SANTO STEFANO MEDIO (ME) – Castello Normanno
Sorge nei pressi dell’abitato, a pochi chilometri a sud di
Messina. Il complesso, detto anche "dei Saraceni", consta di un
torrione quadrangolare (detto dongione), probabilmente il nucleo originario
della fortificazione, e di una cinta muraria rinforzata, agli angoli, da torri
cilindriche. Il dongione è databile intorno alla fine del secolo X, e costituì
una valida fortificazione esterna di Messina nel ‘400 e nel ‘500. Si dice che
la costruzione sia appartenuta al visconte greco-bizantino Calonero nel XII
secolo per passare fino ai primissimi anni del 1900 alla famiglia dei marchesi
De Gregorio-Alliata secondo la Guida del 1902. Dopo essere appartenuto ai
Picardi, il castello oggi è di proprietà della famiglia Martino. Solo dal 1997
la Regione Siciliana ha sottoposto a vincolo il castello e tutto il borgo
medievale, quale bene architettonico di particolare pregio. Il presidio
sorvegliava il litorale, un tempo poco abitato e adatto per sbarchi nemici a
sorpresa, diretti non solo verso i casali interni ma anche contro la non
lontana Messina attraverso il Dromo. Il castello si inseriva in una serie di
presidi militari realizzati sulle colline da forte Gonzaga a Scaletta, in modo
da fungere da osservatori e contrastare immediatamente gli sbarchi. Un esempio
di efficace difesa così apprestata è fornito dalla sconfitta subita nel 1810
dai soldati di Gioacchino Murat. L’osservazione delle strutture meglio
chiarisce le vicende dal maniero che risulta essersi sviluppato nel corso di
parecchi secoli. Il muro centrale, come detto, è il più antico ed è costituito
da una robusta torre a pianta quadrangolare con eleganti porte e finestre
rinascimentali, che rivelano l’antichità della costruzione nonostante i
rifacimenti di epoca relativamente più recente, forse ottocenteschi. Intorno
alla torre si sviluppa una cinta muraria più recente, con caratteristiche
guardiole, cui si accede attraverso una robusta porta ad arco con una croce
incisa nella chiave. Questa cinta muraria lo cinge da tre lati presentando agli
spigoli tre torricelle merlate e fornite di cupola, con finestrelle ad arco
romanico in pietra. Un grosso blocco di costruzioni residenziali, con una
povera cappella, si estende dalla torre verso monte. D’altra parte la torre -
per le sue fondamenta, il sotterraneo, una leggendaria e segreta galleria che
sbucherebbe oltre il torrente - sembra essere di epoca di poco anteriore alla
conquista normanna e rimaneggiata in seguito secondo quello stile che fu detto
arabo–normanno. L’intervento più recente si osserva alla base della collina
dove, ai lati della rampa che sale al castello, si osservano postazioni di
fucileria ed i resti di una porta esterna (databili al Settecento od
all’Ottocento) che dovevano sbarrare l’ingresso ai nemici. Relativamente
recente è la situazione delle pareti della collina con muri di contenimento in
muratura e canale di scorrimento delle acque: sugli intonaci si osservano rozzi
graffiti che ripetono raffigurazioni sommarie di navi. Decorazioni del genere
si possono vedere altrove sui muri di argine dei torrenti ma in forma
sporadica, mentre qui si riscontra una sorta di fregio. Essi sono databili al
1630-1631 e rappresentano probabilmente la battaglia di Lepanto. L'edificio
attualmente si presenta in una codizione di notevole degrado e bisognoso di
restauri. Tuttavia mantiene ancora il suo fascino e speriamo che sia possibile
presto avviare dei lavori a salvaguardia dell'importante monumento del
Messinese.
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