MONTELEONE ROCCA DORIA (SS) – Castello Doria
Monteleone Rocca Doria è un paese che vanta origini antichissime, come
testimoniano l'elevato numero di nuraghi ubicati nella zona e
il ritrovamento di monete, stoviglie e cisterne scavate nella roccia calcarea e
appartenenti a diverse civiltà (romana, cartaginese etc.). Per la sua particolarità orografica (posizionato
sulla sommità di una collina calcarea localizzata lungo il corso del Temo,
naturale viabilità tra i centri di Alghero e Bosa), che la rendeva una fortezza
naturale, aveva tutti i crismi per essere luogo favorito di insediamenti umani
fin dall'antichità più remota, anche per la presenza di fontane proprio sotto
il ciglione roccioso. La regione nella quale Monteleone è situato era un tempo denominata
''NURCARA'' e si estendeva per tutte le valli e i monti
dell'alto e medio corso del fiume Temo. Conobbe il massimo splendore nel periodo feudale con
l'insediamento dei Doria (numerosi furono i Doria famosi; fra questi si
annoverano: Branca Doria, reso tristemente famoso da Dante -venne cacciato vivo
nell'inferno- per aver ucciso il suocero Michele Zanche, signore di Logudoro;
Brancaleone Doria, marito di Eleonora d'Arborea; Nicoloso Doria l'irriducibile
nemico dei sassaresi, confinato a Castelgenovese chiamata in seguito Castelsardo).
Proprio in tale periodo fu edificato il castello, dal quale dominò per circa
3 secoli il vasto territorio, invadendo sovente quelli limitrofi di Sassari,
Alghero e Bosa. La costruzione del castello sarebbe da collocare nella seconda
metà del XIII secolo, ma solo nel corso del secolo successivo esso divenne uno
dei principali centri amministrativi dei Doria presenti nell'isola, un ruolo
del tutto simile a quello ricoperto dai centri fortificati di Alghero,
Castelsardo e Casteldoria. Tuttavia Monteleone divenne fondamentale nel quadro
dei possessi signorili dei Doria solo dopo la conquista aragonese di Alghero
nel 1353, divenendo capitale signorile. Un ruolo che conservò in modo costante,
per funzioni ed importanza, sino al XV secolo, secondo le testimonianze dei
numerosi atti custoditi presso gli archivi italiani e iberici. Nel 1436 dopo un
lungo assedio (2 anni) portato avanti dai contingenti aragonesi, ai quali si
erano sommate le forze militari di Sassari, Bosa ed Alghero, venne occupato,
distrutto e spopolato dei suoi abitanti. Durante la distruzione del paese furono
rispettate soltanto le chiese, pertanto gli altri monumenti importanti (la
fortificazione del colle a mezzogiorno e il castello posto a ridosso della
fontana) vennero quasi totalmente distrutti. Da questo momento, Monteleone
(castello) appare progressivamente citato in uno stato di piena rovina, una
situazione che sembra viaggiare in parallelo al completo spopolamento del
borgo. Solo alla metà del XVI secolo (1536) la Corona Spagnola, nella persona
del re imperatore Carlo V, concesse il permesso di "riedificare" il
castello e di ripopolare il borgo.. L'indagine archeologica realizzata negli
anni 1998-1999, grazie ad una collaborazione tra il Comune, la Soprintendenza
Archeologica di Sassari e Nuoro e le Università di Pisa e di Sassari, ha
interessato un'ampia area adibita negli ultimi decenni a discarica, ma
tradizionalmente riconosciuta come il "Castello". I lavori sono stati
organizzati in più fasi: la pulizia dell'area, il rilievo generale delle
strutture superstiti, lo scavo di due ampie aree, ed una prima ricognizione del
territorio e dell'abitato. Le due aree di scavo nella zona del
"Castello" hanno permesso di portare alla luce, e di documentare, i
resti due edifici differenti per tipologia costruttiva e funzionale.
Localizzato nella zona settentrionale, l'edificio appare organizzato al suo
interno in due ambienti rettangolari, contigui tra loro e comunicanti
attraverso un'apertura chiusa da un arco a tutto sesto. Questi ambienti erano
chiusi da una copertura costituita da una volta a botte che scaricava le spinte
sui lati lunghi costituiti da una cortina a sacco rifinita esternamente da
blocchi in calcare. La parte superiore ospitava verosimilmente il piano nobile
dell'edificio, destinato alla residenza del signore. Questa porzione
dell'edificio venne progressivamente demolita, forse già a partire dalla metà
del XV secolo, con la finalità di riutilizzare il materiale edile, scartando le
parti superflue ed inutilizzabili verso valle a sud, ai piedi dell'edificio.
Nell'area meridionale è stato possibile mettere in evidenza in modo completo il
profilo di una torre rettangolare provvista di ingresso sul lato orientale. La
struttura è costituita da cortine murarie realizzate con scaglie di pietre
locali legate con abbondante malta, e doveva presentare al suo interno dei
soppalchi lignei utili sia ad un razionale utilizzo dello spazio, sia a
raggiungere la parte sommitale. La divisione interna era segnata sulle cortine
esterne da alcune cornici marcapiano, recuperate in parte nel corso dello
scavo. All'esterno è stato possibile mettere in luce un ampio tratto della
cortina muraria pertinente al borgo, realizzata con pietre calcare. Questo
stesso lato nella parte bassa era ugualmente chiuso dalla presenza del fiume
Temo. Una serie di caratteristiche naturali sfruttate a scopo difensivo dai
fondatori del centro medievale, che si preoccuparono di fortificare gli unici
lati accessibili alla collina attraverso la costruzione di una cinta muraria.
Le indagini sull'articolazione della cinta hanno preso il via dalla raccolta e
dall'unione di più tipologie di fonti: quelle cartografiche, documentarie e
materiali (ricognizione e documentazione grafica e fotografica). Quest'ultimo
studio ha permesso di ricostruire il 70% del circuito, che prendeva il via
dalla Torre del Castello e si concludeva ad ovest in corrispondenza del primo
salto di quota, per un totale di oltre 500 m. Al suo interno la cinta era
suddivisa in varie porzioni, più o meno regolari, congiunte da una serie di
torri circolari (almeno 3) e chiusa ai suoi estremi da due torri quadrangolari.
Ecco il link per guardare un video dedicato al castello : http://www.videolina.it/video/servizi/18183/castello-monteleone-roccadoria.html
Fonti: http://www.comune.monteleoneroccadoria.ss.it,
http://www.sardegnaturismo.it, http://archeo4.arch.unipi.it/Milanese/ricerca/testo_monteleone.html
(a cura del prof. Marco Milanese)
Foto: di Artemisia su http://www.panoramio.com
e di giuseppe_oppo su wikimapia.org
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