CIVEZZANO (BZ) – Castello in frazione Seregnano
Fra tutte
le opere fortificate sorte nel corso dei secoli sul territorio civezzanese, il castello
di Seregnano costituisce certamente, dal punto di vista architettonico,
l'elemento di maggior pregio ed interesse. Le definizioni che ne danno il
Tabarelli e il Gorfer sembrano cogliere efficacemente la particolare
caratteristica di questa costruzione cinquecentesca: "Si tratta in
definitiva di un ibrido, tuttavia interessante esempio di architettura
mista". "E' una tra le più deliziose residenze nobili fortificate del
Trentino”. Se le vicende storiche dell’edificio possono in parte richiamare
quelle di Castel Telvana, quelle architettoniche si differenziano
completamente: a Civezzano vi è infatti il castello medioevale ristrutturato e
trasformato, nel primo Cinquecento, in residenza di villeggiatura; a Seregnano
invece una rifabbrica completa (o quasi) che, cancellando praticamente le
preesistenze medioevali, porta alla realizzazione di una villa rinascimentale
fortificata (“architettura mista”, “residenza nobile fortificata”), una sorta
di palazzo munito tipico dell'architettura italiana del XVI secolo. Il
castello, sito in splendida posizione panoramica, domina sulla valle del Sina e
sulle strade per il Pinetano e Fornace. Da qui si poteva controllare
perfettamente la via che da Cogatti saliva a Seregnano. L'intero e vasto
complesso architettonico, un tempo sicuramente cintato da mura, ha condizionato
notevolmente lo sviluppo urbanistico del centro storico del paese, relegando
gli insediamenti residenziali minori su un unico lato dell'asse stradale che
percorre il paese in tutta la sua lunghezza. In epoca medioevale anche il
castello di Seregnano appartenne alla famiglia Roccabruna che lo cedette, come
castel Telvana, all'inizio del XVI secolo a Simone Guarienti (nobile di Rallo) marito di Beatrice Thun di
Castel Caldes. Egli avviò la ricostruzione dell'edificio terminata nel 1561 dal
figlio Gerolamo come sembrerebbe attestare lo stemma datato posto vicino al
portale della torre dell'orologio (che il Gorfer indica come accesso originario
al castello). Gli interventi sull’edificio originario lo trasformarono
radicalmente, cancellando i caratteri medievali per arrivare alla realizzazione
di una villa rinascimentale fortificata. A questo periodo risale, tra l’altro, il bellissimo camino
del salone. Il palazzo
presenta un impianto planimetrico irregolare, rinserrato da tre torri
quadrangolari, fra loro obliquamente allineate, che arricchiscono notevolmente,
movimentandolo, il volume dell'edificio. Le due più avanzate (torre della meridiana
e torre dell'orologio) incorniciano, con le loro forme slanciate (hanno circa 5
metri di lato), il prospetto principale prospiciente il prato del parco, mentre
la terza, "poderoso e unico suggello fortificato della residenza", dà
compimento, con la sua potente mole (10 metri di lato) all'intera composizione
architettonica. Cardine planimetrico fra la residenza ed il lungo e basso corpo
della «stireria» (addossata in epoca tarda ad un muro di cinta merlato), la
torre grande è munita di tre belle caditoie a naso con mensole e cornici in
pietra. Al piano terra vi si accede attraverso un portalino architravato
cinquecentesco sormontato da uno stemma dei Roccabruna. Nuovi importanti lavori
vennero realizzati nel corso del XVII secolo. Un nuovo ingresso al castello
(con portale barocco tipico del Civezzanese) venne ricavato in luogo più
riparato anche se meno rappresentativo: la nicchia venutasi a creare a lato
della torre grande in seguito alla realizzazione (fra questa e la torre
dell'orologio) di due eleganti logge colonnate e architravate sovrapposte che,
pur togliendo forza all'immagine castellana dell'edificio, lo impreziosiscono
nella sua funzione residenziale. Allo stesso intervento si ritiene appartenga
il poderoso portale d'ingresso che dalla piazza dà accesso al cortile del
castello. Formalizzato a conci, con stemma Guarienti in chiave (datato 1634),
esso rielabora nei capitelli forme tipiche del Cinquecento (si vedano a
Civezzano i portali Alessandrini e Mirana). Passato questo portale (sormontato da
due mensole per caditoia) si attraversa un ampio androne voltato e lunettato,
nel quale sono dipinti gli stemmi delle tre famiglie proprietarie del
castello: Guarienti, Roccabruna e Consolati, e si giunge al cortile intorno al quale, oltre al maniero
(circondato su tre lati da un bellissimo parco), si elevano alcuni edifici
colonici; sulle pareti di questi, nell'Ottocento, furono dipinte ad affresco
delle architetture neogotiche e una torre di conci squadrati. Una seconda
corte, aperta su un lato verso la piazza della chiesa, è formata dalle stalle
(voltate a crociera) e dai grandi locali rustici costruiti lungo la strada
principale e coperti da una bellissima struttura lignea a capriate. L'accesso a
questi ambienti di servizio è garantito da due originali e pittoreschi percorsi
coperti sovrapposti, uno dei quali servito da una lunga rampa carrabile. Il
vasto e complesso agglomerato edilizio del castello di Seregnano disegna “un
caratteristico ambiente di villaggio” dal quale non è esclusa nemmeno
l'antica chiesa di San Sabino, documentata già nel XIII secolo e ricostruita
nel XVI, contemporaneamente alla fabbrica del castello (uno stemma Guarienti
datato 1561 è murato nell'abside della chiesa). Oggi è adibito ad
abitazione privata della famiglia Consolati ed è visitabile solo previo accordo
con i proprietari. Alla fine del 2011 la
Soprintendenza ai beni architettonici della Provincia ha dato parere favorevole
alla richiesta di Pietro, Anna, Francesca, Marco e Serena Consolati al restauro
del castello di loro proprietà.
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