CASOLI (CH) – Castello Masciantonio
Posto in cima all'abitato, su di un colle alla destra del fiume Aventino da
cui domina la sottostante valle fluviale con il grazioso lago S. Angelo e le
colline circostanti, risale al XV secolo, ma costruito su di una struttura
preesistente. Le sue vicende si intrecciano con quelle del feudo di Casoli, che
dapprima fece parte della Contea di Manoppello (XII sec.), dal 1369 al 1489 fu
feudo degli Orsini (sotto il cui casato si può far coincidere la costruzione dell'attuale
fabbrica), in seguito fu dei D’Aquino. Varie ipotesi identificano il torrione
pentagonale come il nucleo originario, ma mancano studi certi in merito. Tale
torre fu costruita come baluardo difensivo dei fiumi Aventino e Sangro. La
struttura alta 21 metri è a puntone, terminante con un'altana sormontata da un
forte parapetto sostenuto da mensole in pietra trilobate. Il coronamento
superiore (camminamento di ronda d'epoca angioina), sostituisce antichi merli
molto caratteristici che si trovavano ad un'altezza inferiore. La sezione del
castello attorno al cortile centrale (quasi rettangolare), è da ritenersi di
epoca successiva è viene ascritta all'epoca rinascimentale, il tratto
meridionale mostra tracce di uso abitativo. Quest'ultimo è infatti
caratterizzato da un ingresso archiacuto spostato in prossimità della torre, da
ampie finestre che ne accentuano la natura di palazzo nobiliare, da un elegante
coronamento con apparato a sporgere, costituito da mensole aggettanti in
mattoni, che reggono archetti acuti. Nel 1868 il castello fo ceduto ai Di
Benedetto, famiglia che fece realizzare il monumentale ingresso con arco a
sesto acuto ed il coronamento in mattoni della facciata. Concetta Di Benedetto
sposò poi Raffaele Masciantonio portando in dote la sontuosa dimora e dando
inizio al momento più felice della storia del castello: fra la fine del XIX e
l’inizio del XX secolo, Pasquale Masciantonio figlio di
Concetta e Raffaele, legato da profonda amicizia con il poeta Gabriele
D’Annunzio, fece della sua casa luogo di ritrovo di intellettuali e artisti,
tra cui Francesco Paolo Michetti, Francesco Paolo Tosti, Edoardo Scarfoglio e
Cesare De Titta. In molte occasioni D’Annunzio soggiornò nel castello, alloggiando
in un vano di circa 20 mq suddiviso in due stanze: lo studio e la stanza
da letto (alcova) molto piccola ma sufficiente a contenere l'arredo necessario.
L'ingresso alla stanza da letto, (un'ampia apertura circolare ricavata nella
parete divisoria delle due stanze) era all'epoca chiusa semplicemente da una
tenda. Le pareti bianche delle due stanze, coperte da scritte e versi a
matita del poeta e dei suoi amici, sono un vero patrimonio letterario da
salvaguardare. Si tratta di incisi, versi e distici fra cui il più noto è “la
pazienza è l’immortal nepente che afforza i nervi e l’anima ristora”. Nel 1982
il Castello venne venduto al Comune di Casoli che ne è oggi il proprietario. Recentemente
è stato restaurat. Per approfondire, propongo la visita al seguente link: http://www.comune.casoli.ch.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=10&Itemid=12
Nessun commento:
Posta un commento