BAGNO A RIPOLI (FI) - Palazzaccio di Marcignano (o Castello dei
Da Gavignano)
I suoi ruderi sono collocati in uno scenario romantico e pittoresco, fra
prati e boschi di castagni sulle pendici del Poggio di Firenze, sulle colline
situate a nord–est di Bagno a Ripoli. Sono raggiungibili percorrendo la Via
Chiantigiana fino a Grassina, da qui si seguono le indicazioni per S.Polo in
Chianti, infine si imbocca il sentiero CAI per la Fonte Santa. Palazzaccio di
Marcignano è il nome con il quale oggi viene identificato il rudere del
castello (probabilmente con chiesa) costruito nel XII secolo dalla famiglia Da
Gavignano, nobili che presero il nome dall’attuale podere, ma che erano
costituiti da una famiglia proveniente dalla parrocchia di Sant’Andrea a
Morgiano, borgo di lì poco distante. Il fortilizio costituiva una
triade difensiva
con quelli di Tizzano e di Musignano, seppure un po' discosto dalla
strada Maremmana,
protetto e collegato (la leggenda vuole con un misterioso passaggio
sotterraneo) all'avamposto costituito dal soprastante fabbricato di
Gavignano. L'edificio passò
in seguito in proprietà ai Rinuccini: i suoi resti emanano un grande fascino
perché sono completamente avvolti dalla vegetazione, in particolare edera. La
struttura, di notevoli dimensioni, è purtroppo in
pessimo stato di
conservazione. Si può riconoscere in modo chiaro solo il
perimetro della torre,
scapitozzata. Una
faglia,
facilmente rilevabile oggi sul terreno, dev'essere stata la causa primaria del
suo abbandono, infatti l'
inarrestabile dissesto del terreno ha provocato il
crollo di tutto il complesso, ad eccezione della citata torre, rinforzata da
mura
bastionate
riunite a un'alta parete, impreziosita da un elaborato
redondone
ed eleganti finestre, fra le quali spicca ciò che resta di una
bifora
decorata in arenaria, successivamente tamponata. Sono ancora identificabili
alcuni elementi architettonici con funzione militare, quali
feritoie per
il tiro con la balestra ed una bastionatura che sembra idonea al tiro di armi
da fuoco a sostegno delle spesse basi del muro perimetrale. Il castello era
indicato come
torre con fortezza e in buono stato nel
1583,
stando al disegno riportato sulle
Piante di Popoli e Strade
(1580-1595), nel quale appariva anche il perimetro merlato. Nonostante il pessimo
stato di conservazione, il Palazzaccio mostra almeno due fasi costruttive ben
distinte: la prima identificabile con la parte bassa della torre e con alcune
murature del basamento della struttura, la seconda con la parte rialzata
dell’intero palazzo. Nella prima fase il paramento murario presenta alcuni
tratti costituiti da corsi regolari di bozze di arenaria, pietra locale, databili
al pieno XIII secolo, mentre la seconda fase costruttiva appare molto più
caotica e l’ampio impiego di laterizio la fa risalire almeno al tardo Medioevo.
Gli
spazi
interni, il cui piano pavimentale era molto più basso di quello
attuale e dovevano essere ricoperti da
volte a crociera in mattone delle
quali rimangono solo le imposte degli archi, sono quasi totalmente invasi dai
grossi castagni
che vi sono cresciuti dopo l'abbandono. E' presente un
pozzo,
forse collegato ad una cisterna, e s'intravedono resti di vani e di altre
strutture.
Foto: la prima è del mio amico Claudio Vagaggini, mentre la seconda, come si può leggere chiaramente, è del Sig. Aldo Innocenti
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