PENNABILLI (RN) – Castello di Bascio
Il castello di Bascio dominava la gola in fondo alla quale scorre il
Marecchia e si snoda la Marecchiese. Narra la tradizione che i pellegrini che
si mettevano in viaggio, durante il medioevo, per questa via alla volta di
Roma, giungendo a Bascio esclamassero "Andremo a Roma, se Dio vuole e
quelli di Bascio!". Il castello di Bascio era già presente nel XIII
secolo. Esso fu parte della Contea di Gattara, soggetta ai Conti Carpegna dal
XIII secolo al primo ventennio del XIX. Nel 1685 l'imperatore Leopoldo I elevò
il conte Gaspare Carpegna a dignità di principe col titolo di "Principe
del Sacro Romano Impero e di Bascio". Chi non conosce questo borgo resta
oggi travolto dalla sua medievale semplicità. Si tratta di un semplice
castello: un abitato, cinto da avanzi di mura, una chiesa ed una torre, sulla
sommità. Una via in pietra, con al centro il canale per il deflusso delle acque
che la fende in due parti uguali taglia, a sua volta, l'abitato in linea quasi
retta. Le abitazioni, in pietra arenaria, appaiono eleganti, dalle possenti e
scarpate murature infondono un'atmosfera antica svelando portali romanici.
Sopra a tutto incombe la mole della torre. Giunti in vetta all'abitato e
superata la chiesa di San Lorenzo, si sale proprio al poggio che sorregge il
torrione a pianta quadrata con accesso rialzato, perno difensivo del castello. Nel
prato circostante (oltre ad alcune opere del poeta Tonino Guerra, qui
recentemente collocate), sono ancora visibili allineamenti di murature, resti
di abitazioni e di strutture difensive, oltre al fossato asciutto e al recinto
di terra che lo conteneva. E' la parte più antica di Bascio, la più suggestiva,
l'area scelta per l'apertura di importanti indagini archeologiche volte ad una
più precisa definizione cronologica dell'area sommitale dell'abitato. Per
approfondire: http://www.academia.edu/3430740/Il_castello_di_Bascio_nel_Montefeltro._Indagini_archeologiche
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