti (400-300 brente).
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