martedì 2 aprile 2013

Il castello di martedì 2 aprile





SANTO STEFANO MEDIO (ME) – Castello Normanno

Sorge nei pressi dell’abitato, a pochi chilometri a sud di Messina. Il complesso, detto anche "dei Saraceni", consta di un torrione quadrangolare (detto dongione), probabilmente il nucleo originario della fortificazione, e di una cinta muraria rinforzata, agli angoli, da torri cilindriche. Il dongione è databile intorno alla fine del secolo X, e costituì una valida fortificazione esterna di Messina nel ‘400 e nel ‘500. Si dice che la costruzione sia appartenuta al visconte greco-bizantino Calonero nel XII secolo per passare fino ai primissimi anni del 1900 alla famiglia dei marchesi De Gregorio-Alliata secondo la Guida del 1902. Dopo essere appartenuto ai Picardi, il castello oggi è di proprietà della famiglia Martino. Solo dal 1997 la Regione Siciliana ha sottoposto a vincolo il castello e tutto il borgo medievale, quale bene architettonico di particolare pregio. Il presidio sorvegliava il litorale, un tempo poco abitato e adatto per sbarchi nemici a sorpresa, diretti non solo verso i casali interni ma anche contro la non lontana Messina attraverso il Dromo. Il castello si inseriva in una serie di presidi militari realizzati sulle colline da forte Gonzaga a Scaletta, in modo da fungere da osservatori e contrastare immediatamente gli sbarchi. Un esempio di efficace difesa così apprestata è fornito dalla sconfitta subita nel 1810 dai soldati di Gioacchino Murat. L’osservazione delle strutture meglio chiarisce le vicende dal maniero che risulta essersi sviluppato nel corso di parecchi secoli. Il muro centrale, come detto, è il più antico ed è costituito da una robusta torre a pianta quadrangolare con eleganti porte e finestre rinascimentali, che rivelano l’antichità della costruzione nonostante i rifacimenti di epoca relativamente più recente, forse ottocenteschi. Intorno alla torre si sviluppa una cinta muraria più recente, con caratteristiche guardiole, cui si accede attraverso una robusta porta ad arco con una croce incisa nella chiave. Questa cinta muraria lo cinge da tre lati presentando agli spigoli tre torricelle merlate e fornite di cupola, con finestrelle ad arco romanico in pietra. Un grosso blocco di costruzioni residenziali, con una povera cappella, si estende dalla torre verso monte. D’altra parte la torre - per le sue fondamenta, il sotterraneo, una leggendaria e segreta galleria che sbucherebbe oltre il torrente - sembra essere di epoca di poco anteriore alla conquista normanna e rimaneggiata in seguito secondo quello stile che fu detto arabo–normanno. L’intervento più recente si osserva alla base della collina dove, ai lati della rampa che sale al castello, si osservano postazioni di fucileria ed i resti di una porta esterna (databili al Settecento od all’Ottocento) che dovevano sbarrare l’ingresso ai nemici. Relativamente recente è la situazione delle pareti della collina con muri di contenimento in muratura e canale di scorrimento delle acque: sugli intonaci si osservano rozzi graffiti che ripetono raffigurazioni sommarie di navi. Decorazioni del genere si possono vedere altrove sui muri di argine dei torrenti ma in forma sporadica, mentre qui si riscontra una sorta di fregio. Essi sono databili al 1630-1631 e rappresentano probabilmente la battaglia di Lepanto. L'edificio attualmente si presenta in una codizione di notevole degrado e bisognoso di restauri. Tuttavia mantiene ancora il suo fascino e speriamo che sia possibile presto avviare dei lavori a salvaguardia dell'importante monumento del Messinese.

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